Gli Aristogatti e tanto Jazz per la notte di San Silvestro, su Rai 2
Per la ragazzina cresciuta a Roma, con gatti, jazz e una passione precoce per il cinema, la prima visione de Gli Aristogatti in super 8 è stata a dir poco emozionante, ma sono tentata di rivederlo dopo tanto tempo, approfittando della programmazione di Rai 2, che oggi dalle 21.18, apre le danze della notte di San Silvestro, proprio con il jezz felino del primo lungometraggio di animazione prodotto dalla Walt Disney Productions nel 1970, dopo la morte di Walt Disney.
Una serata piena di ritmo, con una jazz band capace di far vibrare i tetti di Parigi, le avventure degli aristogatti Duchessa e i piccoli Minou, Bizet e Matisse, eredi della ricca attrice a riposo nella capitale francese del 1910, braccati dal maggiordomo avido, salvati dal destino, e gatti randagi come Romeo (er mejo der Colosseo).
Un’animazione diretta da Wolfgang Reitherman, dal tratto capace di reggere le bizze del tempo, più della sceneggiatura, tra i dieci film felini preferiti di Cineblog, che scommetto non mancherà di incantare i piccoli spettatori che lo vedono per la prima volta ad un passo dal 2013, e sentono meno di me il richiamo del jazz, che contagia la colonna sonora aperta con The Aristocats, cantata nella versione originale da Maurice Chevalier. Altre curiosità e video ed estratti video per ingannare l’attesa, dopo il salto.
Questo classico Disney, tratto da una storia di Tom McGowan e Tom Rowe, doveva essere un documentario, e ha richiesto 4 milioni di dollari e 4 anni di lavoro con cinque dei leggendari Nine Old Men, dell’animazione Disney.
Il gatto Scat-Cat, ispirato a Louis Armstrong, ha la voce originale di Scatman Crothers e quella italiana di Corrado Gaipa. In ogni caso tutti i componenti del quartetto di Scat Cat sono musicisti jazz e felini di differenti specie e nazionalità.
– Scat Cat, grigio con bombetta. Suona la tromba e canta, come i grandi musicisti neri americani.
– Shun Gon, il gatto cinese (Siamese), giallo con occhi a mandorla. Suona inizialmente la batteria e poi il pianoforte.
– Hit Cat, l’inglese, ha il look da hippy e suona la chitarra, proprio come John Lennon, del quale è chiaramente la caricatura.
– Billy Boss, il russo (Blu di Russia), grosso e a pelo lungo, con voce baritonale. Si nota la sua nazionalità quando, incoraggiando il Siamese, dice: “Coraggio, tovarish!”. Suona il contrabbasso.
– Peppo, l’italiano, marrone con accento siciliano. Suona la fisarmonica.
«Tutti quanti voglion fare il jazz
perché resister non si può al ritmo del jazz.»
Il randagio rossiccio e gaglioffo con baffo alla Clark Gable, nella versione originale è di origine irlandese, si chiama (Abraham de Lacy Giuseppe Casey) Thomas O’Malley, e ha l’accento irish di Phil Harris, che consiglio di ascoltare nel trailer originale che chiude queta speciale approfondimento deGli Aristogatti.
Nella versione italiana il randagio si chiama Romeo “Er mejo der Colosseo”, ha origini italiane e la voce ‘romanesca’ di Renzo Montagnani.
Gli Aristo-gatti sono
– la raffinata gatta Duchessa, bianca con splendidi occhi azzurri:
– la piccolo Marie (in omaggio alla regina Maria Antonietta di Francia) che in italiano diventa Minou, cucciola bianca come la madre, che si esercita a suonare il pianoforte ed a cantare;
– Toulouse (in onore di Henry de Toulouse-Lautrec) in italiano diventa Matisse è l’artista del gruppo di fratellini, di colore rossiccio-arancione, dipinge ed ha inclinazione per la nascente pittura espressionista.
– Berlioz (in onore dell’omonimo compositore) in italiano diventa Bizet, fratello di Minou e di Matisse, è di colore nero, suona il piano ed ha la tendenza per la boxe.
Tra gli altri personaggi c’è il dinoccolato maggiordomo Edgar, avido, infido e terribile, che bracca i gatti per impossessarsi dell’eredità, che si imbatte nei vecchi cani di campagna Lafayette e Napoleone, nonostante nella cultura francese sia un reato chiamare Napoleone un animale e un dialogo fa riferimento alla sconfitta durante la Battaglia di Waterloo nel 1815. “così è la guerra Napoleone, non puoi mica vincere sempre”.
E ancora, il topo d’appartamento Groviera (Roquefort in originale), che pasteggia a latte e biscottini con gli Aristogatti, Frou Frou la la cavalla di Madame, ovvero Adelaide Bonfamille, le oche migratorie Guendalina Blabla e Adelina Blabla (Abigail e Amelia Gobble in originale) che arrivano dalla Gran Bretagna e il loro Zio Reginaldo (Waldo in originale), che rischia di essere cucinato al “Petit café” di Parigi. L’esilarante avvocato Georges Hautecourt, non non è più agile come quando aveva 80 anni.
Nell’edizione italiana, Madame Adelaide, poco prima che Georges Hautecourt entri in scena, lo chiama “Georges Roquefort” mentre parla con Edgar. “Roquefort” è il nome originale di Groviera, e l’equivoco è dovuto al fatto che entrambi sono doppiati da Oreste Lionello nella versione italiana.
Quando Edgar passa con il sidecar davanti a Notre Dame si vede un semaforo rosso, che non esisteva ancora, essendo stato, il primo in assoluto, installato a Cleveland nel 1914.
I personaggi degli Aristogatti appaiono in un breve cameo nel remake con personaggi in carne e ossa de La carica dei 101 – Questa volta la magia è vera del 1996, con Glenn Close nella parte di Crudelia De-Mon.
In Robin Hood della Disney, Robin e Lady Marian ballano come Duchessa e Romeo, sulle note della canzone “Giovanni re fasullo di Inghilterra” con evidenti similitudini della band al seguito con quella di Scat Cat.
In Pulp Fiction di Quentin Tarantino, Mia (Uma Thurman) balla come Duchessa durante la gara di ballo.
Quando Romeo è sul camioncino di fortuna con la famigliola diretta a Prigi, salta agli occhi l’ispirazione con una scena di Mary Poppins in cui Bert introduce ad Un po’ di magia con rituali propiziatori: Rifletti .. ammicchi … sbatti le palpebre …, che per Romeo diventano, aricciate er naso … sfregateve er mento … chiedete ll’occhi … segneteve n’petto…