Black Sheep – Pecore assassine: recensione in anteprima
Black Sheep – Pecore assassine (Black Sheep, Nuova Zelanda, 2006) di Jonathan King; con Matthew Chamberlain, Nick Fenton, Sam Clarke, Eli Kent, Nathan Meister, Nick Blake, Oliver Driver, Danielle Mason, Peter Feeney, Glenis Levestam.Esce nelle nostre sale con due anni di ritardo, ma è già abbastanza che trovi qualche sala dove venga proiettato. Black Sheep,
Black Sheep – Pecore assassine (Black Sheep, Nuova Zelanda, 2006) di Jonathan King; con Matthew Chamberlain, Nick Fenton, Sam Clarke, Eli Kent, Nathan Meister, Nick Blake, Oliver Driver, Danielle Mason, Peter Feeney, Glenis Levestam.
Esce nelle nostre sale con due anni di ritardo, ma è già abbastanza che trovi qualche sala dove venga proiettato. Black Sheep, opera prima di Jonathan King che ora, dopo questo successo, è al lavoro col suo secondo film da regista, interpretato da Sam Neill, è un horror di nazionalità neozelandese decisamente comico che ha fatto abbastanza parlare di sé.
La trama fa intuire sin da subito con che cosa abbiamo a che fare. Henry Oldfield torna dopo anni di terapia alla fattoria di famiglia, dove ebbe un incontro tutt’altro che felice con gli ovini. Non sa che il fratello Angus sta portando avanti un esperimento genetico proprio sulle pecore; ovviamente tutto va storto e le pecorine diventano pericolosi mostri assetati di sangue.
King affonda spudoratamente le mani nello z-movie, e non gliene importa di nulla e di nessuno. A suo modo vuole dimostrare, se mai ce ne fosse stato bisogno, che sangue e frattaglie si sposano meravigliosamente con la risata più grottesca e un po’ trash. Il risultato, che a qualcuno ha fatto storcere il naso, è divertente.
Black Sheep presenta pecoroni assassini (non zombie, ribadiamo il concetto, ma infetti!) che mordono, uccidono, guidano macchine in una delle scene più esilaranti, e sparge il sangue ovunque può. Tra l’altro si salta pure sulla poltrona, rischiando di spargere la birra ovunque. La sceneggiatura dello stesso regista comunque non si limita alle scene di comicità grossolana, ma tenta anche di scrivere, a volte riuscendoci, qualche dialogo azzeccato.
Un po’ fiacca la parte centrale, forse, ma globalmente chi ha qualche pelo sullo stomaco godrà per la violenza e riderà di gusto. Black Sheep non raggiunge di certo i livelli “disumani” e impressionanti del primo Peter Jackson, non a caso neozelandese, ma si lascia ben guardare o in una sala piena di gente o a casa con gli amici. E non ci si pente, lasciando da parte un po’ di snobismo.
Voto Gabriele: 7
Voto Carla: Beeeehhhhtte