Home Curiosità E’ morto Nagisa Oshima: aveva diretto “Ecco l’impero dei sensi”

E’ morto Nagisa Oshima: aveva diretto “Ecco l’impero dei sensi”

Filmografia e curiosità sul suo film scandalo.

di carla
pubblicato 15 Gennaio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 18:33

Se ne è andato oggi 15 gennaio il regista e sceneggiatore giapponese Nagisa Oshima, ammalato da tempo di tumore ai polmoni. Aveva 80 anni.

Oshimo si era laureato in diritto e scienze politiche alla Kyoto University e viene poi assunto dalla casa di produzione Shochiku, dove diventa assistente di registi come Yoshitaro Nomura e Masaki Kobayashi.

Nel 1960 si stacca dalla Shochiku per formare la sua società di produzione indipendente, Sozosha, nel 1965. Oshima descrive le contraddizioni e le tensioni della società giapponese del dopoguerra. I suoi film cercano di esaminare ciò che significa essere giapponese di fronte alla rapida industrializzazione e occidentalizzazione del Paese. Molti suoi film si basano su fatti reali come il più conosciuto, Ecco l’Impero dei Sensi (1976) che ha scandalizzato praticamente tutto il mondo.

Oshima è stato anche un documentarista molto attivo, teorico del cinema e un personaggio televisivo. Era infatti nel talk show “The School for Wives” dove delle donne raccontavano i loro problemi e lui rispondeva fuori campo.

Ecco l’impero dei sensi

Oshima porta sullo schermo un episodio di cronaca degli Anni Trenta ed è subito scandalo.

Un uomo e una donna iniziano una torrida relazione. Il loro desiderio diventa un’ossessione sessuale così forte che abbandonano tutto, anche la vita stessa.

Lo sapevate?

1. Dopo la prima tedesca a Berlino il film è stato confiscato come pornografico. Tuttavia, 18 mesi dopo, un giudice federale tedesco consentì il rilascio nelle sale cinematografiche, senza alcuna censura.
2. Il film è stato vietato dalla censura israeliana nel 1987. Il divieto è stato poi annullato dalla Corte Suprema.
3. Il Giappone ha leggi severe per quanto riguarda la pubblicazione di materiale pornografico. Nagisa Oshima è stato successivamente accusato di oscenità ma è stato assolto dopo un processo che si è trascinato per ben quattro anni.
4. La domanda per vedere il film nella sua prima al Festival di Cannes era così alta che vennero organizzate 13 proiezioni.
5. La scritta di sangue sul petto di Kichizo è stata trovata davvero sul cadavere dell’uomo nel fatto di cronaca del 19 maggio 1936.

Filmografia – Nagisa Oshima

– Asu no taiya (1959)
– Il quartiere dell’amore e della speranza (Ai to kibo no machi) (1959)
– Racconto crudele della giovinezza (Seishun zankoku monogatari) (1960)
– Il cimitero del sole (Taiyo no hakaba) (1960)
– Notte e nebbia del Giappone (Nihon no yoru to kiri) (1960)
– L’addomesticamento (Shiiku) (1961)
– Giovinezza sotto il ghiaccio (Kori no naka no seishun) (1962)
– Amasuka shiro Tokisada (1962)
– Un esercito imperiale dimenticato (Wasurerareta kogun) (1963)
– Io sono Bellet (Watashi-wa beretto) (1964)
– Il monumento della giovinezza (Seishun no ishibumi) (1964)
– La fortezza della tenacia (Hankotsu no toride) (1964)
– Gimei shojo (1964)
– La traversata del Pacifico del battello Chita Niseigo (Chita Niseigo taiheiyô ôdan) (1964)
– Chiisana boken ryoko (1964)
– Operaio delle ferrovie dello stato (Aru kokutetsu-jomuin) (1964)
– Ripensando alle preziose lezioni del mio professore (Aogeba totoshi) (1964)
– Poiché ti amo (Aisurebakoso) (1964)
– L’alba dell’Asia (Aija no akebono) (1964)
– Diario di Yumbogi (Yunbogi no nikki) (1965)
– L’incidente del peschereccio (Gyosen sonansu) (1965)
– Il godimento (Etsuraku) (1965)
– Il demone in pieno giorno (Hakuchu no torima) (1966)
– Cronache delle imprese dei ninja (Ninja bugei-cho) (1967)
– Suicidio forzato a due (Muri shinju: Nihon no natsu) (1967)
– Sulle canzoni sconce giapponesi (Nihon shunka-kô) (1967)
– Diario di un ladro di Shinjuko (Shinjuku dorobo nikki) (1968)
– Daitoa senso (1968)
– L’impiccagione (Koshikei) (1968)
– Il ritorno degli ubriachi (Kaette kita yopparai) (1968)
– Mao Tse-Tung e la rivoluzione culturale (Mo-taku-to to bunka daikakumei) (1969)
– Il bambino (Shonen) (1969)
– Storia segreta del dopoguerra: dopo la guerra di Tokyo (Tokyo senso sengo hiwa) (1970)
– La cerimonia (Gishiki) (1971)
– I giganti (Kyojin-gun) (1972)
– Viva il Bangladesh! (Joi! Bangla) (1972)
– Goze: Momoku no onna-tabigeinin (1972)
– Sorellina d’estate (Natsu no imoto) 1972)
– Bengal no chichi laman (1973)
– Ikiteiru nihonkai-kaisen (1975)
– The Battle of Tsushima (1975)
– Ogon no daichi Bengal (1976)
– Ikiteiru umi no bohyo (1976)
– Ikiteiru gyokusai no shima (1976)
– Denki mo-taku-to (1976)
– Ecco l’impero dei sensi (Ai no corrida) 1976)
– Yokoi shoichi: guamu-to 28 nen no nazo o ou (1977)
– Shisha wa itsumademo wakai (1977)
– L’impero della passione (Ai no borei) (1978)
– Furyo (Merry Christmas Mr. Lawrence) (1983)
– Max amore mio (Max mon amour) (1986)
– Kyoto, il posto di mia madre (Kyoto, My Mother’s Place) (1991)
– 100 Years of Japanese Cinema (1994)
– Tabù – Gohatto (Gohatto) (1999)