Inkheart– La leggenda di Cuore d’ Inchiostro: Recensione in Anteprima
Inkheart – La leggenda di Cuore d’Inchiostro (Inkheart, USA, Germania, Gran Bretagna 2008) di Iain Softley; con Brendan Fraser, Andy Serkis, Eliza Bennett, Paul Bettany, Helen Mirren, Sienna Guillory, Richard Strange, Matt King, Steve Speirs, Jamie Foreman, Stephen Graham, Mirabel O’Keefe, John Thomson, Lesley Sharp, Jim Broadbent, Rafi Gavron, Tereza Srbova.Mo e sua figlia Meggie
Inkheart – La leggenda di Cuore d’Inchiostro (Inkheart, USA, Germania, Gran Bretagna 2008) di Iain Softley; con Brendan Fraser, Andy Serkis, Eliza Bennett, Paul Bettany, Helen Mirren, Sienna Guillory, Richard Strange, Matt King, Steve Speirs, Jamie Foreman, Stephen Graham, Mirabel O’Keefe, John Thomson, Lesley Sharp, Jim Broadbent, Rafi Gavron, Tereza Srbova.
Mo e sua figlia Meggie sono due ‘lingue di fata’. Leggendo ad alta voce le storie narrate dai libri, hanno infatti la capacità di dar vita ai personaggi su carta, portandoli nel nostro mondo. Peccato che, per un personaggio che arriva, un umano parte, finendo proprio all’interno della storia narrata. Questo capita alla madre di Meggie, finita in Inkheart, romanzo fantastico raccontato da Mo alla piccola quando questa aveva appena 3 anni. Da allora 9 anni son passati, cercando in lungo ed in largo un’altra copia di quel maledetto romanzo, capace di intrappolare Resa, la mamma di Meggie, e di liberare nel nostro mondo il terribile Capricorn, i suoi scagnozzi e la mostruosa Ombra, pronta ad arrivare…
Primo capitolo di una trilogia letteraria, scritta da Cornelia Funke, Inkheart segue la non invidiabile scia di Eragon, dando vita ad un pastrocchio fantasy di rara bruttezza. Diretto dall’inadatto Iain Softley, il film riesce nell’impresa di bruciarsi un sontuoso cast e ben 60 milioni di dollari di budget, spesi quasi tutti in Liguria, finendo per dar vita ad una pellicola probabilmente inadatta ai maggiori di 12 anni…
La mania da Fantasy ha colpito ancora. Dopo Eragon e Narnia, un’altra saga rischia seriamente di non vedere mai la propria fine al cinema, grazie a questo primo disastroso capitolo di Inkheart. Inizialmente annunciati, i sequel del film, tratti dai due romanzi successivi, Inkspell e Inkdeath, sono stati immediatamente messi in stand-by, visto il disastroso risultato ottenuto al botteghino americano.
Ma d’altronde, come poter ambire a risultati maggiori dinanzi ad un’opera simile? Responsabile del papocchio Iain Softley, già uscito malconcio da K-Pax e The Skeleton Key, coadiuvato da David Lindsay-Abaire, sceneggiatore di Robots. I due, messi insieme, son riusciti a dar vita ad un mix stupido ed infantile, sinceramente per nulla divertente, emozionante o coinvolgente.
Molli e senz’anima tutti i personaggi, interpretati da attori teoricamente sopra la media ma qui palesamente annoiati e stanchi. Quasi fastidiosa, nel suo esser macchietta e per forza di cose ‘acidamente’ simpatica, la regale Helen Mirren, sceso dal pero Jim Broadbent, imbambolato come sempre Brendan Fraser, costretto all’interno di un personaggio davvero mal scritto Paul Bettany, mentre obiettivamente insopportabile la piccola protagonista, interpretata da Eliza Bennett.
Un discorso a parte merita Andy Serkis, finalmente uscito dal ruolo in Motion Capture disegnato come sempre per lui da Peter Jackson, e qui palesemente in vena. Ha voglia di farsi vedere, notare Serkis, perfetto nei panni del viscido e subdolo cattivo di turno. Peccato che il suo cattivo sia uno dei villain meno credibili della storia dei fantasy, ma questo di certo non per colpa sua.
Quali poteri avrà mai questo perfido Capricorn, vi chiederete tutti, da essere così temuto, sia all’interno di Inkheart che nel nostro mondo? Come avrà fatto a conquistare addirittura un castello, in un anfratto fra i monti liguri? Sputerà fuoco? Lancerà temibili incantesimi? Si tramuterà in mostri invincibili? Assolutamente no, nulla di tutto questo. Capricorn, infatti, possiede come unica mostruosa arma un… coltello. Esatto. Il principale cattivo di 3/4 di film (perchè poi ne arriverà un altro, quello vero…) potrebbe esser sconfitto con un cazzotto, ma viene fatto passare per imbattibile e perfido, senza spiegazione alcuna. Misteri del libro o della sceneggiatura piena di buchi? Forse quegli stessi buchi che trasformano un rapporto d’amicizia tra due dei protagonisti in un ambiguo e represso amore omosessuale (tanto è portato malamente sullo schermo il rapporto tra i due personaggi), tralasciando il braccio a pergamena biblica da 700,000 caratteri della piccola, protagonista nel finale, insieme ad una serie di spiegazioni mancate da denuncia, soprattutto per chi il romanzo originale non l’ha letto (per quale caspita di motivo la permanenza della donnola sulla terra salverebbe Bettany?!?).
A salvarsi resta sinceramente poco, per quello che può essere etichettato come un kolossal fantasy alla ‘vorrei ma non posso’, effetti speciali compresi, che molto probabilmente non vedrà mai al cinema i suoi due sequel. Ce ne faremo una ragione? Direi proprio di sì…
Voto Federico: 3,5
Voto Carla: 5/6