Cineblog intervista Aurelien Gaya: dall’Otello di Iago a Henry di Alessandro Piva
Ieri ve l’abbiamo recensito, intervistando anche il regista, Volfango De Biasi. Parliamo di Iago, nuova commedia in salsa giovanilistica che strizza l’occhio a William Shakespeare. Protagonisti le ‘star’ Nicolas Vaporidis, Laura Chiatti ed il quasi esordiente Aurelien Gaya. Proprio con il giovane Aurelien abbiamo scambiato quattro parole, per conoscerlo meglio, partendo dal suo passato francese
Ieri ve l’abbiamo recensito, intervistando anche il regista, Volfango De Biasi. Parliamo di Iago, nuova commedia in salsa giovanilistica che strizza l’occhio a William Shakespeare. Protagonisti le ‘star’ Nicolas Vaporidis, Laura Chiatti ed il quasi esordiente Aurelien Gaya. Proprio con il giovane Aurelien abbiamo scambiato quattro parole, per conoscerlo meglio, partendo dal suo passato francese ad arrivando al suo futuro tutto italiano. Un futuro che, statene certi, ce lo farà rivedere più e più volte in sala…
Aurelian, raccontaci pure chi sei. Sei francese giusto?
Sì…
Di dove per la precisione?
Parigi…
E come sei entrato tu, attore parigino e sconosciuto, in una produzione tutta italiana?
E’ stata una cosa un po’ incredibile. In Francia ho studiato recitazione per 3 anni e mezzo, dopo 3 anni di studio ho iniziato a fare vari provini, per cinema e tv. Un giorno ho ricevuto il provino di Volfango Di Biasi per Iago. Non parlavo nemmeno una parola di italiano. Inizialmente mi son detto “come faccio, non posso fare un provino, non conosco nemmeno una parola”! Così mi sono affidato ad un amico, che parla la vostra lingua. Sono stato a casa sua per giorni, ore ed ore ogni giorno, a ripetere quello che lui mi diceva. Così sono arrivato a Roma, per il provino, e l’ho passato! Ero nel film.
Immaginiamo la tua sorpresa…
Ah sì sì, ero felicissimo. Dopo 3 anni avevo l’opportunità di esordire con un grande film così, all’estero poi. Senza dimenticare il peso del personaggio… l’Otello! Anche se non è l’Otello di William Shakespeare ma quello di Volfango di Biasi…
E l’impatto con l’Italia, con il cinema italiano, con Venezia, com’è stato?
Bellissimo. Venezia è meravigliosa. Sono venuto due mesi in Italia prima dell’inizio delle riprese per imparare la lingua. Sono stato molto con Volfango, abbiamo lavorato sul personaggio, ed io mi sono potuto concentrare sull’italiano. E’ stato praticamente un incubo. 8 ore al giorno a studiare con un coach. Non ho mai visto il mare nemmeno una volta per tutta l’estate. Per due mesi non ho fatto altro che studiare l’italiano. Finiti i due mesi mi sono detto “ok, lo parlo abbastanza!”, tanto da concedermi un weekend nella mia città, a Parigi. Avevo bisogno di una pausa, di tornare a parlare la mia lingua. Per tre giorni non ho fatto nulla, nemmeno la barba!
Poi sei tornato in Italia però…
Certamente. Abbiamo iniziato a girare a Venezia, trovando inizialmente molte difficoltà. Ma alla fine ce l’ho fatta.
Sei soddisfatto del risultato finale?
Sì, sono molto contento. Ho visto il film per la prima volta venerdì scorso e mi son detto “devo rivederlo ancora”, tanto che l’ho rivisto oggi (l’altro ieri per chi legge).
E della tua prova, come la valuti… ti sei piaciuto?
E’ difficile giudicarsi, vedersi dall’esterno, io voglio sempre di più, ma sono abbastanza contento. Era la mia prima parte vera al cinema, sono uno dei protagonisti, ho recitato in una lingua che fino a 3 mesi fa non conoscevo…
Una lingua che ormai però parli quasi perfettamente, complimenti. Potrebbe tornarti utilissima per eventuali progetti futuri. Rimarrai in Italia o tornerai in Francia? Rivedremo presto Aurelien Gaya in sala?
Sì sì, la settimana prossima inizio le riprese del film di Alessandro Piva (regista di LaCapaGira e Mio Cognato), Henry, tratto dall’omonimo romanzo di Giovanni Mastrangelo. Sarò uno dei protagonisti, gireremo qui a Roma.
Quindi ormai possiamo dirlo… ti trasferisci in Italia!
Sì sì, è bellissima. Mi piace l’Italia… il caffè, la pasta, la pizza.
Ti prego dimmi anche “mandolino” che chiudiamo in bellezza!
Risata…
Grazie Aurelien, in bocca al lupo per Iago e per i tuoi progetti futuri
Crepi.