Nord – di Rune Denstad Langlo: recensione in anteprima
Nord (Nord, Norvegia, 2009) di Rune Denstad Langlo; con Anders Baasmo Christiansen, Marte Aunemo, Celine Engebrigtsen, Kyrre Hellum, Mads Sjøgård Pettersen.Iomar è un addetto a un impianto sciistico, ma ormai non vuole più lavorare, soffre di mal di testa e cade sempre più in depressione. Un giorno il suo ex migliore amico si presenta alla
Nord (Nord, Norvegia, 2009) di Rune Denstad Langlo; con Anders Baasmo Christiansen, Marte Aunemo, Celine Engebrigtsen, Kyrre Hellum, Mads Sjøgård Pettersen.
Iomar è un addetto a un impianto sciistico, ma ormai non vuole più lavorare, soffre di mal di testa e cade sempre più in depressione. Un giorno il suo ex migliore amico si presenta alla sua porta; tempo fa gli ha rubato la ragazza. L’uomo rivela a Iomar che il figlio di 4 anni è in realtà suo figlio. Iomar decide di partire con la sua slitta per arrivare al nord della Norvegia ed incontrare il figlio per la prima volta.
Il terzo film del norvegese Rune Denstad Langlo è un road movie ambientato sulle nevi in cui il protagonista viaggia con la sua slitta: niente strade e niente automobili. Sta in questo la prima e forse unica “novità” di Nord, ma ciò non serve per forza ad affossare il lavoro.
Del genere il film segue tutte le regole: Iomar durante il suo viaggio incontra varie persone, gli capita un po’ di tutto e il percorso serve a far crescere un po’ sia lui che i suoi nuovi amici. Nessuna novità, si diceva, ma è l’ambientazione stessa che regala un punto di valore alla pellicola.
La Norvegia viene descritta come una terra ostica, difficile da vivere, innevata, bianca e fredda. Poche casette sparse qua e là nel bianco in cui vivono diverse solitudini, diverse persone che in un modo o nell’altro hanno bisogno di qualcuno con cui scambiare due parole.
Lo stesso Langlo e la sua troupe hanno ovviamente vissuto dal vivo la fatica di questi luoghi, girando il film in 34 giorni in condizioni terribili, con una temperatura quasi sempre sotto i 25° e con un forte vento costante. E di conseguenza anche il lavoro sul bilanciamento del bianco si è rivelato non poco ostico.
Ne è uscito fuori, nonostante questo, un piccolo film anche nella durata e piuttosto divertente, che riesce nel suo intento di intrattenere e di invogliare lo spettatore a seguire con interesse il viaggio del suo protagonista. Lo humour poi viene qualche volta squarciato proprio nei momenti in cui si rivela la solitudine degli esseri umani, con almeno una sequenza di forte impatto (la fine del vecchio eremita).
Ironia e maliconia vanno quindi di pari passo, ma alcuni momenti di comicità sono impagabili, come tutto l’incontro con il ragazzo fuori di testa, con tanto di tecnica per ubriacarsi in fretta grazie ad un tampax in testa (!). Il dramma così a sua volta si stempera, e l’effetto ottenuto è più che gradevole, nonostante appunto tutti gli stereotipi e un po’ di (sana?) furbizia.
Possibile spoiler. Ma il momento in cui Nord torna a convincere davvero è proprio il finale, che ritorna a ribadire un semplice concetto: il finale aperto è il finale degli “autori”, sempre se ben utilizzato e sempre se giunge alla fine di una visione meritevole, chiaramente. Il film di Langlo si chiude in modo perfetto, come meglio non avrebbe potuto, e resta monco: con un’ultima bellissima inquadratura, che è emozionante e a suo modo davvero originale.
Voto Gabriele: 7
Dal 26 febbraio al cinema.