La Casa del Diavolo
LA CASA DEL DIAVOLO di Rob Zombie; con Sid Haig, Bill Moseley, Sheri Moon, William Forsythe, Ken Foree, Matthew McGrory.Giusto per iniziare, non sarebbe neanche corretto il titolo La Casa del diavolo: al di là che il titolo corretto sarebbe “I reietti del diavolo”, qui il sostantivo “casa” non ci sta proprio. Perchè se nel
LA CASA DEL DIAVOLO
di Rob Zombie; con Sid Haig, Bill Moseley, Sheri Moon, William Forsythe, Ken Foree, Matthew McGrory.
Giusto per iniziare, non sarebbe neanche corretto il titolo La Casa del diavolo: al di là che il titolo corretto sarebbe “I reietti del diavolo”, qui il sostantivo “casa” non ci sta proprio. Perchè se nel precedente film, La Casa dei 1000 corpi, c’era veramente una casa in cui si svolgeva la vicenda della pellicola, una casa terrificante, in questo sequel siamo dalle parti del road movie. E di case, al massimo, se ne vedono tante. La casa della famiglia Firefly, la stanza di un motel, il bordello di Charlie… Rob Zombie descrive l’America in modo particolare, un’America sporca, in quella che potrebbe essere la versione splatter e ancor più sporca di Cuore selvaggio. Un film che ha dalla sua parte quest’ottima descrizione di una nazione, cosa che il precedente La casa dei 1000 corpi forse non aveva: ecco, se il precendente film di Zombie (di cui questo è ufficialmente il sequel) giocava più sull’effetto horror e sulla visione (cosa riuscita molto bene al regista/metallaro), La casa del diavolo scava di più, nei generi e nelle psicologie dei personaggi. E La casa del diavolo è decisamente più bello de La casa dei 1000 corpi. Ciò che non funzionava in quel film (che resta comunque un esempio valido di buon horror contemporaneo), in primis un finale buttato un po’ nel baracconesco, qui funziona a meraviglia, con un finale da vedere e rivedere trecento volte di fila. E funziona ancor meglio la sceneggiatura, che questo giro mescola sequenze puramente horror a dialoghi belli e grotteschi, intelligenti e funzionali con un pizzico di pulp. Il ritmo è frenetico, il mix dei generi (commedia macabra e western in più di una sequenza) funziona alla grande, e il montaggio è veramente una chicca. Come la colonna sonora, veramente strabiliante e sfruttata nel miglior modo possibile.
E stiamo parlando di un film che cita, cita, cita, senza cadere nel citazionismo fine a se stesso. Ken Foree (Charlie, il “fratello di sangue” di Spaulding) è il protagonista di Zombi, Michael Berryman il cannibale de Le colline hanno gli occhi; e poi, visto che La casa dei 1000 corpi era stato un po’ definito il vero remake di Non aprite quella porta, ecco che Zombie inserisce più di una citazione dedicata ai primi tre film di quella saga: una maschera fatta di pelle umana proprio come Leatherface, lo sceriffo Wydell che vuole vendicarsi del fratello ucciso dai Firefly proprio come il personaggio di Dennis Hopper in Non aprite quella porta 2, e una scena in cui Otis, incatenato su una sedia dallo sceriffo, viene inchiodato alla sedia con due chiodi sulle mani, come succede alla protagonista di Leatherface – Non aprite quella porta III.
Magnifico poi il trio principale di attori, da Sid Haig (Spaulding) a Bill Moseley (Otis), alla bellissima Sheri Moon (Baby); anche William Forsythe nella parte dello sceriffo convince molto.
Un horror con i contro, davvero bello, che potrebbe davvero rivoluzionare, e col tempo diverrà senz’altro un cult. Se non lo è già.
Voto Gabriele: 9