Aurelio DeLaurentiis non si smentisce mai: niente proiezione stampa per Natale in Sudafrica
Anche quest’anno l’ha fatta a tutti i giornalisti. Dopo anni ed anni di polemiche, il cinepanettone 2010 segue la scia dei predecessori, presentandosi alla stampa solo e soltanto attraverso la solita conferenza promozionale, senza prima essersi fatto vedere. Niente proiezione stampa per Natale in Sudafrica, ma solo una conferenza ‘marchetta’ in cui nessun giornalista presente
Anche quest’anno l’ha fatta a tutti i giornalisti. Dopo anni ed anni di polemiche, il cinepanettone 2010 segue la scia dei predecessori, presentandosi alla stampa solo e soltanto attraverso la solita conferenza promozionale, senza prima essersi fatto vedere. Niente proiezione stampa per Natale in Sudafrica, ma solo una conferenza ‘marchetta’ in cui nessun giornalista presente potrà fare domande attinenti al film, non avendolo visto. Lo scorso anno fu il SNGCI (Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani) a lanciare l’ennesimo grido d’allarme, con i giornalisti italiani letteralmente trasformati in ‘uffici stampa’ di Aurelio DeLaurentiis e del suo cinepanettone.
Il produttore, dal canto suo, promise che per il cinepanettone del 2010, ovvero Natale in Sudafrica, la proiezione ci sarebbe stata. Detto, fatto? Assolutamente no. Detto, dimenticato. E attenzione, qui nessuno sostiene che un’anteprima stampa sia ‘obbligatoria’, anzi, son sempre più le major che preferiscono distribuire un film senza farlo vedere ai giornalisti, ma montarci sopra una conferenza stampa è qualcosa che in Italia annualmente avviene solo e soltanto con i cinepanettoni. Le parole pronunciate da DeLaurentiis solo un anno fa d’altronde risuonano ancora chiare:
“I giornalisti cinematografici hanno un compito duplice: la critica, che non riguarda questa sede e queste pellicole, e il «colore». Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, avere o meno il film a disposizione è ininfluente”.
Una probabile verità, quella del Presidente del Napoli, se non fosse che basterebbe togliere anche il colore, da parte degli addetti ai lavori, e completare il quadro. Disertare la conferenza stampa, lasciare l’intero cast del film in una stanza tristemente vuota, sarebbe la risposta adeguata ad un simile e ripetuto comportamento, tra l’altro ogni anno malamente giustificato (lo scorso anno la ‘colpa’ venne attribuita a disguidi tecnici relativi alle copie del film. Chissà cosa sarà successo quest’anno…), perché il compito di un critico/giornalista è anche se non soprattutto quello di fare domande. E porle in base a ciò che ‘dice’ un pressbook della Filmauro, con aggettivi altisonanti e paragrafi compiacenti, non è affatto ‘colorato’, ma a dir poco umiliante.