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Crash – Contatto fisico

CRASH di Paul Haggis; con Don Cheadle, Matt Dillon, Sandra Bullock, Jennifer Esposito, Thandie Newton, Ryan Phillippe, Brendan Fraser.Ha lo stesso titolo del capolavoro di Cronenberg, ma è un film diverso anche se gli incidenti stradali sono ancora usati metaforicamente. Paul Haggis, al suo esordio da regista, si ridimostra innanzitutto un grande sceneggiatore, riconfermando l’idea

4 Agosto 2006 06:00


CRASH
di Paul Haggis; con Don Cheadle, Matt Dillon, Sandra Bullock, Jennifer Esposito, Thandie Newton, Ryan Phillippe, Brendan Fraser.

Ha lo stesso titolo del capolavoro di Cronenberg, ma è un film diverso anche se gli incidenti stradali sono ancora usati metaforicamente. Paul Haggis, al suo esordio da regista, si ridimostra innanzitutto un grande sceneggiatore, riconfermando l’idea che critica e pubblico avevano avuto di lui in Million dollar baby di Eastwood: con sapienza Haggis imposta la trama, composta da circa una decina di storie, in 36 ore, in cui i personaggi vivranno i loro conflitti e spesso si incroceranno. Con dolore. Crash è un film che parla di pregiudizi, di razzismo, di paura. Vale la pena parlare ancora di post-11 settembre come molta critica ha fatto? Direi di no, sarebbe come negare che questi pregiudizi contro un colore di pelle diversa non siano esistiti prima. Al massimo l’11 settembre li ha, se possibile, fatti crescere ancora di più. In ogni caso Haggis con molta intelligenza tratta i suoi temi, e fra situazioni provocatorie e dialoghi azzeccati ci trasporta senza alcuna caduta di ritmo fra personalità vere e reali e dolori sinceri. Pare che gli stessi pregiudizi razziali dei bianchi e la stessa difficoltà per i neri di mettersi alla pari dei bianchi in una terra come l’America sia il vero scontro del film, il vero “crash”. Che, è ovvio, ne innesca molti altri a catena. Una serie di tamponamenti in cui i personaggi non ne possono che uscire demoliti, distrutti nell’animo, ma forse non ancora sconfitti: la speranza è l’ultima a morire. Ottimo cast, fra cui spicca sicuramente Matt Dillon col suo personaggio che vorremmo tanto odiare, e per il quale invece non possiamo che provare pietà; brava anche la Bullock, che personalmente non amo da impazzire, ma che invece offre una prova giustamente “stressata” e sconfitta; bravi anche tutti gli altri, e particolare attenzione anche per Ryan Phillippe che delinea un personaggio all’inizio comprensivo e idealista, e che poi si trova ad una situazione molto più grande di lui…

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