Roma 2011 – La Kryptonite nella Borsa: Recensione in Anteprima
L’esordio italiano più atteso del Festival Internazionale del Film di Roma, con tanto di affollatissima anteprima stampa. La Kryptonite nella Borsa, debutto alla regia di Ivan Cotroneo, ha finalmente innalzato il livello qualitativo tricolore di questa sesta edizione, fino ad oggi particolarmente avara.
L’esordio italiano più atteso del Festival Internazionale del Film di Roma, con tanto di affollatissima anteprima stampa. La Kryptonite nella Borsa, debutto alla regia di Ivan Cotroneo, ha finalmente innalzato il livello qualitativo tricolore di questa sesta edizione, fino ad oggi particolarmente avara.
Diplomato in sceneggiatura presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, e ‘padre’ degli script di Mine Vaganti, Io sono l’Amore e della fortunata serie televisiva Tutti pazzi per amore, Ivan Cotroneo ha così fatto il grande passo, finendo dietro quella macchina da presa fino ad oggi tenuta a debita distanza. Per riuscire nell’impresa Cotroneo si è affidato ad uno dei suoi quattro romanzi pubblicati, adattandolo per il grande schermo.
In arrivo nei cinema italiani il 4 novembre, con distribuzione Lucky Red, il film ha innegabilmente confermato le qualità del debuttante regista, purtroppo incapace di convincere del tutto. Perché La Kryptonite nella Borsa effettivamente vola, come il più classico dei supereroi dei fumetti, toccando vette particolarmente elevate, per poi precipitare pericolosamente. Con o senza Kryptonite…
Siamo nella Napoli degli anni 70. Peppino Sansone ha solo 9 anni, un enorme paio di occhiali, due occhioni azzurri, un casco di capelli ricci e una famiglia affollata e piuttosto scombinata. Nel suo folle e colorato mondo ‘recitano’ i due giovani zii, Titina e Salvatore, figli dei fiori che sognano Londra, tra peace and love, lsd e amore libero; la dolce mamma, dal giorno alla notte chiusa in un incomprensibile silenzio; l’apprensivo papà, che acquista e ‘uccide’ pulcini; e soprattutto, lui, Gennaro, suo cugino più grande, che si crede Superman. Con tanto di Kryptonite da cercare in ogni dove…
Tristemente abituati negli ultimi anni a commedie becere, di stampo televisivo e spesso e volentieri prodotte in fotocopia, La Kryptonite nella Borsa rappresenta con assoluta certezza una bella boccata d’ossigeno per il solitamente affannato cinema tricolore. Merito di un giovane sceneggiatore negli ultimi anni riuscito a partorire script di successo, tanto per la tv quanto per il cinema, e ora deciso a ‘provare’ il salto in cabina di regia.
Probabilmente troppo sicuro delle proprie qualità, e consapevolo dell’attesa nei confronti di questo debutto, Ivan Cotroneo ha finito per partorire un film a due facce. Originale, in alcuni casi ‘geniale’, furbo e tecnicemente ineccepibile, quanto obiettivamente ‘povero’ di contenuti, a tratti con il freno a mano tirato e troppo spesso apparentemente ‘forzato’, nel voler stupire e divertire a tutti i costi.
Una pellicola a metà, come detto, trascinata da una splendida colonna sonora capitanata da David Bowie e da una serie di trovate oggettivamente riuscite e particolarmente interessanti. Dal surreale Superman, interpretato da un esilarante Vincenzo Nemolato, ad alcune chicche ‘visionarie’, come la classifica delle ‘tre madri’ del piccolo Peppino, portato in sala da un promettente e stupefacente Luigi Catani.
Se la fotografia vintage di Luca Bigazzi ammalia, a conquistare è anche la splendida Napoli che fa da sfondo alla storia, ben ‘raccontata’ sia scenograficamente che nei costumi, colorati e psichedelici proprio come i protagonisti chiamati ad indossarli. Tra tutti troneggiano il folle Superman e il dolce Luigi, facce di una stessa medaglia, fatta di diversità ed accettazione. Stona il modo in cui Cotroneo si limiti ad ‘accennare’, sfiorandolo appena, il tema dell’omosessualità nei confroni del presunto eroe in calzamaglia, come se avesse timore di gettare troppa carne al fuoco, in un titolo evidentemente chiamato ad abbracciare consensi bipartisan.
Ad una brava Valeria Golino, prima solare e poi depressa per una triste verità scoperta, si affiancano un convincente Luca Zingaretti, una Cristiana Capotondi meno fastidiosa del solito, un Libero De Rienzo lontano parente del Santa Maradona che fu, e quel Fabrizio Gifuni diventato in pochi mesi il ‘nuovo che avanza’ del cinema nazionale. E con merito.
Scoppiettante all’avvio, il film perde quota con il passare dei minuti, perché incapace di resistere alla pesantezza della crisi d’amore che vede protagonista la Golino, per poi riprendere posizione grazie proprio a quell’assurdo Superman che diverte ed affascina, completando un quadro dalla cornice solare, originale e maledettamente affascinante, ma dalla tela imperfetta, spesso forzata, ma ricca di speranze per il futuro.
Voto Federico: 7 –
Uscita in Sala: 4 novembre
Qui il trailer italiano
La Kryptonite nella Borsa (Ita, 2011) di Ivan Cotroneo; con Valeria Golino, Cristiana Capotondi, Luca Zingaretti, Libero De Rienzo, Fabrizio Gifuni, Luigi Catani