The Special Need: nuovo trailer e uscita evento per la Giornata mondiale dell’autismo
The Special Need: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul film documentario nei cinema italiani dal 1° aprile 2014.
Aggiornamento di Pietro Ferraro
The Special Need, lungometraggio d’esordio del regista udinese Carlo Zoratti, fruirà di un uscita evento l’1 e 2 aprile in occasione della Giornata mondiale dell’autismo.
Dopo Zoran di Matteo Oleotto e TIR di Alberto Fasulo, diventati entrambi dei veri e propri casi ecco un altro docufilm in formato road movie tanto insolito quanto sorridente, che indaga sul tema del sesso, dell’amicizia e della disabilità.
Vi segnaliamo che sul sito ufficiale del film trovate la lista delle sale che programmeranno il film.
La trama ufficiale del film:
Enea ha trent’anni, un lavoro e una necessità speciale: fare (finalmente) l’amore. Un’impresa non facile per un ragazzo autistico, se non fosse che Enea ha anche due amici, Carlo e Alex, fermamente decisi ad aiutarlo. Basteranno un piccolo viaggio e una grande complicità tutta maschile per creare le giuste condizioni?
Intervista al regista Carlo Zoratti:
Sessualità e disabilità: il tema di fondo è così forte, così ingombrante, che molti spettatori non riusciranno a vedere tutto il resto. Non vedranno che The Special Need, fondamentalmente, parla di amicizia e di relazioni emotive.
È proprio l’amicizia che, in alcuni casi, ha disorientato il pubblico dei focus group: testando le reazioni al film, ho notato che spesso risultava strano un rapporto come quello fra me, Alex ed Enea. Risultava strano che un ragazzo autistico avesse attorno a sé non solo i familiari e i terapisti, ma degli amici, con tutte le dinamiche che l’amicizia comporta. Ora: non so perché ci si immagini un orizzonte quotidiano tanto chiuso, ma so che il rapporto fra me, Alex ed Enea è l’anima autentica del film. Il suo motore, la sua scintilla. E non ho sentito il bisogno di spiegare agli spettatori, magari con una voce fuori campo, tutto ciò che sta a monte della prima inquadratura. Da quando un’amicizia va spiegata?
Un’amicizia di vecchia data?
Conosco Enea da quando abbiamo quindici anni. Mi piacerebbe poterti raccontare che ci siamo incontrati in seguito a una scelta nobile, una profonda vocazione per il sociale, ma la verità è che volevo rimorchiare una ragazza! Parliamoci chiaro: all’epoca frequentavo un istituto tecnico, dove il 99% degli iscritti era di sesso maschile, portavo i capelli lunghi fino alle spalle e suonavo in una band metallara. Quante possibilità avevo di trovare una morosa? Così, assieme ad un amico, mi sono chiesto: «Dov’è che possiamo rimorchiare senza avere concorrenti?». E lui, trafitto da un colpo di genio: «In un’associazione per disabili! Le volontarie sono sempre ragazze!». È lì che ho conosciuto Enea: mi ha colpito subito, c’è stata un’intesa praticamente immediata. Il resto è venuto da sé. E la mia prima morosa, poi, l’ho davvero trovata fra le quattro mura dell’associazione! Ci tengo a sottolinearlo.
Università e lavoro ti hanno portato fuori dal Friuli: come ha vissuto Enea questa “interruzione”? E come avete riallacciato i fili?
Il contatto, in qualche modo, non si è mai spezzato, anche se la distanza ha colpito me più di quanto non abbia colpito Enea: me ne sono reso conto appena l’ho rivisto. Ero partito lasciando un ragazzino, o quantomeno l’immagine di un ragazzino, e dopo quattro anni ho abbracciato un uomo. Un giovane uomo che si era pure fatto crescere un po’ di barba! The Special Need, a tutti gli effetti, è nato in quell’istante. Dal corto circuito fra l’Enea che ricordavo e l’Enea che, nel frattempo, era “andato avanti”. Io, appunto, avevo accumulato una lunga serie di esperienze. Didattiche, professionali, sentimentali. E lui? Quali esperienze aveva accumulato, lui? Il passaggio dalla mia curiosità personale al desiderio di tradurla in racconto è stato assolutamente naturale.
A proposito di naturalezza: è solo un’impressione “da spettatore” o davvero la macchina da presa non ha intimidito Enea?
Per intimidire Enea ci vuole ben altro che una macchina da presa! Il signorino, durante l’anno e mezzo di lavorazione, si è semplicemente goduto l’avventura: tutta la fatica è toccata a noi, così come tutta la responsabilità. Del resto, possiamo dargli torto? In viaggio con gli amici a fare cazzate, a conoscere ragazze, a sbirciare nuovi panorami fuori dal finestrino, trovandosi costantemente al centro dell’attenzione…
L’entusiasmo di Enea ci ha ripagati di ogni singolo sforzo, e di ogni singola preoccupazione, specie quando si è impadronito del set e ha “dettato legge”: Un lavoro che ha preso forma settimana dopo settimana, per non dire minuto dopo minuto, simultaneamente alle emozioni e alla progressiva consapevolezza di Enea.
Consapevolezza del meccanismo cinematografico?
Sì, anche, ma prima di tutto consapevolezza di se stesso. Infatti Enea, ogni volta che proiettiamo pubblicamente il film, lo vuole rivedere. Dice che gli piace stare in sala per «sentire la gente che ride». Gli piace perché, attraverso le reazioni del pubblico, capisce di essere divertente. Intuisce che anche la sua vita può essere importante e affascinante. Una vita dove la diversità non soffoca o non inquina necessariamente la normalità.
The Special Need: Tucker Film porta al cinema l’amore e l’amicizia che non temono l’autismo
Aspettando “The Special Need”, documentario on the road e indagine sentimentale sulla normalità della diversità, che racconta l’avventura di un ragazzo ‘speciale’ che vuole fare l’amore.
Dall’Eneide di Virgilio al road movie di Carlo Zoratti, Enea resta un personaggio destinato a sfidare il fato, con quei limiti e bisogni che spingono a intraprendere viaggi avventurosi. Questa volta però Enea non vuole fare la guerra ma l’amore, quello che per intenderci smuove ‘buoi’ in tutto il mondo.
Enea ha trent’anni, un lavoro e un problema. Anzi: più che un problema, una necessità. Una necessità speciale: fare (finalmente) l’amore. Enea ha anche due amici, Carlo e Alex, fermamente decisi ad aiutarlo. A prenderlo sottobraccio con allegra dolcezza. Se non è facile realizzare i propri sogni, non è certamente facile realizzare quelli degli altri. E il sogno di Enea, impigliato nella rete dell’autismo, richiede una manutenzione delicatissima. Basteranno un piccolo viaggio in un furgone e una grande complicità tutta maschile per creare le giuste condizioni?
L’opera prima di Carlo Zoratti, che arriva dalla direzione artistica del tour 2013 di Jovanotti, parte proprio dalla fermata dell’autobus 11 di Udine, con la complicità e l’affetto di amici di vecchia data, quella del regista con il protagonista ‘decisamente speciale’, nel cast che conta Enea Gabino, Alex Nazzi, Carlo Zoratti, Bruna Savorgnian, Carla Meneghin, Pia Covre, Carla Corso, Ute Prankl, Lothar Sandfort, Francesca Mucignat, Nerino Gabino e Elia Gabino.
«Io ed Enea ci conosciamo da quando abbiamo quindici anni. Abbiamo deciso di fare questo documentario quattro anni fa, in piedi davanti alla fermata dell’autobus 11 a Udine. Quel giorno gli ho chiesto se aveva la ragazza: io ne avevo conosciute molte, perché lui no? Nel 2012, quando sono iniziate le riprese, non sapevamo dove sarebbe arrivata la nostra storia, quale sarebbe stata la strada. Ogni giorno Enea cambiava traiettoria e io dovevo seguirlo, accettando che fosse lui a guidarmi…» Carlo Zoratti
Carlo: Alex ha avuto più di trenta ragazze. Enea, tu quante?
Enea: Io… ne avevo dieci. Poi le ho lasciate tutte.
Alex: Ne avevi dieci in una volta sola?
Enea: Sì, in una volta sola.
Carlo: Hai fatto l’amore con dieci ragazze?
Enea: Eh, cercavo.
Carlo: Ma non ci sei riuscito?
Enea: No.
Alex: Perché non sei riuscito?
Enea: Perché un po’ non avevo neanche tempo.
Un documentario on the road, sceneggiato dallo stesso Carlo Zoratti con Cosimo Bizzarri, prodotto da Videomante e Detailfilm, in coproduzione con ZDF, con il sostegno del Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia e di Rai 3, già applaudito al Festival di Locarno, e premiato dalla giuria tedesca del Dok Leipzig, perché
«Era da tanto tempo che un documentario non raccontava la tragedia e la commedia della vita con tutta questa empatia»
The Speciale Need, partito da Udine, come Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto e Tir di Alberto Fasulo, resta on the road con la Tucker Film, per far tappa al 25° Trieste Film Festival, dove è in concorso nella sezione Documentari, domani, sabato 18 gennaio, alle 18.00, in Sala Tripcovich. Da subito sold out tra i film disponibili in streaming gratuito on line su My Movies (mannaggia).
Tutti gli altri potranno aspettare questa deliziosa avventura itinerante, nel cinema più vicino a casa o al cuore, dal prossimo 2 aprile 2014, Giornata Mondiale dell’Autismo.
«Per noi che abbiamo avuto la fortuna e, in qualche modo, l’incoscienza di viverlo dall’interno, The Special Need non è solo un documentario: è un progetto fuori dagli schemi dove le consuete dinamiche operative hanno lasciato spazio a una dimensione condivisa. Un perimetro dove i singoli ruoli “del set” sono sfumati l’uno dentro l’altro, disegnando una straordinaria mappa di legami affettivi: con Enea, ovviamente, e con tutti gli altri compagni di avventura» Erica Barbiani (la produttrice)
Via | The Special Need – Tucker Film – Flickr