Un Natale Stupefacente: Recensione in Anteprima
Tra erba e assistenti sociali sessualmente ambigui, sbarcano al cinema Lillo e Greg con Un Natale Stupefacente
Dopo 25 anni di ininterrotta e proficua collaborazione Neri Parenti e Aurelio De Laurentiis si sono detti addio. Colpi di fortuna, uscito esattamente un anno fa, è stato l’ultimo poco fortunato progetto dei due, separatisi e per la prima volta in questi giorni l’uno contro l’altro. Perché se il regista ha dato vita a Ma tu di che segno Sei?, ritrovando Massimo Boldi, il Presidente del Napoli e della Filmauro ha proseguito la tradizione del ‘cinepanettone’ da lui inventato con Un Natale Stupefacente, affidato a Volfango De Biasi, sceneggiatore degli ultimi due capitoli della serie qui promosso in cabina di regia.
Fermo dal 2009, anno del terrificante Iago, De Biasi era chiamato ad una rinascita 7 anni dopo il successo ottenuto da Come tu mi vuoi. Per riuscire nell’impresa ha ridato credito a quella coppia comica nel 2012 quasi per caso capitata in Colpi di Fulmine. Parenti e De Laurentiis, in difficoltà perché senza ‘duo’ nel cast, finirono tra le braccia di questi due romani che di fatto trainarono il divertente episodio dell’ambasciatore e dell’autista. Qui promossi ad assoluti protagonisti, Pasquale Petrolo e Claudio Gregori hanno confermato tutte le proprie capacità comiche, dando senso ad un cinepanettone solo parzialmente differente dai precedenti.
Abbandonato l’impianto ad ‘episodi’, De Biasi ha ‘ripulito’ il 31esimo film di genere targato De Laurentiis sfruttando proprio l’alchimia dei due romani, di fatto da sempre inseparabili, per strappare qualche sana risata. Ambientata alla vigilia di un Natale decisamente poco natalizio, la pellicola vede Remo ed Oscar ‘costretti’ a prendersi cura del nipotino di 8 anni a causa dell’arresto dei suoi genitori, fermati con l’accusa di coltivazione di sostanze stupefacenti. Due zii atipici, con il primo appena lasciato dalla moglie e geloso del suo nuovo compagno e il secondo musicista single convinto che improvvisamente perde la testa per una ragazza conosciuta in discoteca. A complicare le cose due zelanti e sessualmente ambigui assistenti sociali, chiamati a ‘testare’ la strana famiglia per verificarne l’idoneità.
Soggetto semplice e tutt’altro che mirabolante, con intrecci di coppia e di coppie, immancabili equivoci, piani sentimentali per ristabilire amori naufragati e gag trite e ritrite, tra famiglie tradizionali e non, affido di minori, spaccio e coltivazione di sostanze ‘illegali’. La formula del cinepanettone all’italiana funziona da tre decenni, ha ingrassato le tasche del suo produttore, reso felici gli esercenti, fatto ammattire i critici e divertire milioni di spettatori paganti. Poi qualcosa si è rotto nel corso dell’ultimo lustro, con gli ingredienti principali della pietanza che sono andati via via perdendosi per strada. Prima Boldi, poi De Sica ed infine Parenti. Gli incassi si sono più che dimezzati e la concorrenza si è inspiegabilmente moltiplicata, tanto da costringere la ‘cucina produttiva’ a cambiare registro. O almeno a provarci.
Di realmente stupefacente, in questo Natale 2014 firmato Filmauro, c’è poco o niente se non la composizione di un cast finalmente indovinato. Se Lillo e soprattutto il mattatore Greg portano letteralmente sulle proprie spalle l’intera commedia, funzionano anche i comprimari. Dalla coatta e smemorata Paola Minaccioni ad una Ambra Angiolini versione finta ‘strappona’, per poi passare al tatuato Paolo Calabresi e ai due sorprendenti Francesco Montanari e Riccardo De Filippis, oggettivamente esilaranti nell’indossare gli abiti di due assistenti sociali omosessuali ma repressi. Il surreale colloquio con i due zii impreziosito dalle macchie di Rorschach vale mezzo film. Solo sempre loro due a far fare il ‘salto’ di comicità al prodotto.
Ma non tutto è oro quel che luccica, ovviamente. A mancare è una certo ritmo, con l’ormai cronico inascoltabile doppiaggio da cinepanettone ad appesantire la messa in scena, così come stridono alcune scelte di scrittura che definire assurde è dire poco (il bimbo in discoteca, la meravigliosa casa di un Lillo musicista da sagre di paese), per quello che si potrebbe definire un film di genere alleggerito rispetto al passato, meno strafottente, maschilista e un pelo più studiato, anche se estremamente povero nell’evoluzione della già scialba trama e alquanto sfacciato nell’omaggiare titoli come l’Erba di Grace nel liberatorio finale. Sulla regia, infine, pesa l’impianto televisivo di fondo, con quel tappeto musicale da confortevole serie Rai che ti fa diventare pazzo, perché semplicemente improponibile.
Difetti neanche a dirlo a profusione, soprattutto se paragonati a titoli esteri di tutt’altra caratura ma in questo caso da soppesare e comunque relazionare ad un genere nostrano che ultimamente ha più volte raschiato il fondo del barile. Tralasciando Scusate se Esisto!, commedia italiana Regina di questi ultimi 6 mesi, Un Natale Stupefacente ha infatti vinto la tutt’altro che impossibile sfida diretta con i principali contendenti delle Feste, vedi l’improponibile Ma tu di che Segno Sei? e il deludente Il ricco, il povero e il Maggiordomo di Aldo, Giovanni e Giacomo. Perché almeno in questo caso, chi l’avrebbe mai detto, ogni tanto si ride, anche se far peggio della diretta concorrenza era effettivamente quasi impossibile. Quasi, per l’appunto, visto e considerato che al peggio non c’è davvero mai fine. E noi italiani lo sappiamo bene, soprattutto a Natale.
Voto di Federico: 5+
Un Natale Stupefacente (Ita, commedia, 2014) di Volfango De Biasi; con Pasquale Petrolo, Claudio Gregori, Ambra Angiolini, Paola Minaccioni, Paolo Calabresi, Niccolò Calvagna, Francesco Montanari, Riccardo De Filippis – uscita giovedì 18 dicembre 2014.