La Ricompensa del Gatto: la recensione del film Ghibli
Dopo 14 anni d’attesa esce anche nei cinema d’Italia La ricompensa del Gatto, spin-off Ghibli de I Sospiri del mio Cuore.
Spin-off de I sospiri del mio cuore, in cui comparivano per l’appunto i due protagonisti animali della storia, The Cat Returns, questo il titolo internazionale, sarà innegabilmente amato dai tanti che da sempre idolatrano lo studio costruito da Hayao Miyazaki per la sua creatività e la spiccata fantasia, in grado di oscillare continuamente tra mondi incantati e realtà, animali parlanti e buffe avventure.
Protagonista della storia Haru, una ragazzina di 17 anni goffa e annoiata perché stanca della propria vita studentesca. Tutto cambia quando un pomeriggio, tornando a casa da scuola, salva un gattino che stava per essere investito da un camion. Incredula osserva il gatto alzarsi sulle zampe, levarsi la polvere da dosso e ringraziarla. Parlandole. Convinta di aver sbattuto la testa e di aver avuto una visione Haru torna a casa, quando in piena notte il Re dei Gatti in persona va a farle visita, perché quel gatto da lei salvato non era nient’altro che suo figlio, ovvero il Principe ereditario. Haru viene così ‘ricompensata’ dal sovrano con una proposta che inizialmente sembrerebbe quasi intrigarla: diventare la moglie del Principe dei Gatti. Rapita e portata nel Regno dei Gatti, la ragazzina verrà aiutata dal gatto Barone, il gattone Muta e il corvo Toto, chiamati a riportarla nel mondo degli umani prima che anche lei si trasformi in animale. Perdendo così l’opportunità di tornare quel che era.
Poco più di 70 minuti per un cartoon fantasioso e originale, quello realizzato da Morita. Un vero e proprio coming-of-age animato che vede una complessata adolescente, incapace di relazionarsi con gli altri e a dir poco insicura, maturare definitivamente grazie ad un’avventura strampalata e al tempo stesso assai rischiosa. Sfruttando le infinite possibilità concesse dagli animali antropomorfi, che di fatto vivono come noi umani ma in una realtà parallela alla nostra, Morita dissemina la pellicola di spassose idee (i gatti guardia del corpo sono sublimi), concentrando le proprie attenzioni sull’elegante e fascinoso Barone e sul suo gigantesco ‘aiutante’, ovvero il cinico, permaloso e splendidamente polemico Muta (già visti ne I sospiri del mio cuore). Saranno proprio loro, che vivono tra noi umani, ad aiutare la povera Haru, effettivamente ricompensata dal gatto ma non con il temuto matrimonio bensì tramite una piena coscienza di se’, finalmente agguantata dopo anni di difficile gestione adolescenziale.
Un’opera probabilmente ‘minore’, all’interno della filmografia Ghibli, ma indubbiamente divertente. Sicuramente meno ‘matura’ e ‘sfaccettata’ rispetto a tante altre, ma mai noiosa o anche solo banale, anche perché priva di momenti morti e dal punto di vista animato ‘vecchia scuola’, tanto da ricordare gli anime anni ’90. Impossibile, infine, non spendere due parole sull’adattamento dei dialoghi, ancora una volta troppo ‘slegato’ al contesto e al suo pubblico di riferimento, sbandierando termini di fatto scomparsi dall’uso comune italico. Una meno accentuata ‘fedeltà’ alla traduzione dal giapponese, in questi casi, sarebbe cosa buona, sensata e giusta.
[rating title=”Voto di Federico ” value=”7″ layout=”left”]
La Ricompensa del Gatto (Giappone, animazione, 2002, Neko no ongaeshi) di Hiroyuki Morita; cCon Chizuru Ikewaki, Yoshihiko Hakamada, Aki Maeda, Takayuki Yamada, Hitomi Sato, Kenta Satoi, Mari Hamada, Tetsu Watanabe, Yôsuke Saitô – uscita martedì 9 febbraio e mercoledì 10 febbraio 2016.