Kung Fu Panda 3 – Recensione in Anteprima
Dopo 5 anni d’attesa il Panda Po torna nei cinema d’Italia con Kung Fu Panda 3.
Un debutto da 100 milioni di dollari di budget per il regista italiano, da tempo dipendente Dreamworks Animation. Nel suo passato si ricordano Dragon Trainer 2 (come co-head of story), Kung Fu Panda 2 (come story-artist), Dragon Trainer (come head of story), Kung fu Panda (come supervisore dell’animazione e story artist), La gang del Bosco (come story artist e animatore) e Sinbad – la leggenda dei sette mari (come animatore). Figlio d’arte, Carloni ha scalato dall’interno le gerarchie Dreamworks fino ad arrivare al più ambito dei ruoli, che ha in questo caso preso vita con uno dei personaggi più amati e redditizi dello studios insieme agli animali di Madagascar.
Alla fine del secondo capitolo, come ricorderete, Po scopriva di avere un padre diverso dall’oca mr. Ping. Un padre biologico chiassoso, esuberante e mangione che farà finalmente la sua comparsa facendo ricongiungere l’amato figlio con il proprio ‘io, rappacificandolo con l’idea che ha di se’ stesso. Per riuscire nell’impresa Po va alla scoperta di un paradiso segreto dei panda, dove poter imparare a gestire il Chi, ovvero quella forza ed energia vitale che può volgersi tanto al bene quanto al male. Questo perchè direttamente dal regno degli Spiriti un temibile vecchio guerriero ha deciso di tornare nel regno dei vivi per dominare il mondo. Kai il suo nome, gigantesco bisonte che uno dopo uno assorbirà il Chi di tutti gli insegnanti di kung fu del regno, compresi Shifu, i Cinque Cicloni e soprattutto Oogway, l’anziana tartaruga che secondo la leggenda ha inventato il kung fu. Solo Po, guerriero dragone, potrà e dovrà fermarlo.
Un lungometraggio quanto mai attuale nei confronti del dibattito politico italiano, quello diretto a 4 mani dalla Nelson e da Carloni. A trionfare, infatti, è la famiglia molto poco tradizionale di Po, abbandonato dai genitori biologici, cresciuto da un padre single ed ora di nuovo riunitosi con il padre reale. Una sorta di famiglia omogenitoriale con due papà e un unico pargolo, per una stepchild adoption animata che vede il figlio in questione diventare semplicemente il salvatore del mondo. Cresciuto bene è dir poco, anche se privo di madre.
L’animazione americana continua così a specchiarsi con coraggio nella contemporaneità, disegnando realtà esistenti e tangibili, checché ne dicano certi bacchettoni politici. Giocando abbondantemente con i sentimenti, perché Po sarà chiamato a gestire le proprie emozioni in più occasioni, Kung Fu Panda 3 conferma le linee guida dei primi due capitoli, sapientamente bilanciati tra action e risate.
Due i binari paralleli di scrittura cavalcati dai registi, con il mondo degli spiriti ribaltato dal poco convincente e sfaccettato villain Kai e quello dei vivi trascinato dal ritorno animale dell’ingenuo Po tra i propri simili, ovviamente buffi e adorabili come la tradizione panda richiede. Un’amalgama non sempre impeccabile, anche se il ritmo non cala mai d’intensità e le gag si fanno strada a suon di scenette, con l’animazione che spazia tra terza dimensione in CG e disegni vecchio stampo, sapientemente utilizzati per farci rivivere aneddoti passati. Raddoppiando lo strambo carattere del protagonista, grazie al padre-sosia e al numero infinito di panda a lui simili (questa è una famiglia), il film va incontro ad un’inevitabile ‘stupidità’ di fondo che farà piacere ai più piccoli e susciterà possibili sbadigli di indifferenza tra i più grandi, puntando chiaramente al prosieguo della saga con il 4° capitolo. Anche se il principale rischio, già reso evidente da questo Kung Fu Panda 3, si chiama ridondanza.
[rating title=”Voto di Federico” value=”6.5″ layout=”left”]
Kung Fu Panda 3 (Usa, 2016, animazione) di Jennifer Yuh Nelson, Alessandro Carloni; con Jack Black, Dustin Hoffman, Randall Duk Kim, Angelina Jolie, Lucy Liu, Jackie Chan, David Cross, Seth Rogen, James Hong, Steele Gagnon, Rebel Wilson, Bryan Cranston, J. K. Simmons – uscita giovedì 17 marzo 2016.