Home Horror Non aprite quella porta torna al cinema: recensione e tutto quello che c’è da sapere sulla saga horror “Texas Chainsaw Massacre”

Non aprite quella porta torna al cinema: recensione e tutto quello che c’è da sapere sulla saga horror “Texas Chainsaw Massacre”

Non aprite quella porta torna al cinema dal 23 al 25 settembre con Midnight Factory – Recensione per i 50 anni e tutto quello che c’è da sapere sulla saga horror di Leatherface.

23 Settembre 2024 13:00

Non aprite quella porta, il capolavoro horror del 1974 diretto da Tobe Hooper, compie 50 anni e torna al cinema in 4K (in versione originale con sottotitoli), dal 23 al 25 settembre con Midnight Factory. La versione che torna nelle sale e la director’s cut supervisionata dallo stesso regista.

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Il film che state per vedere è un resoconto della tragedia che è capitata a cinque giovani, in particolare a Sally Hardesty e a suo fratello invalido Franklin; il fatto che fossero giovani rende tutto molto più tragico, le loro giovani vite furono stroncate da eventi così assurdi e macabri che forse neanche loro avrebbero mai pensato di vivere… per loro una gita pomeridiana estiva si trasformò in un incubo e i fatti di quel giorno portarono alla scoperta di uno dei crimini più efferati della storia americana”. (voce narrante all’inizio del film)

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Non aprite quella porta – La recensione per i 50 anni dall’uscita

Non aprite quella porta torna al cinema dal 23 al 25 settembre con Midnight Factory - Recensione per i 50 anni e tutto quello che c'è da sapere sulla saga horror di Leatherface.

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Era il 1974 quando il regista Tobe Hooper assemblò, in una sorta di collage di eventi realmente accaduti e pura invenzione, il cult Non aprite quella porta narrando le gesta di una famiglia cannibale ormai iconica. Cosa si poteva chiedere di più? I primi anni ’70, il Vietnam, lo scandalo Watergate, le proteste, i valori borghesi messi al rogo e un regista che scova l’orrore nel cuore dell’America. Hooper porta alla luce l’anima nera che alberga in ognuno di noi e ne fa riflesso deforme, dissacrando l’istituzione su cui si basa il concetto stesso di Stati Uniti, mostrandone il lato incontrollabile e nascosto.

Hooper diventa così il precursore di un’intera generazione di filmmakers che figlierà, in una liberatoria catarsi, memorabili incubi in celluloide fino ad arrivare ai giorni nostri. Liberandosi metaforicamente lungo la strada, attraverso efferate allegorie, di quei demoni e mostri che una società schiava del progresso inevitabilmente produce e poi inutilmente tenta di nascondere. “Non aprite quella porta” è stato imitato, omaggiato e riproposto in versione remake, ma nel corso di questi anni mai eguagliato, il che fa del cult di Hooper uno dei migliori film horror di sempre. Alla sua prima uscita il film ebbe un’accoglienza contrastata dalla critica, il Los Angeles Times lo definì addirittura “spregevole”, ma i fan del genere horror riconobbero immediatamente lo spessore che si celava dietro alla efferata crudezza del film.

Da una storia e una sceneggiatura di Hooper e Kim Henkel, il film è interpretato da Marilyn Burns, Paul A. Partain, Edwin Neal, Jim Siedow e Gunnar Hansen, nei panni rispettivamente di Sally Hardesty, Franklin Hardesty, l’autostoppista, il cuoco e Leatherface. Il film segue un gruppo di amici che cadono vittime di una famiglia di cannibali mentre si recano a visitare una vecchia fattoria. Il film è stato commercializzato come basato su eventi reali per attirare un pubblico più ampio e fungere da sottile commento sul clima politico dell’epoca; sebbene il personaggio di Leatherface e i dettagli della storia minore siano stati ispirati dai crimini dell’assassino Ed Gein, la trama del film è in gran parte fittizia.

Hooper ha prodotto il film con meno di 140.000$ e ha utilizzato un cast di attori relativamente sconosciuti provenienti principalmente dal Texas centrale, dove è stato girato il film. Il budget limitato ha costretto Hooper a filmare per lunghe ore, sette giorni su sette, in modo da poter finire il più rapidamente possibile e ridurre i costi di noleggio dell’attrezzatura. A causa del contenuto violento del film, Hooper ha faticato a trovare un distributore, ma alla fine è stato acquisito dalla Bryanston Distributing Company.

Hooper ha limitato la quantità di gore sullo schermo nella speranza di assicurarsi un divieto ai 13 anni, ma la Motion Picture Association of America (MPAA) lo ha valutato con un divieto ai 17 anni. Il film ha affrontato difficoltà simili a livello internazionale, è stato vietato in diversi paesi e numerosi cinema hanno smesso di proiettare il film in risposta alle lamentele sulla sua violenza. Sebbene inizialmente il film abbia diviso la critica, è stato molto redditizio, incassando oltre 30 milioni di dollari al botteghino nazionale con oltre 16,5 milioni di biglietti venduti. Da allora “Non aprite quella porta” si è guadagnato lo status di cult e ad oggi è considerato dei migliori e più influenti film horror. Il film ha generato un franchise che ha continuato la storia di Leatherface e della sua famiglia attraverso sequel, prequel, remake, fumetti e videogiochi.

Non aprite quella porta – I film della saga horror dal migliore al peggiore

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Il franchise “Texas Cahinsaw Massacre” purtroppo non ha mai trovato un degno erede dell’originale, anche se si distinguono in positivo il secondo capitolo anni ottanta che ha visto Hooper di nuovo alla regia puntare ad una comedy-horror grottesca e surreale, il sottovalutato remake del 2003 prodotto da Michael Bay che ha guadagnato diversi punti e andrebbe rivalutato dopo l’uscita dei più recenti e pessimi Non aprite quella porta 3D e Leatherface.Stesso discorso per il discreto prequel del 2006 Non aprite quella porta: l’inizio di Jonathan Liebesman. Il resto del franchise ha visto un terzo capitolo datato 1990 oltremodo deludente che vedeva nel cast l’attore Viggo Mortensen, un deludente quarto capitolo uscito nel 1994, a mezza via tra sequel e remake, interpretato dalle future star e premi Oscar Renée Zellweger e Matthew McConaughey. Il titolo più recente è il sequel diretto dell’originale del 1974 diretto da David Blue Garcia e prodotto da Netflix, che possiamo liquidare come l’ennesima occasione sprecata.

1. Non aprite quella porta (The Texas Chain Saw Massacre), regia di Tobe Hooper (1974)
2. Non aprite quella porta – Parte 2 (The Texas Chainsaw Massacre 2), regia di Tobe Hooper (1986)
3. Non aprite quella porta (The Texas Chainsaw Massacre), regia di Marcus Nispel (2003)
4. Non aprite quella porta IV (The Texas Chainsaw Massacre: The Next Generation), regia di Kim Henkel (1994)
5. Non aprite quella porta – L’inizio (The Texas Chainsaw Massacre: The Beginning), regia di Jonathan Liebesman (2006)
6. Non aprite quella porta – Parte 3 (Leatherface: The Texas Chainsaw Massacre III), regia di Jeff Burr (1990)
7.  Non aprite quella porta 3D (Texas Chainsaw 3D), regia di John Luessenhop (2013)
8. Leatherface, regia di Alexandre Bustillo e Julien Maury (2017)
9. Non aprite quella porta (The Texas Chainsaw Massacre), regia di David Blue Garcia (2022)

“All American Massacre” il sequel / prequel mai uscito

Nel 1998 iniziarono le riprese di All American Massacre, pellicola che sarebbe servita sia come sequel che come prequel del “Non aprite quella porta 2” di Tobe Hooper. Il film è stato inizialmente concepito come un cortometraggio di 15 minuti, poi esteso a un lungometraggio di 60 minuti. Alla regia William Hooper, figlio di Tobe Hooper. Nel film Bill Moseley avrebbe ripreso il ruolo di Chop Top, che sopravvissuto agli eventi di “Non aprite quella porta 2” era stato ricoverato in un ospedale psichiatrico del Texas per un certo numero di anni. La trama del film era incentrata su Chop Top che descriveva in dettaglio il suo passato in un’intervista con una troupe giornalistica, prima di compiere una nuova serie di omicidi. Un trailer di “All American Massacre” è stato pubblicato su Internet, ma il film non è mai uscito.

Il fumetto ufficiale su Leatherface

Nel 1991 la Northstar Comics ha pubblicato una serie a fumetti ispirata a “Non aprite quella porta” dal titolo “Leatherface”. La serie di fumetti non presentava nessuno dei personaggi principali visti nel film originale con l’eccezione di Leatherface, tuttavia, la miniserie “Leatherface” del 1991 era vagamente basata su Non aprite quella porta – Parte 3. Lo scrittore della miniserie, Mort Castle, ha dichiarato: “La serie era molto vagamente basata su Texas Chainsaw Massacre III. Ho lavorato dalla sceneggiatura originale di David Schow e dall’uscita nei cinema pesantemente modificata del regista Jeff Burr, ma ho avuto più o meno campo libero. per scrivere la storia nel modo in cui avrebbe dovuto essere raccontata. Il primo numero ha venduto 30.000 copie.” Kirk Jarvinen ha firmato le illustrazioni per il primo numero e Guy Burwell ha terminato il resto della serie.

Texas Chainsaw Massacre – I videogiochi

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Nel 1982, poco dopo che “Non aprite quella porta” si era affermato come un grande successo sul mercato home video statunitense, Wizard Video ha rilasciato un videogioco ispirato al film per l’Atari 2600. Nel gioco, il giocatore assume il ruolo di Leatherface e tenta di uccidere i trasgressori evitando ostacoli come recinzioni e teschi di mucca. Come uno dei primi videogiochi a tema horror, The Texas Chainsaw Massacre ha causato polemiche quando è stato rilasciato per la prima volta a causa della sua natura violenta; di conseguenza ha venduto poco, perché molti negozi di giochi si sono rifiutati di proporlo.

nel 2023 è uscito “The Texas Chain Saw Massacre£ un gioco survival horror asimmetrico sviluppato da Sumo Nottingham e pubblicato da Gun Interactive e interamente basato sull’omonimo film del 1974. Il gioco presenta otto vittime che tentano di sfuggire alla famiglia di cannibali prima che vengano catturate e uccise. Il cast del gioco vede protagonisti Kane Hodder nel ruolo di Leatherface (che ha anche interpretato il personaggio come controfigura nel film Non aprite quella porta – Parte 3 del 1990) ed Edwin Neal come voce dell’Autostoppista (che riprende il ruolo del film originale). “The Texas Chain Saw Massacre” è stato rilasciato per PlayStation 4, PlayStation 5, Windows, Xbox One e Xbox Series X/S.

Leatherface è anche uno dei personaggi giocabili dei recentissimi videogiochi Dead by Daylight e Mortal Kombat X.

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