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Il cavaliere del Santo Graal – la recensione di Cineblog

La recensione de Il cavaliere del Santo Graal, film diretto da Antonio Hernández con Sergio Peris-Mencheta e Natasha Yarovenko.

pubblicato 31 Luglio 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 23:30

Non è stato un progetto facile, quello dedicato a Capitán Trueno, fumetto di gran voga in Spagna sia negli anni ‘60 con la sua edizione in bianco e nero, sia negli anni ‘80 con quella a colori. Un progetto che affonda le proprie radici fino all’anno 2000, in cui fu stesa la prima sceneggiatura: fu solo quest’ultima però a salvarsi dalla cancellazione del film, che passò alle mani di Alejandro Toledo, dalle quali però subì lo stesso destino senza quindi arrivare a vedere la luce.

Solo nel 2006, lo sceneggiatore Pau Vergara ha ripreso in mano il progetto, firmando un nuovo contratto col creatore del personaggio Víctor Mora e affidando il film a Daniel Calparsoro: anche in questo caso tutto è finito in un niente di fatto, per arrivare al mese di aprile 2010 in cui fu deciso di affidare il compito di regista ad Antonio Hernandez, colui che ha finalmente portato Il cavaliere del Santo Graal (titolo originale El Capitán Trueno y el Santo Grial) sul grande schermo. Non senza qualche ulteriore vicissitudine, visto che dell’iniziale trio protagonista composto da Alex Gonzalez, Elsa Pataky e Manuel Martinez (che in realtà è un ex atleta), solo quest’ultimo è rimasto, vedendo i primi due rimpiazzati da Sergio Peris-Mencheta e Natasha Yarovenko, protagonista di Room in Rome.

Una gestazione che ha portato la pellicola a uscire in madrepatria nel 2011, per poi approdare anche dalle nostre parti proprio in questi giorni: noi di Cineblog naturalmente l’abbiamo visto, e vi invitiamo quindi a seguirci dopo il break per intraprendere l’avventura che deciderà le sorti del mondo intero.

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Siamo nel XII secolo, l’Europa intera è impegnata nelle crociate in Terra Santa. Spagna compresa, che vede nel mercenario Capitan Tuono uno dei suoi uomini più valorosi, sempre pronto ad aiutare chi si dimostra essere un giusto. Durante una delle tante missioni affidategli, Tuono si imbatte insieme ai suoi compagni (il possente Goliath e lo scaltro Crispín) in un misterioso anziano, che affida al cavaliere il Santo Graal, supplicandolo di consegnarlo ai suoi Guardiani in Spagna. Poco dopo, coincidenza vuole che Tuono e i suoi vengano rimandati a casa, con il compito di scortare anche la principessa vichinga Sigrid di Thule: il ritorno in patria sarà solo l’inizio della più grande avventura di Capitan Tuono, che dovrà combattere contro le forze maligne per impedire che il mondo cali completamente nelle tenebre in seguito a un rituale magico.

Con un processo d’avvio dei lavori complicato come quello che abbiamo descritto a inizio recensione, il fatto che Il cavaliere del Santo Graal sia arrivato alla fine nei cinema vuol dire già molto: l’impressione generale però, è che il prodotto finale faccia ben poco per mantenere alto il nome del fumetto spagnolo. Il regista Antonio Hernandez fa quello che può, ma appare decisamente sotto tono per ambire a portare con successo questo film in costume oltre i confini della penisola iberica, dove purtroppo la pellicola non può poggiarsi sulla celebrità che il fumetto conserva ancora al giorno d’oggi in terra natia: di certo, la sceneggiatura non lo aiuta affatto, mettendo in atto una trama scontata e in alcuni tratti piuttosto sconclusionata. Gli attori stessi sono generalmente al di sotto di quanto sarebbe lecito aspettarsi, risultando in qualche frangente terribilmente impacciati e contribuendo ad accrescere lo smarrimento che finisce per impossessarsi dello spettatore dopo la prima mezz’ora di film: si salvano di fatto solo Peris-Mencheta e un altro paio. Da bocciare anche le scene di combattimento, forse tra le peggiori che si siano viste al cinema in tempi recenti, ricordando in qualche occasione lo stile dei Bud Spencer e Terence Hill dei tempi che furono, con la volontà effettiva in alcuni casi di divertire chi guarda, ma con il solo risultato di annoiare con una risata amara dettata più dalla confusione che ci si ritrova impotenti a guardare che dalle gag di lotta.

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Qualcosa da salvare, fortunatamente, c’è: sono infatti piuttosto apprezzabili i costumi, anche se non perfetti (l’arma di Goliath sembra a tutti gli effetti un giocattolone), così come i vari luoghi scelti per ricreare l’epica avventura di Capitan Tuono mostrano la cura riposta nei dettagli da chi si è occupato della scenografia. Buon livello anche per la fotografia e per i pochi effetti speciali presenti, mentre il giudizio sulle musiche segue un’onda fatta di alti e bassi. Come dicevamo in precedenza, il fatto che Il cavaliere del Santo Graal sia arrivato nei cinema è già di per sé un successo, per cui pur bocciando questa pellicola ci auguriamo di vedere un sequel (già promesso nello stesso film) che possa riscattare il nome di Capitan Tuono al di fuori della Spagna, visto che giudicando dal suo successo se lo merita senz’altro.

Voto di Rosario: 4

Il cavaliere del Santo Graal (El Capitán Trueno y el Santo Grial, Spagna, avventura) di Antonio Hernández; con Sergio Peris Mencheta, Natasha Yarovenko, Manuel Martínez, Adrián Lamana, Alejandro Jornet, Gary Piquer, Asier Etxeandia, Jennifer Rope, Emilio Buale, Jon Bermúdez, Xavier Murua. Uscita in Italia il 27 luglio 2012. Qui il trailer italiano.