Il Mundial Dimenticato: la recensione in anteprima
Leggi la recensione in anteprima del mockumentary Il mundial dimenticato
Il curioso ritrovamento dei resti di un cadavere umano in un giacimento di fossili di dinosauri, negli scavi di Villa El Chocon, nella Patagonia Argentina, apre un vaso di pandora da cui emergono ricordi dimenticati di un curioso caso avvenuto oltre sessanta anni fa. Vicino ai resti di quell’uomo misterioso, viene ritrovata una vecchia macchina da presa che ha conservato tracce di un evento dimenticato da tutti. Rimergono così i filmati della finale del Campionato Mondiale di Calcio che, nonostante la Guerra Mondiale, si sarebbe giocato in Patagonia nel 1942.
Mentre la Vecchia Europa era impegnata a debellare la minaccia nazista, un folle magnate sudamericano, avrebbe infatti organizzato un torneo, mai riconosciuto dagli organi ufficiali e dimenticato per decenni, sommerso dalle acque della tremenda alluvione che si abbatté sulla Patagonia proprio il giorno della finalissima, il 19 dicembre 1942.
Costruito come un documentario dai tratti storici, il film di Lorenzo Garzella e Filippo Macelloni, è un pirotecnico gioco di manipolazione e di alterazione del linguaggio del documentario che offre un viaggio affascinante (nel tempo e nello spazio) di un luogo lontano e misterioso come la Patagonia. Evidentemente ispirato al celebre mockumentary Forgotten Silver di Peter Jackson (il titolo parla chiaro) i due registi giocano per un’ora e mezza con invenzioni paradossali, incroci di brandelli di storia vera e fiction verosimile, toccando punte di assurdo capaci di suscitare stupore e risate senza però scadere nel palesemente finto.
Il calcio, lo si legge anche nella cronaca attuale, è un mondo anabolizzato da soldi, successo e media, lontano anni luce dallo sport genuino e sincero rappresentato dalle squadre che avrebbero partecipato a questo folle torneo voluto dal fantomatico e visionario conte Otz, convinto di organizzare a tutti i costi quei Mondiali di calcio aboliti per la Guerra in corso. Le squadre non erano composte da giocatori professionisti, ma da operai, minatori, pescatori, esiliati e rivoluzionari in fuga, arrivati in America del Sud nella speranza di fuggire dai bombardamenti e per lavorare alla costruzione di un progetto faraonico, una grande diga in mezzo al deserto.
La memoria della nazionale azzurra del 42 è affidata alle parole di Antonio Battilocchi. Tra i giocatori solo due erano i professionisti, ingaggiati grazie a una colletta dalla comunità italiana, Puricelli e Bernini, chiamati il toro e il pavone.
L’evento sportivo passa in secondo piano di fronte alla grandezza di Guilliermo Sandrini, fotografo di matrimoni diventato cineoperatore ufficiale dei mondiali del 1942. Abile artigiano con la passione delle invenzioni, Sandrini fu ingaggiato per filmare il grande evento, con la precisa richiesta di ricreare (in chiave pacifista) le magnifiche sequenze che la regista Leni Riefenstahl realizzò in Germania per le Olimpiadi del 36. Con pochi mezzi, ma molte idee, Sandrini riuscì a documentare l’evento come mai era stato fatto, con invenzioni strabilianti come il cine-casco o la cine-pelota (una ripresa in soggettiva direttamente dal pallone di gioco).
Tutto rigorosamente falso? Non proprio perché l’abilità dei due registi è stata quella di saper coniugare elementi reali con tanta fantasia. Amore, guerra, cinema e tanto sport sono gli ingredienti che i due registi hanno utilizzato per dare vita a quello che, a oggi, è il mockumentary più ingegnoso, articolato e ben costruito mai prodotto in Italia.
Voto di Carlo: 8
Il Mundial Dimenticato – La vera incredibile storia dei Mondiali di Patagonia regia di Lorenzo Garzella, Filippo Macelloni (falso documentario, Italia, Argentina 2011)
Il Mundial Dimenticato sarà distribuito da JP Entertainment a partire da venerdì 1° giugno 2012. Guarda il trailer.