Dario Argento ‘presenta’ il 3D del suo Dracula
A pochi giorni dalla premiere sulla Croisette, Dario Argento parla della terza dimensione del suo nuovo Dracula
Aspettando l’anteprima mondiale al Festival di Cannes, e ricordandovi l’agghiacciante trailer ufficiale, visto ieri in nostra compagnia, torniamo a parlarvi del Dracula firmato Dario Argento per via della ‘terza dimensione’ del film. Il leggendario regista, che da anni partorisce titoli alquanto discutibili, ha infatti ‘presentato’ il 3D della pellicola, facendo sua la palma di ‘primo director ad aver utilizzato il camcorder Super 35mm PMW-F3 di Sony per riprese stereoscopiche in 3D su steadycam‘:
“Quello che abbiamo realizzato non è il solito Dracula. Vedremo un film forte che contiene molte particolarità ed invenzioni tipiche del mio cinema. Ho dovuto attendere diversi mesi per iniziare le riprese per aspettare l’arrivo di nuove macchine in grado di rispondere alle mie esigenze. Sono stato il primo ad utilizzare le macchine Sony F3 e ho trascorso diverso tempo per fare dei test di ripresa per comprendere a fondo le potenzialità offerte da queste nuovissime cineprese digitali senza le quali non mi sarebbe stato possibile riprendere in 3D con la Steadycam”. “La difficoltà è stata quella di riuscire a sfruttare a pieno le profondità in ambienti scarsamente illuminati ma le due F3 si sono rivelate ideali anche in queste circostanze grazie alla eccellente sensibilità dei sensori, mantenuta anche nell’assetto 3D. Grazie proprio alle contenute dimensioni e peso, l’uso su Steadycam delle macchine mi ha permesso di effettuare riprese in movimento in piena libertà, tipiche del mio modo di fare cinema ”.
Queste le parole del ‘maestro’, a caccia di quel successo, tanto di critica quanto di pubblica, che ormai manca da circa due decenni (leggasi Trauma). La storia, a detta di Argento sarà molto fedele alla fonte d’origine. Miguel Ángel Silvestre sarà Jonathan Harker, Asia Argento sarà Lucy, Rutger Hauer sarà Van Helsing, mentre a regalare il proprio volto a Dracula sarà Thomas Kretschmann, che ritrova gli Argento a 15 anni di distanza da La sindrome di Stendhal.