Cannes 2019, Kubrick, De Sica, Buñuel e Wertmüller tra i Classici
Ancora un programma di qualità per l’immancabile rassegna dei Classici proposti dal Festival
Nel trambusto e nella congestione di quei giorni è davvero dura riuscire ad inserire in scaletta una delle sezioni a dire il vero più affascinanti, ancorché chiaramente celebrative, che il Festival di Cannes propone, ossia Cannes Classics.
Anche quest’anno un programma denso di appuntamenti e titoli che andrebbero visti o rivisti almeno una volta l’anno, e possibilmente nel loro elemento naturale, ossia la sala. Classici che sarà possibile vedere in due contesti differenti, al chiuso, Sala Buñuel e Salle du 60e (Sala del Sessantesimo), e al Cinéma de la Plage, all’aperto, nella spiaggia antistante il Palais.Film, come abbiamo accennato, stupendi, per un programma davvero raffinato e di spessore, tra cui La leggenda del serpente bianco, il primo anime a colori di sempre. Due di questi, come Easy Rider e Shining, verranno introdotti rispettivamente da Peter Fonda ed Alfonso Cuaron, aggiungendo quindi quel tocco che rende le due occasioni uniche. Di seguito l’intero programma.
CANNES CLASSICS 2019
Easy Rider (1969, 1h35, USA) di Dennis Hopper
Shining (1980, 2h26, UK / USA) di Stanley Kubrick
La Cité de la peur, une comédie familiale (1994, 1h39, France) di Alain Berbérian
Los Olvidados (I figli della violenza) (1950, 1h20, Messico) di Luis Buñuel
Nazarín (1958, 1h34, Messico) di Luis Buñuel
L’Âge d’or (1930, 1h, Francia) di Luis Buñuel
Pasqualino Settebellezze (1975, 1h56, Italia) di Lina Wertmüller
Miracolo a Milano (1951, 1h40, Italia) di Vittorio De Sica
Lásky jedné plavovlásky (Gli amori di una bionda) (1965, 1h21, Cecoslovacchia) di Milos Forman
Forman vs. Forman (Repubblica Ceca / Francia, 1h17) di Helena Trestikova e Jakub Hejna
Toni (1934, 1h22, Francia) di Jean Renoir
Kanal (I dannati di Varsavia) (1957, 1h34, Polonia) di Andrzej Wajda
Hu shi ri ji (Diary of a Nurse) (1957, 1h37, Cina) di Tao Jin
Hakujaden (La leggenda del serpente bianco) (1958, 1h18, Japan) di Taiji Yabushita
125 Rue Montmartre (1959, 1h25, Francia) di Gilles Grangier
A tanú (The Witness) (1969, 1h52, Ungheria) di Péter Bacsó
Tetri karavani (The White Caravan) (1964, 1h37, Georgia) di Eldar Shengelaia e Tamaz Meliava
Plogoff, des pierres contre des fusils (1980, 1h48, France) di Nicole Le Garrec
Caméra d’Afrique (20 Years of African Cinema) (1983, 1h38, Tunisia / Francia) di Férid Boughedir
Dao ma zei (The Horse Thief ) (1986, 1h28, Cina) di Tian Zhuangzhuang and Peicheng Pan
The Doors (1991, 2h20, USA) di Oliver Stone
Making Waves: The Art of Cinematic Sound (USA, 1h34) di Midge Costin
Les Silences de Johnny (55mn, Francia) di Pierre-William Glenn
La Passione di Anna Magnani (1h, Italia / Francia) di Enrico Cerasuolo
Cinecittà – I mestieri del cinema Bernardo Bertolucci (Italia, 55mn) di Mario Sesti