Pirati – Briganti da strapazzo 3D: Recensione in Anteprima
Dimenticato il flop storico di Giù per il Tubo, ed archiviata l’esperienza totally CG con Il Figlio di Babbo Natale, gli inglesi della Aardman tornano alla plastilina con Briganti da strapazzo. Ecco la nostra recensione
Dimenticato il flop storico di Giù per il Tubo, ed archiviata l’esperienza totally CG con Il Figlio di Babbo Natale, gli inglesi della Aardman sono finalmente tornati a fare ciò che da sempre gli riesce meglio. Ovvero i cartoon in plastilina. Vinti 4 Oscar nella loro trentennale carriera, con Pirati – Briganti da strapazzo 3D i geni della Aardman hanno dato vita ad un film che ha sapientemente saputo unire la terza dimensione alla computer grafica, senza ovviamente dimenticare quella stop motion che l’ha meritatamente resi celebri. Tratto dal libro The Pirates! In an Adventure with scientists di Gideon Defoe, Briganti da strapazzo ha il merito di saper divertire grandi e piccini, grazie ad una comicità in grado di oscillare tra l’infantile e l’adulto, con citazioni cinematografiche sparse con sapienza ed allusioni sessuali a dir poco esilaranti.
A stupire, ancora una volta, è l’incredibile qualità registica dell’intera opera, sempre più impeccabile dal punto di vista dello stile stop-frame, qui ‘aiutato’ dalla CG e nel complesso ‘arricchito’ da una terza dimensione che dà ulteriore profondità a personaggi già di loro in 3D, grazie a quella plastilina che in 30 anni di cartoon non ha mai smesso di maturare e migliorare, sotto tutti i punti di vista. Se in lingua originale le voci dei due personaggi principali sono state affidate a Hugh Grant ed Imelda Staunton, per il mercato italiano la scelta è ricaduta su Christian De Sica e Luciana Littizzetto. Il risultato? Sorprendemente ottimo, in entrambi i casi.
Una troupe di 320 persone, tra cui 33 animatori e 41 unità di ripresa in 4 studi diversi; una nave composta da quasi 45 mila parti, pesante 350 kg, lunga 4 metri e alta 4 metri e mezzo; 220 sfondi e attrezzi animati per arredare i set del film; poco meno di 7 mila bocche per i personaggi, di cui quasi 1500 per il solo Capitan Pirata; oltre 400,000 monete d’oro realizzate per la sala della Regina; quasi 18 mesi di lavoro per la singola scena del bar; 65 i riccioli della barca del protagonista; 60 milioni di dollari il budget a disposizione. Questi sono solo alcuni dei numeri che caratterizzano Pirati! Briganti da strapazzo, ultimo splendido lavoro animato targato Aardman. Sette anni dopo il più che meritato Oscar finito tra le mani di Wallace & Gromit – La maledizione del coniglio mannaro, gli inglesi provano a bissare il tutto cavalcando il recente boom del mondo piratesco, riportato in auge dopo decenni di maledizione cinematografica grazie al Jack Sparrow firmato Johnny Depp.
Il risultato? Un colorato, divertente e tecnicamente impeccabile cartoon, tendenzialmente ‘infantile’ ma per lunghi tratti più adulto che adolescenziale. Perché Peter Lord si è esplicitamente divertito a miscelare ingredienti tanto variegati quanto apparentemente lontani anni luce l’uno dall’altro, zigzagando tra ardite citazioni cinematografiche e spassosi sketch ‘sessuali’, pensati e realizzati per quei genitori che rimarranno più che soddisfatti dalla visione del film loro ‘imposto’ dai figli più piccoli.
Rispetto ai titoli più recenti della Aardman il salto ‘qualitativo’ è evidente. L’acqua in CG, presente in massa nel deludente Giù per il Tubo, ha fatto passi da gigante nell’interazione con la stop motion, così come la stessa animazione in plastilina appare più fluida e meno rigida rispetto la passato. L’enorme lavoro scenografico, con migliaia di oggetti e decine di personaggi chiamati ad interagire nella stessa scena, sconvolge per l’accuratezza dei particolari, mentre conquista la sceneggiatura frizzante, venata di sano humour britannico e a tratti quasi volutamente demenziale. Delizioso il personaggio della ‘scimmiette’ darwiniana che comunica con il mondo esterno tramite cartoncini ‘intelligenti’, così come il citazionismo cinematografico che colpisce 2001: Odissea nello Spazio e The Elephant Man, in una Londra ottocentesca magistralmente riprodotta e governata da un’insolita, buffa e cattiva Regina Vittoria. A scontrarsi con la sua ingombrante figura Capitan Pirata e la ciurma più stravagante che ha mai solcato i sette mari, a caccia del Premio Pirata dell’Anno, ovvero l’Oscar piratesco sognato e rincorso dai pirati più ‘in’ del mondo intero.
Amicizia, avventura, tanto divertimento, risate a profusione e quell’animazione in stop motion che non smetterà mai di affascinare, per quanto complessa e straordinariamente ‘retrò’, solo solo alcuni degli ingredienti che caratterizzano Pirati – Briganti da strapazzo 3D, ritorno in sala dello studio di animazione britannico più premiato di sempre. Da 35 anni geni della Claymation, i ragazzacci della Aardman sono di nuovo tra noi, e non possiamo che esserne felici.
Voto di Federico: 7,5
Pirati – Briganti da strapazzo 3D (The Pirates! Band of Misfits, Uk, Usa, 2012, animazione) di Peter Lord, Jeff Newitt; con le voci di Martin Freeman, David Tennant, Hugh Grant, Salma Hayek, Brendan Gleeson, Jeremy Piven, Imelda Staunton, Ashley Jensen, Russell Tovey – uscita in sala: 4 aprile – qui il trailer italiano