Mediocrità che urlano: i festival?

Un editoriale di Italo Moscati sulle polemiche rissose sui festival e le loro poltrone.

pubblicato 9 Febbraio 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 04:05


Andiamo dal passato-presente al futuro. Futuro? Non so se possa chiamare così se si considera quel che sta capitando, in Italia più che altrove, ai festival, alle mostre, alle rassegna, ai mercati del cinema. Cosa sono? A cosa servono? Funzionano per il cinema e il pubblico, o sono solo luoghi di poltroni che amano sedersi in poltrone di comando e servire un aperitivo (un trailer) sapendo bene che seguiranno pochi o alcun film degno di vetrina?

Bella domanda, che mi faccio, e vi propongo, sulla base di quel che è accaduto, sta accadendo, accadrà per le poltrone del Roma Film Festival e la Mostra di Venezia. Dunque. Vediamo il calendario degli appuntamenti che è cominciato a Berlino, in febbraio, con una routine ormai consolidata, solida che non suscita scandali politici: prende con rigore quel che ritiene decente. Dopo un paio di mesi, maggio, toccherà a Cannes, che è una specie di nave da crociera di concordie internazionali su film, registi e red carpet, o poco più; sono lontani, assai lontani gli anni dei brividi, e comunque questo festivalone si fa rispettar.

A Pesaro, a giugno, ci sarà la Mostra del nuovo cinema che non sa sempre bene dove andare a cercare il nuovo e si “accontenta” (non è poco) di fare scelte meditate, e tentare aperture a un pubblico vasto, nella bella piazza centrale della città. Poi, ad agosto e subito dopo (quando?) ci sarà la tenzone Venezia- Roma le cui premesse sono apparse ai più scontate e persino ridicole per il chiasso e le inutili polemiche. Il problema purtroppo per ora è quello dei nomi dei direttori, superdirettori, presidenti, dei cda e dei potenti dello spettacolo che si rivelano impotenti di risolvere la questione di fondo, oltre al travaglio delle nomine: cosa sono queste due manifestazioni, qual è il bilancio delle singole esperienze e della concorrenza tra chiasso e gelosie, a cosa e a chi devono servire?

Le risposte latitano. I potenti si leccano le loro impotenze, e non sanno che nomine e pesci-pellicola pigliare. Di mezzo, stiamo sicuri, ci andranno il vecchio e caro cinema, e i vecchi giovani cari spettatori. Tra qualche tempo le verifiche. Con una osservazione conclusiva: i film sono pochi, quelli degni di una vetrina ancora meno, quelli essere modelli di qualità si contano sulle dite. La mediocrità delle chiacchiere sarà in grado di coprire il colore dei flop che si annunciano?

Foto: TMnews

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