Sherlock Holmes: Gioco di Ombre – Recensione in anteprima
Torna sugli schermi l’investigatore nato fra le pagine dei romanzi di Sir Arthur Conan Doyle, ed è pronto a sbaragliare la concorrenza!
Il primo Sherlock Holmes cinematografico firmato da Guy Ritchie (qui la recensione di Cineblog) è divenuto il “caso” cinematografico del periodo natalizio del 2009 e ci sono pochissimi dubbi sulla possibilità che questo secondo capitolo del fortunato franchise (potrei scommettere che in capo ad un paio d’anni avremo una terza avventura del celebre investigatore) riesca a farla da padrone al box office durante le ormai imminenti feste. Chi non ha apprezzato la rilettura del personaggio attuata dall’ex marito della Signora Ciccone continuerà a storcere il naso (in questa avventura il buon Sherlock è ancora più action man di quanto già non fosse nel film precedente), ma per tutti gli altri il divertimento è assicurato.
Sherlock Holmes è sempre stato il più astuto di tutti… almeno fino ad oggi. Una nuova acuta mente criminale, il Professor Moriarty, con una intelligenza pari a quella di Holmes e con una predisposizione al male ed una totale assenza di coscienza potrebbe trovarsi in una posizione di forte vantaggio sul rinomato detective. In giro per il mondo, i titoli dei quotidiani impazzano: uno scandalo investe un magnate indiano dell’industria del cotone, uno spacciatore di oppio cinese muore per un’apparente overdose, a Strasburgo e Vienna esplodono bombe, muore un magnate dell’acciaio americano… Nessuno intravede la connessione tra questi eventi apparentemente casuali. Nessuno, eccetto il grande Sherlock Holmes, che ha intuito che dietro tutto ciò si tesse una tela di morte e distruzione.
E al centro della tela si nasconde una creatura sinistra e malvagia: Moriarty. Le indagini di Holmes tese a svelare la trama mortale di Moriarty prendono una piega ancor più pericolosa quando il detective e Watson sono costretti a partire da Londra per la Francia, poi la Germania e infine la Svizzera. L’astuto Moriarty è sempre un passo avanti a loro e si avvicina pericolosamente a portare a termine il suo infausto complotto, che, se dovesse realizzarsi, non solo gli porterà immensa ricchezza e potere, ma cambierà per sempre il corso della storia.
Il timore, quando si parla di sequel, è sempre quello di veder disattese le proprie aspettative. Nel caso specifico, per fortuna, non solo le aspettative dello spettatore non vengono deluse ma, anzi, vengono perfino superate. Forte del successo planetario del primo film, Ritchie ha potuto contare su un budget nettamente più alto; cosa che si traduce sullo schermo in effetti visivi e speciali impeccabili, ricostruzioni storiche ricche di particolari dettagliati e, più in generale, in un maggiore livello qualitativo. Davvero spassosa la sequenza sul treno e bellissima quella dell’inseguimento nel bosco, peccato solo per l’uso forse eccessivo e un po’ troppo zacksnyderiano del rallenty.
La sceneggiatura di Michele Mulroney e Kieran Mulroney è solida e riesce – senza mai prendersi troppo sul serio – ad amalgamare alcuni tratti tipici dello Sherlock Holmes letterario nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, con scene d’azione alla James Bond ed una buona dose di ironia e di humor. Il risultato è una buona spy-story di ambientazione Vittoriana (meno cupa di quanto ci si potrebbe aspettare) con elementi da fumetto steam-punk; condita con esplosioni, inseguimenti, rocambolesche fughe, sparatorie e risate.
In sostanza: un giocattolone di puro intrattenimento, divertente, fracassone e adatto a tutta la famiglia. Un paio di peccati (veniali?) da segnalare ci sarebbero: il ritmo incalzante e serratissimo dell’azione, se da un lato garantisce la totale disfatta della noia; dall’altro rende a volte difficile seguire l’intreccio senza perdere il filo. Inoltre, lo spettatore è quasi sempre tagliato fuori dai contorti ragionamenti di Holmes e può soltanto accontentarsi di prendere per buone le sue conclusioni.
La coppia di protagonisti funziona a meraviglia. La complicità e la chimica fra Robert Downey Jr./Holmes e Jude Law/Watson è sicuramente la chiave del successo del film. Peccato che la strabordante personalità dei due rischi di mettere inesorabilmente in ombra il resto del cast (colpa anche del copione, che sottrae spazio ai personaggi secondari per non privare la coppia Holmes/Watson di un’inquadratura o di una battuta in più). Ottimi, comunque, tutti i comprimari; tanto quelli già presenti nel primo capitolo della saga (Rachel McAdams/Irene Adler, Kelly Reilly/Mary, Geraldine James/Mrs. Hudson…) quanto i nuovi arrivati. Se Noomi Rapace risulta meno incisiva, nei panni di Sim, di quanto ci si sarebbe potuti aspettare, in compenso Stephen Fry/Mycroft Holmes è un caratterista insuperabile, semplicemente da applausi. Molto convincente anche il Professor Moriarty di Jared Harris, che mi sarebbe piaciuto vedere maggiormente sviluppato all’interno della storia.
Voto di Simona: 7.5
Voto di Federico: 7
Sherlock Holmes: Gioco di Ombre (Sherlock Holmes: A Game of Shadows, Azione, USA 2011) Regia di Guy Ritchie, con Robert Downey Jr., Jude Law, Noomi Rapace, Stephen Fry, Jared Harris, Rachel McAdams, Kelly Reilly, Geraldine James, William Houston, Gilles Lellouche, Eddie Marsan. Nelle sale dal 16 divembre. Qui c’è il trailer italiano.