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Quello che i social non dicono – The Cleaners: trailer italiano del documentario sull’industria digitale

The Cleaners: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul film documentario sull’industria digitale nei cinema italiani dal 14 al 17 aprile 2019.

pubblicato 2 Aprile 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 20:14

[Per visionare il trailer clicca sull’immagine in alto]

 

Dal 14 al 17 aprile I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection portano al cinema Quello che i social non dicono – The Cleaners, un’indagine esclusiva sull’industria digitale che ha sconvolto il Sundance Film Festival.

Vi siete mai chiesti dove va a finire ciò che postiamo sul web? Il documentario diretto da Hans Block e Moritz Riesewieck ci porta dietro le quinte delle procedure di rimozione dei contenuti di colossi come Facebook e Google. Costruito come un noir, tra interviste esclusive agli addetti ai lavori e vicende umanissime legate al tema della censura online, “Quello che i social non dicono – The Cleaners” getta uno sguardo nuovo e denso di spunti di riflessione su un tema fondamentale e quanto mai attuale.

 

La trama ufficiale:

 

Chi si nasconde dietro Facebook e Google? Quando postiamo i video e le foto sui nostri smartphone e personal computer dove finiscono? È davvero un algoritmo a decidere ciò che vediamo? “Quello che i social non dicono – The Cleaners” è l’esclusiva inchiesta giornalistica che ha sconvolto il Sundance Film Festival. Un viaggio dietro le quinte del web, un thriller che passa dalla Silicon Valley ai grattacieli delle Filippine. Dalle interviste ai guru del web ai comizi di Trump, sorvolando sulle scrivanie colme di pc che utilizziamo ogni giorno nei nostri uffici, fino ad arrivare a Zuckerberg e alle strade piene di teste chine sugli smartphone. E poi ci sono loro, i Cleaners, gli oscuri spazzini del web che guardano, giudicano, salvano e cancellano i nostri contenuti sul web. Dove si colloca esattamente, all’interno dei social, il confine tra il controllo dei media e la libertà incondizionata che il web sembra volerci dare? “Quello che i social non dicono” è un’indagine a tutto tondo sul ruolo dei social network e dell’informazione, e su come un semplice like ouna foto possano condizionare vite ed esistenze. Senza che, spesso, ce ne accorgiamo.

Hans Block (classe 1985) è un regista teatrale, filmmaker e musicista tedesco, Moritz Riesewieck (classe 1985) è un autore d’essai, sceneggiatore e regista teatrale e cinematografico tedesco. Hans Block e Moritz Riesewieck collaborano sotto l’etichetta Laokoon, nome che ricorda l’indovino troiano che fu il primo a vedere nel cavallo di Troia un pericoloso inganno. Nel loro lavoro, Riesewieck e Block ci rivelano i cavalli di Troia dei nostri giorni: i loro progetti, sviluppati attraverso varie forme mediali, sono delle indagini che danno vita a narrazioni sorprendenti e complessi.

[quote layout=”big” cite=”Hans Block & Moritz Riesewieck – Registi]Con il nostro documentario vogliamo stimolare un dibattito che è stato a lungo procrastinato: dopo circa 15 anni dalla loro invenzione, i social networks si sono dimostrati degli strumenti potenti e pericolosi allo stesso tempo, capaci di dividere società, escludere le minoranze e promuovere genocidi. Vogliamo focalizzarci sul percorso che le nostre società intraprendono se lasciamo la responsabilità della sfera pubblica digitale a compagnie private che trasformano tumulti oltraggiosi e collettivi in guadagno e nonostante tutte le promesse non fanno il minimo sforzo contro questi sviluppi.[/quote]

 

NOTE DI REGIA

 

Collaboriamo sotto l’etichetta Laokoon usando diversi mezzi d’espressione come spettacoli teatrali, libri e film. Laocoonte, l’indovino, fu l’unico uomo a smascherare la vera natura del cavallo di Troia: una truffa pericolosa. Abbiamo voluto seguire le sue orme rivelando il Cavallo di Troia dei nostri giorni: il nostro film di debutto, Quello che i social non dicono – The Cleaners, svela il doppio fondo dell’Internet sicuro di cui miliardi di utenti fanno esperienza ogni giorno. Sembrerebbe una cosa scontata ma ha un prezzo molto alto: lo sfruttamento nascosto di centinaia di giovani lavoratori nel mondo dello sviluppo e il silenziamento del pensiero critico nel mondo digitale.

Sulla base di numerosi esempi, il nostro documentario mostra come la cancellazione di post sui sociale il blocco di account spossa avere gravi conseguenze in quanto la maggior parte delle volte sono voci critiche ad essere silenziate dalle decisioni non trasparenti di cancellare certi contenuti. Allo stesso tempo populisti e terroristi usano queste piattaforme per reclutare nuovi membri o fomentare l’odio contro le minoranze.La pressione sui social media per frenare la diffusione dell’odio e la propaganda sulle loro piattaforme si sta sviluppando sempre di più.

La pressione sulle spalle di queste persone che devono decidere se il contenuto possa rimanere online o debba essere eliminato è enorme. Con il nostro film abbiamo cercato di dare loro, per la prima volta, una voce. Un tentativo per niente facile: Facebook, Twitter e altre compagnie outsourcing a Manila usano parole in codice, rappresaglie e intimidazioni per evitare che le centinaia di impiegati rivelino per chi lavorano…Come risultato del loro lavoro, i sintomi del trauma di cui i moderatori di contenuto soffrono si manifestano come simili ai sintomi dei soldati tornati dalla guerra. L’unica differenza: i content moderators devono rimanere invisibili. Nella maggior parte dei casi, nemmeno le loro stesse famiglie sono autorizzate a sapere quello che vedono giorno per giorno.