Il paese delle spose infelici: la recensione in anteprima
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Nel cuore della Puglia il piccolo Francesco è un ragazzino diverso dagli altri amici che frequenta perché viene da una famiglia agiata. I compagni cresciuti nei quartieri popolari lo guardano quasi fosse un marziano. Grazie all’amicizia con Zazà, il più carismatico del gruppo, Francesco lentamente riesce a conquistare la fiducia degli altri ragazzi, ottiene il soprannome di Veleno, un posto nella squadra di calcio della Cosmica e l’amicizia di tanti coetanei.
La vita degli altri ragazzi non è agiata, in famiglia c’è chi si deve arrangiare e chi convive con spacciatori e delinquenti, ma le loro giornate sono fatte di partite a pallone e di avventure dentro e fuori dal paese. Durante una delle loro scorribande, Francesco e Zazà sono testimoni di un tentativo di suicidio di una ragazza, vestita da sposa, buttatasi dal tetto della chiesa. L’immagine di quella scena resta impressa nell’immaginazione dei due ragazzi, che iniziano a cercare di capire il segreto che la rende infelice.
La Puglia è diventata la terra dei desideri del cinema italiano. I paradossi di una regione estremamente ricca di umanità, di luoghi meravigliosi ma povera come una landa desertica, martoriata da industri sterminate con ciminiere perennemente fumanti, creano la materia per raccontare storie di miseria e nobiltà come nessun altro luogo in Italia.
Ma la regione del tacco dello stivale è anche un piccolo paradiso per chi produce cinema, grazie all’impegno profuso da una Film Commission che dovrebbe essere presa come esempio in tutte le altre regioni, ma che per ora resta una mosca bianca nel panorama nazionale (ma questo è un discorso che esula dal film che stiamo analizzando).
La storia di un’amicizia adolescenziale complicata da una forte differenza di estrazione sociale, che si consuma su un territorio che ha le caratteristiche del deserto e della luna, con le ciminiere della Ilva di Taranto che soffiano continuamente il loro fumo minaccioso. C’è un piccolo filone che racconta questo piccolo mondo così lontano e così vicino. Io non ho paura, Il miracolo, MarPiccolo sono i fratelli più grandi dell’esordio per Mimmo Mezzapesa, che dimostra di aver assimilato molto della lezione siciliana di Emanuele Crialese nel suo Respiro.
Pippo Mezzapesa sceglie di ambientare la sua storia tra Martina Franca e Massafra, trasformando il terriotorio da mero sfondo dove agiscono i suoi attori nel vero protagonista della storia. Un luogo della memoria dove anche le spose vivono infelici, da cui si sogna di partire ma che sembra impossibile da lasciare. Ispirato al romanzo di Mario Desiati, il film gioca sulla curiosità acerba dei due protagonisti nei confronti della mancata sposa Annalisa che, perduto il futuro marito in vista dell’altare, ha scelto un percorso di lento autodistruzione, perdendo la luce che brillava nei suoi occhi.
Non c’è malizia nelle pulsioni di Veleno e Zazà nelle loro attenzioni per Annalisa, un rapporto fatto di sguardi fugaci e di spacconate per mettersi in mostra nei confronti del gruppo. Attraverso gli occhi dei giovani protagonisti si ritorna alla mente ai ricordi di quei momenti che hanno segnato la crescita di ciascuno: la scoperta dei sentimenti, le pulsioni sessuali, l’ineffabilità della morte e l’incredulità di fronte a reazioni di cui non si comprende le motivazioni profonde.
Il paese delle spose infelici (drammatico, Italia, 2011, 82 min) Regia di Pippo Mezzapesa. Con Aylin Prandi, Rolando Ravello, Valentina Carnelutti, Antonio Gerardi, Luca Schipani, Teresa Saponangelo, Nicola Rignanese, Gennaro Albano, Vincenzo Leggieri, Roberto Corradino, Nicolas Orzella.
Voto Carlo 7
Il paese delle spose infelici sarà distribuito da Fandango a partire da venerdì 11 novembre 2011. Qui potete vedere il trailer.