Home Notizie Cineblog intervista Michele Crocchiola, distributore italiano di Life in a Day

Cineblog intervista Michele Crocchiola, distributore italiano di Life in a Day

Michele ci spiega com’è nato il tour e il perché Life in a Day è un film così importante

pubblicato 12 Ottobre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 07:41


Michele Crocchiola è il coordinatore della distribuzione italiana di Life in a Day (qui il trailer), il primo lungometraggio cinematografico prodotto da YouTube assieme a Ridley e Tony Scott, e diretto da Kevin Macdonald. Il film è in tour dal 10 settembre e tocca un bel numero di città italiane. Un numero in crescita che premia gli sforzi di questo progetto che porta nel nostro paese uno dei film più particolari ed originali degli ultimi anni. Abbiamo fatto una lunga chiacchierata al telefono con Michele a proposito di Life in a Day e del tour.

Il 24 luglio 2010 è una data importante, visto che è il giorno che “narra” Life in a Day. Cosa ti ha colpito così tanto del film, e perché è un’opera così importante?
La cosa che più mi ha colpito è una: è un film. Ha narrazione, sintesi, ritmo cinematografico. La seconda parte poi è un crescendo emotivo, visivo ed emozionale. È cinema, e viste le premesse non era una cosa scontata, vista anche la varietà del girato che è arrivato, in diversi formati. Poi è importante perché è un film riuscito. L’idea della “scatola nel tempo” non è originale, ma con YouTube è la prima volta che si fa una cosa del genere.

Kevin Macdonald risulta essere il “regista” dell’operazione, ma ci sono più di 300 co-registi nei titoli di coda.
Macdonald è effettivamente il regista, ma c’è da citare obbligatoriamente il montatore Joe Walker, che ha davvero fatto un lavoraccio, ed è il più lucido nel descrivere il progetto: è sua la frase “Può essere banale la giornata di una persona, ma non migliaia combinate insieme”.

12 co-registi sono italiani. Hai avuto l’occasione di incontrarli?
I co-registi italiani li ho sentiti tutti per mail. In realtà sono 12 più 1, Beniamino Brogi, un italiano che vive a Berlino: lavora come videomaker, ed è stato recentemente alla proiezione di Life in a Day al Nuovo Cinema Aquila di Roma.

Continua dopo il salto.

Qualcuno che ti ha colpito in particolare?
I due co-autori di Bologna, che sono praticamente i miei “miti” e che saranno alla proiezione del film in occasione del Biografilm Festival il 20 ottobre. Il primo è Andrea Da’fronza, l’autore delle riprese della scena al macello, quella dell’uccisione della mucca: è una scena molto forte, che resta in mente. Il secondo è Andrea Salvatori: la sua scenetta, girata in un parco assieme alla compagna, è molto divertente ed è montata in modo alternato con la scena delle nozze di due anziani, altrettanto divertente.

Come si è sviluppato il progetto di distribuzione, e com’è nata l’idea del tour?
Guarda, è quasi indescrivibile. Il processo di distribuzione è nato comunque al Marquee a Cannes, dove ho scoperto che il film non avrebbe avuto una distribuzione italiana. Ho pensato che si sarebbe potuto portare Life in a Day in Italia almeno per un giorno, con un’operazione simile a quella fatta poco tempo fa per Pearl Jam Twenty, ma la cosa si è trasformata velocemente in un tour. Il fatto è che mi piaceva l’idea che un film nato come collettivo fosse visto in sala, con una fruizione collettiva.

Qual è stato il responso del pubblico alle proiezioni che si sono tenute fino ad ora? L’opinione generale della critica e del pubblico straniero sul web è che sia un film che sicuramente non lascia indifferenti…
Ho i responsi dell’anteprima fatta al Milano Film Festival e della proiezione all’Odeon di Firenze. Il pubblico, soprattutto quello giovane, si è dimostrato curioso, è venuto con buone aspettative. Non ci sono stati grandi applausi durante la proiezione, ma alla fine è piaciuto molto anche ai più “critici”. C’è da dire che è fondamentale superare i primi 30-40 minuti. Gli ultimi 20 secondo me riescono poi davvero a commuovere. Il film non lascia quindi indifferenti, appunto. Anche il pubblico adulto ha apprezzato. La cosa più bella che mi è stata detta è semplicemente che erano contenti di averlo visto. Da poco ho anche il responso del Blah Blah di Torino: la gente ne ha parlato parecchio.

Perché secondo te in pochi paesi hanno preso in mano la distribuzione del film? Di solito in Europa c’è una situazione più aperta per quel che riguarda opere come Life in a Day.
Il film non ha una “identità”, non è catalogabile, e questo crea dei problemi. Secondo il mio punto di vista, chi fa il buyer nelle società distributrici non ha conoscenze di marketing: ma è una mia impressione. Non si pongono effettivamente il problema di promuovere un film e usano sempre le stesse strategie (trailer, poster, cartonati…). Tutte le promozioni sono sempre uguali. Quando capisci la natura di Life in a Day, poi, ovvero né fiction e né documentario, non sai bene come prenderlo. Resta infine il fatto che è un film prodotto da YouTube. E YouTube per molti è il nemico, c’è molta antipatia nei confronti della rete.

Il 28 ottobre il film sarà visibile in tutto il mondo sul canale dedicato di YouTube: hai detto che distribuire il film nelle sale è anche una provocazione…
Qui nasce la mia riflessione. Quando propongo il film nelle varie sale, dico sempre che sarà visibile gratis sul canale apposito di YouTube: però alcune mi rispondono che lo prenderanno anche dopo la distribuzione on line. Oggi qualunque film lo si riesce a vedere su Internet. Però io continuo a difendere sempre la sala. Life in a Day mi ha commosso perché l’ho visto al cinema. Ma Internet e sala possono convivere, e possono trovare sinergie. Questa è la provocazione: YouTube è un’opportunità per il cinema.

Come vedi invece la situazione odierna della distribuzione italiana? Ad addetti ai lavori ed appassionati appare sconfortante.
Sarebbe troppo semplice dirti di sì. Fare il distributore è un lavoro molto difficile oggi: lo vedo con i miei occhi con questo tour. Ci sono tre cose da tenere in conto. Una è che il pubblico vede più film rispetto a 10 anni fa, solo che li vede anche in altre modalità: più offerta, più fruizione. In questa situazione, il distributore deve trovarsi una nicchia. La seconda è che i grandi sono sempre più grandi, e i piccoli sempre più piccoli… La terza è che anche i festival sono aumentati ed hanno molta più offerta di prima. Ormai fanno circuito a sé: sono quasi diventati un canale distributivo a sé stante. C’è da dire anche che l’Italia è ancora “immune” da film indiani, africani… Vivendo comunque in un mondo globalizzato qualcosa resta per forza fuori.

Sì, ma certi film che non trovano distribuzione… [Pensavo ad Hunger, ndr]
In Italia vengono distribuiti circa 300 film all’anno. Se aggiungiamo l’home video, arriviamo forse a 400. Tra cui capolavori e ciofeche. Quanti film vengono fatti in un anno nel mondo? Qualcosa resterà per forza fuori: è una questione numerica. Più di un tot in Italia non ci può essere. Il problema piuttosto sta nella selezione.

Ultima domanda: il film più bello visto quest’anno? Sai, tra appassionati…
Solo uno? [Segue discussione sull’anno solare o cinematografico, e sull’impossibilità di scegliere un solo titolo] A naso direi Precious e La donna che canta, ma anche Machete e Bronson. Con gli ultimi mi sono divertito, con i primi mi sono angustiato.

Ringraziamo Michele per la bella e appassionata chiacchierata. In bocca al lupo per il tour!

Un’ultima novità: Life in a Day è visibile da ieri, in loop, alla Triennale di Milano.

Date del tour aggiornate

Giovedì 13 Ottobre
Pisa – Cinema Arsenale
Pordenone – Cinemazero
Bari – Nuovo Splendor
Taranto – Bellarmino
Foggia – Farina
Castellana Grotte – Milleluci
Massafra – Spadaro
Conversano – Casa delle arti

Giovedì 20 Ottobre
Bologna – Evento Biografilm Festival @ Cinema Odeon

Giovedì 27 Ottobre
Milano – Cinema Auditorium San Fedele

Lunedì 28 Novembre
Imperia – Cinema Centrale