Home Festival di Venezia Venezia 2011: George Clooney ci fa impazzire e diventa capo del club

Venezia 2011: George Clooney ci fa impazzire e diventa capo del club

George Clooney arriva a Venezia con il film Le Idi di Marzo

pubblicato 31 Agosto 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 08:53

Premetto che sono un estimatore di George Clooney. Il suo film Good night and good luck mi piacque molto. Una bella storia civile, una bella regia in finto bianco e nero sull’America delle libertà (la vicenda di un giornalista tv incappato nella censura). Lo ammiro e lo invidio. Molto. Va e viene dall’Italia. Ha (o aveva, non sono aggiornato) una casa meravigliosa sul Lago di Como. Ha lasciato la Canalis, sempre nuda, sempre imbronciata, sempre ambiziosa, senza consapevolezza dei propri limiti; a caccia di marito. George ha detto no e la ex valletta, delusa, è andata negli Usa per partecipare a uno show di ballo; sai che viaggio: noi abbiamo Milly Carlucci. Adesso il grande George è tornato al Lido per The Ides of March, suo nuovo film anche in questo caso su temi civili. Lo vedremo.

Intanto, i tamburi hanno rullato. Tutti aspettano George, il tombeur des femmes e des hommes, a braccia aperte. Lui ci accontenta e arriva col sorriso smagliante alla Virna Lisi del divo vincente forever, accompagnato da un’altra compagna che forse ha imparato la lezione e non cerca un marito. Gli basta sapere di essere accanto al presidente del club.

Quale club? Ma quello della Mostra. Composto dai frequentatori, quattro gatti, mondani e no; i dirigenti della Mostra; i critici collaboratori di Muller; i fans che vedono solo qualità e nessun difetto, qualunque boiata filmata o gaffe venga proposta (Greggio e il suo 3D dei poveri); gli osti e i baristi del Lido; le pantegane che emergono ilari dai canali e campielli , da sotto i palazzi dove ci saranno feste mirabolanti per qualche vecchietta in maschera e molti stilisti senza modelli e fatturato.

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George ha ricevuto nei fatti, per acclamazione, l’incarico di presidente per la fedeltà allo schermo e al red carpet veneziano. Glielo hanno conferito i dirigenti della stessa Mostra per gratitudine (i divi fanno comodo) e nessuno glielo toglie e toglierà. Basta un sorriso ed ecco che tutti cadono ai suoi piedi come la Canalis, e come noi.

Eppure. George è un placebo delizioso. Ce lo ricorda il giornale francese “Le Monde” che, in un articolo dal Lido, va al sodo. Il Lido cambia e la Mostra cambierà con il Lido.

L’inviato spiega che in futuro non ci sarà più il Palazzo del cinema (per il momento affossato) ma un Palazzo dei congressi, un eco mostriciattolo dove esporre calzini, scarpe, politici, filosofi, calciatori ; e ad agosto le smunte pellicole del concorso del Leone che ha la raucedine e ruggisce male anche se è d’oro.

L’inviato parla anche dell’Hotel des Bains, antico, bellissimo, dove Luchino Visconti girò “Morte a Venezia”. Se ne salverà un pezzetto con jacuzzi per principi arabi e altri maghi della finanza e del lusso. Il resto sarà spezzatino di residences per un traffico di giapponesi di passaggio per poche ore e pochi yen.
L’inviato conclude dicendo che gli ambientalisti hanno protestato per questi progetti e hanno alzato la loro bandiera nera del dissenso, accusando i responsabili dei progetti di voler cementizzare il Lido. Che avrà bisogno di tanti Clooney (ma dove sono?) per resistere.

Insomma, benvenuto George, la nostra invidia di maschi e la devozione delle donne ti sostiene. Ma se domani trovassi soltanto cemento, che farai?
Voilà. Un film in bianco e nero sui diritti ambientali anziché civili. Ti dimetterai da presidente del club virtuale eppure silente su un’ipotesi nuova di “morte a Venezia”?

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