Se sei così ti dico sì: la visuale di Fabrizio Buompastore all’Ischia Film Festival 2011
Eugenio Cappuccio ha vinto il premio alla regia con il film Se sei così ti dico si durante la IX edizione dell’Ischia Film Festival, le impressioni del coprotagonista Fabrizio Buompastore
Questo è un post particolare perché abbiamo preso in prestito la nostra collega Alice di Blogapuntate che ha chiacchierato con l’attore Fabrizio Buompastore. Lasciamo quindi a loro due la parola:
Ricorderete che qualche tempo fa abbiamo avuto modo di intervistare Fabrizio Buompastore a proposito della sua partecipazione al film Se sei così ti dico si, diretto da Eugenio Cappuccio.
In seguito all’uscita del film si parlò molto di questo lungometraggio soprattutto per la presenza dei due protagonisti, che decisamente poco avevano in comune: Emilio Solfrizzi conosciuto principalmente come attore di serie televisive di grande successo, e Belen Rodriguez la cui fama era all’epoca nota più per la sua vita privata anziché artistica.
Come spesso accade, però, ci si sofferma sempre in superficie e, ancora peggio, si usa etichettare qualcuno in maniera standardizzata e immobile, senza riuscire ad andare oltre: Solfrizzi è un interprete poliedrico in grado di cantare, ballare, far ridere, piangere e mettersi in discussione sul piccolo e grande schermo senza alcuna remora e senza mai rimanere fossilizzato in un unico genere di personaggio; Belen, invece, ha dimostrato in più occasioni con i fatti di avere altre qualità oltre l’innegabile bellezza e la facilità con la quale finisce sui giornali scandalistici. E per quanto riguarda Fabrizio Buompastore? Credo che parlino da sole le parole del critico cinematografico Maurizio Porro che rispetto al personaggio da lui interpretato in Se sei così ti dico si, ha scritto:
“È proprio bravo l’inedito Fabrizio Buompastore, arruffato agente capace con isterica presenza di rubare la scena a tutti.”.
Dopo un’investitura di siffatta natura, non ci stupisce assolutamente che questo giovane interprete barese abbia, adesso, davanti a sé un futuro artistico di tutto rispetto. Solo pochi giorni fa Eugenio Cappuccio ha presentato il suo film alla IX edizione dell’Ischia Film Festival: l’8 Luglio il cast di “Se sei così ti dico si” è stato presente al Castello Aragonese per assistere alla proiezione delle proprie fatiche. Tra di loro, naturalmente, c’era anche Fabrizio che io ho avuto modo di conoscere molto tempo fa, quando ancora attore non era ma già sapeva che lo sarebbe diventato.
Cosa c’è di meglio, dunque, di vedere attraverso i suoi occhi e ascoltare dalle sue parole cosa è accaduto in quei giorni nell’isola illuminata a festa per accogliere il bel cinema internazionale? Oggi lo chiediamo direttamente a lui.
Ciao Fabrizio, lo scorso 8 Luglio hai assistito alla proiezione di “Se sei così ti dico si” durante la IX edizione dell’Ischia Film Festival: vuoi raccontarci questa esperienza partendo dall’inizio e cioè da quando hai saputo che i selezionatori dell’evento volevano il vostro film?
Si è verificata una situazione singolare: a differenza di quanto succede abitualmente nei Festival, sono stati gli stessi organizzatori dopo aver visto il film a chiedere a Cappuccio di portare “Se sei così ti dico si”. Solitamente, infatti, sono le case di produzione che inviano i loro lavori e non il contrario. Il periodo, però – e anche il preavviso datoci – non era dei migliori perché fosse presente l’intero cast. Nonostante la forte volontà da parte di Emilio di prendere parte a un evento così serio, importante e ben organizzato, il suo impegno in “Tutti Pazzi per Amore 3” – che lo vede ogni giorno sul set delle puntate che vedremo a partire da Novembre su Rai Uno – non gli ha dato la possibilità di partecipare. Io, invece, mi sono goduto tre giorni nella splendida Ischia, all’interno del Castello Aragonese, guardando film e respirando aria di cinema, avendo la possibilità di conoscere una persona che ha una vera passione per questa arte e che è riuscito a tradurla in un evento che da nove anni è riconosciuto e apprezzato a livello internazionale, sbaragliando addirittura un Festival che si tiene in contemporanea a quello di Ischia. Michelangelo Messina, direttore dell’Ischia Film Festival con il quale ho stretto una bella amicizia, è stato per me una vera scoperta. Sai che ti dico? Questa è la fortuna di coloro che ricoprono ruoli secondari nelle serie televisive…”
Scusa, non stiamo parlando di cinema? Tu hai un ruolo da coprotagonista in “Se sei così ti dico si”: cosa c’entra la televisione? (Ride beato…)
No, pensavo ai fari del set di “Tutti Pazzi per Amore” sotto i quali Emilio è piacevolmente incastrato da mesi e dove io ogni tanto faccio delle incursioni per andarlo a salutare….
Scusa, ma i set non sono blindati? I protagonisti ricevono gli amici come se fossero a casa loro? Non ce la conti giusta…
(Finge di rispondere a una telefonata seppure il suo telefono non ha squillato e, per giunta, è rimasto in un’altra stanza insieme a sospetti copioni e fasci di carte che non ha voluto giustificare).
Buompastore, io ti conosco da un po’ di tempo, se tu mi dici che dobbiamo parlare di cinema e poi vieni fuori con certe battute, sposti l’argomento su temi a me decisamente cari: devi dirci qualcosa?
Michelangelo Messina di cui parlavo poc’anzi, è una persona che organizza per il suo territorio questo Festival che è una sua completa creatura, a cui tiene come ad un figlio e che ogni anno studia nei minimi particolari perché sia sempre più emozionante. Quando ero lì e la direttrice organizzativa Enny Mazzella si è presentata a me in maniera molto umile, quasi non credevo che si stesse scusando per quella che lei immaginava fosse un’organizzazione non perfetta… ma la cosa più assurda era che quasi non si rendessero entrambi conto che ci stavano offrendo una kermesse con una cornice strepitosa, dove le proiezioni avvenivano in una location incredibile a strapiombo sul mare e, ancora più importante, con una selezione di film ed eventi assolutamente di prim’ordine.
(Fingendo di aver abbandonato la parentesi televisiva su cui tornerò come un mastino appena Fabrizio si sarà rilassato o quando sarà in astinenza da sigarette, continuiamo a parlare di cinema). Assodata qual è stata la sua esperienza sul set di “Se sei così ti dico si”, rileggete la precedente intervista, sappiamo che Eugenio Cappuccio è stato insignito del premio come miglior regia (video e link), dedicandolo a Emilio Solfrizzi. Ce ne spieghi il motivo?
Eugenio ha ritenuto che Solfrizzi fosse in questo film quasi un coautore, il personaggio di Piero Cicala è stato molto sentito da Solfrizzi e quindi anche lungamente dibattuto con Eugenio, costruito insieme a lui e al quale Emilio ha dato tutto se stesso mettendosi completamente in gioco, vivendo una vita non sua che in realtà, dato il successo che ha ottenuto e si è duramente conquistato, è ancora sfolgorante a differenza di quella del personaggio interpretato nel film. Cappuccio è stato attentissimo a qualsiasi cosa facesse sul set, osservando ogni minima sfumature. Si può quindi dire che questo lavoro è stato la creatura di entrambi che per differenti motivi lo hanno sentito moltissimo. Eugenio con questo gesto ha voluto ringraziare tre persone: l’uomo, l’attore e Piero Cicala ovvero sempre Solfrizzi. Possiamo dire che Piero Cicala è un’insieme di Solfrizzi e Cappuccio, racconta le loro vite artistiche e personali, quello che sono stati e mai saranno.
Sappiamo che gli inviti a tali eventi sono fatti con determinati criteri e che non sono per tutti: chi è stato invitato di coloro che hanno lavorato al film dagli organizzatori dell’Ischia Film Festival?
Lo sai che dentro il Castello Aragonese producono un ottimo vino che si chiama il “Vino del Castello” e che non essendo trattato può essere acquistato solo al suo interno? Ti consiglierei il prossimo anno, se ti invitano, di farci un salto…
(Capita l’antifona, ripiego su domande che evitano di farmi decantare il sapore del sugo con il quale è stata condita la pasta servita durante la cena di gala…) Cosa ti rimane di questo film, a cosa ti porterà, quali cose rimpiangi se ce ne sono e cosa rifaresti o mai potresti fare nuovamente ripensando ai mesi sul set, alla tua interpretazione, al tuo coinvolgimenti e ai rapporti che hai costruito?
Hai un ordine di importanza rispetto alle risposte?
(Fabrizio cerca di prendere tempo ma questa volta non mollo, anche perché ci sono più di 30 gradi e noto che lui sta per cedere in maniera rovinosa, chiedendomi persino di poter fare una pausa doccia…) Non esistono deroghe: rispondi o ritorniamo al set di “Tutti Pazzi per Amore 3” e prima che tu vada via, ti chiuderò in terrazza e ruberò i copioni e quegli invitanti fogli battuti al computer…
In ordine: Cosa mi rimane di questo film? Mi rimane un esordio importante nel cinema italiano dopo quello fatto a Belgrado con Goran Paskaljevic in “Honeymoon” nel quale avevo un ruolo completamente differente da quello dell’emissario Fabrizio in “Se sei così ti dico si”.
(ndr: Lì Fabrizio era uno spietato poliziotto di frontiera che si accaniva contro il protagonista principale, un emigrato albanese interpretato da Jozef Shiroka: Buompstore metteva in campo un impegno emotivo violento in un personaggio razzista e crudele.) Nel film di Cappuccio, invece, la commedia amara che è la colonna portante di tutta la storia mi ha permesso di creare un personaggio umano, grottesco, a volte sopra le righe e così proteso nel cercare un proprio riscatto nella seconda possibilità data al protagonista, tanto da non avere in realtà una sua vita e da non riuscire a mettere in atto una personale ricerca e conquistare, così, la necessaria pace per se stesso e per la sua vita. Mi rimane una sincera amicizia con Emilio Solfrizzi; mi rimane un bel rapporto con Eugenio Cappuccio e, non da meno, mi rimane il fatto di aver avuto la possibilità di entrare seppur marginalmente a contatto con i fratelli Avati, un pezzo importante della storia del cinema italiano, che hanno prodotto il film. A cosa mi porterà: non lo posso sapere perché quando accetto un lavoro non mi chiedo mai cosa verrà dopo, soprattutto perché preferisco concentrarmi su ciò che sto facendo, lasciando vivere il personaggio del momento. Quali cose rimpiangi se ce ne sono: il vino che producono al Castello Aragonese è un bianco, avevo scordato di dirtelo… dicevamo?
(Con gli attori mai parlare di soldi e rimpianti…)
Cosa rifaresti o mai potresti fare nuovamente ripensando ai mesi sul set, alla tua interpretazione, al tuo coinvolgimenti e ai rapporti che hai costruito: rifarei quasi tutto, tranne un paio di cose sulle quali mi ha fatto riflettere Emilio.
Non provo nemmeno a chiedere quali sono “il paio di cose” e l’incontro “ufficiale” con Fabrizio è finito ma, come è ovvio, non mettiamo adesso la parola fine. Devo ancora scoprire cosa sono quei fogli e, ovviamente, dove e quando lo rivedremo…