Ballando con Cecilia, Ornella Vanoni per il film tratto dal romanzo di Pino Roveredo
Una 96enne che ha passato tanti anni in manicomio. Questo il ruolo affidato a Ornella Vanoni.
Dalle pagine de LaRepubblica l’84enne Ornella Vanoni ha annunciato il suo imminente ritorno sul set grazie all’adattamento di ‘Ballando con Cecilia‘, romanzo di Pino Roveredo edito da Bombiani.
”Qualche concerto questa estate, prima del nuovo progetto discografico su cui ho tante idee e un film, perché io sono attrice. E’ un’idea di Pino Roveredo, lo scrittore premio Campiello, dal suo romanzo Ballando con Cecilia. Io sono la protagonista, una matta in manicomio”, ha confessato la Vanoni, parlando dei propri progetti futuri, senza soffermarsi sull’eventuale ‘tipo’ di adattamento. Televisivo o cinematografico?
Questa la trama del romanzo di Roveredo:
“Un uomo riceve l’incarico di andare alla Casa dei Matti, padiglione I, per far compagnia ai degenti. Ed ecco spalancargli di fronte il mondo dell’ex manicomio, diverso da quello riformato coraggiosamente da Franco Basaglia, ma al tempo stesso sempre uguale, come un mito che non tramonta. Qui tutti hanno un’identità e una storia, anche se in frantumi. Tra l’odore del disinfettante e quello degli alimenti si aggirano Amalia, che si crede nobile, Anita, la “donna down” sempre col cappotto addosso, Maria che non fa che cantare, Olga, senza denti e con la mania religiosa, Berto, fissato con le parole crociate. E poi Cecilia: una donna molto anziana, di novantasei anni, di cui molti, troppi, trascorsi in manicomio, non si sa neppure perché. Cecilia è litigiosa, solitaria, bizzarra. Ma forse ha solo bisogno che qualcuno riconosca che lei “è”. Allora l’io narrante le offre una cioccolata. Lei si scioglie, cominciano a parlare. Gli racconta la sua vita, di quando faceva la commessa in una pasticceria e guadagnava settanta centesimi alla settimana. Altri tempi: ora lei, come gli altri, non sa più cosa accade nel mondo. E per quanti sforzi si facciano, non si può più tornare indietro, recuperare il tempo ormai trascorso. Si può solo ballare: un ballo reale e metaforico insieme, perché sulle note scorrono come in un sogno gli anni non vissuti da questi degenti, Cecilia compresa: gli anni perduti”.
Nel 1961, con Romolo e Remo di Sergio Corbucci, l’esordio cinematografico della Vanoni, vista un’ultima volta in sala nel 2015, con Ma che bella sorpresa di Alessandro Genovesi.