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Cannes 2011: Mr. Beaver – Recensione in Anteprima

Mr. Beaver: Recensione in Anteprima da Cannes

pubblicato 18 Maggio 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 12:10

Mr. Beaver ( The Beaver,USA, 2011), di Jodie Foster. Con Mel Gibson, Steven Weisz, Anney McKilligan, Brett McClelland, Bill Massof, Kayla Ayler-McCormick, John Bernhardt, Lorna Pruce, Jeff Corbett, Paul Hodge, Jodie Foster, Kelly Coffield Park, Kris Arnold, Michelle Ang, Zachary Booth, Anton Yelchin, Jennifer Lawrence e Riley Thomas Stewart.

Fuori concorso qui a Cannes, Jodie Foster ha avuto modo di presentare il proprio Mr. Beaver, tra i cui protagonisti troviamo un Mel Gibson apparso in ottima forma. La trama ruota attorno alla triste vicenda di Walter Black. A Walter non manca pressoché nulla: è presidente di un’affermata compagnia che produce giocattoli e ha una bella famiglia. A quanto pare, però, tutto ciò non è sufficiente per evitare che il nostro protagonista ceda ad una profonda depressione.

Dopo vari tentativi a forza di medici, pillole e terapie, l’uomo sperimenta, suo malgrado, un particolarissimo ausilio. Staccatosi dal proprio focolaio famigliare, Walter trova per caso un pupazzo dalle fattezze di un castoro. Di lì a poco, The Beaver, miracolosamente, “prende vita”! La sua missione? Risollevare le sorti di un uomo che sembra non avere più alcuna speranza.

E non crediate si tratti di un’impresa facile! Quando l’agiatezza economica e degli affetti tutto sommato acquisiti non permettono di fare a meno di sprofondare, è evidente che il numero di rimedi alla portata subisce una pesante scrematura. In certi casi bisogna trovare da soli la forza di risollevarsi da simili cadute – il che è più facile a dirsi che a farsi. La Foster tratteggia in maniera delicata questa riabilitazione sui generis di Walter.

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Durante il susseguirsi degli episodi, Mr. Beaver riesce a farci ridere, ma, soprattutto, ci induce anche a riflettere. Servendosi di un registro che si avvale di soluzioni non eccessivamente forti (eccezion fatta per l’ultimo quarto d’ora), assistiamo a come questa sorta di marionetta irrompe nella vita della famiglia Black, fino a prendere addirittura le redini della compagnia di cui Walter è il presidente. Tra una scena esilarante e l’altra, quindi, emerge la potenza di questa via di fuga scelta dal personaggio di Gibson.

Quest’ultimo, a causa di un’evidente instabilità psichica, si annulla a favore del castoro che tiene in mano. Tuttavia, in almeno un punto, le parole messe in bocca dalla Foster al pupazzo “vivente”, ci spingono a soffermarci un attimo sul perché un uomo possa arrivare a tanto pur di non prendere di petto ciò che gli accade intorno. E’ qui che, anche solo per pochi istanti, ci chiediamo davvero chi sia pazzo e chi no. Se in realtà lo stravagante personaggio, letteralmente inventato da mister Black, non sia più “normale” di quello che noi lasciamo rientrare, senza nemmeno accorgercene, entro il concetto di “ordinarietà”.

Altra chiave di lettura di assoluto rilievo è il rapporto tra Walter e suo figlio Porter, un brillante teenager alle prese con la sua “doppia-vita” di studente e scrittore sottobanco. I compagni di scuola si rivolgono a quest’ultimo per via delle sue doti da abile oratore. Man mano che la trama assume consistenza, diviene sempre più presente l’accostamento tra il padre ed il figlio. Il giovane dice di odiarlo, ma, come scopriremo, dietro questo genuino risentimento si cela una stima in fondo mai mutata nei confronti del proprio vecchio, superata solo da un’aspra amarezza. A nostro parere l’enfasi posta su tale accostamento paterno è funzionale a quanto s’intende far filtrare: il Walter Black di una volta è scomparso e adesso dovrà sforzarsi davvero per (ri)costruirsi, come e meglio di prima. Per finire, ottima prova di Mel Gibson, nella doppia veste, tutt’altro che alla portata, di depresso cronico e pupazzo parlante. Ci fa piacere.

Piacevolissima pellicola questa di Jodie Foster, dunque. Tenera quanto basta da non scadere nel ridicolo, ma al tempo stesso realista, tutt’altro che inquisitoria. La sua fine, preceduta una mezza tragedia, dà adito ad “altro”. Un tipo di “altro” che possiamo solo provare ad immaginare, ma che nel suo fuggire le facili sentenze, interroga ciascuno di noi riguardo a cosa davvero siamo in cerca. Senza divisioni, né categorie, che tanto piacciono a chi vorrebbe (magari inconsciamente) che tutto fosse realmente più semplice.

Mr. Beaver uscirà venerdì 20 Maggio nelle nostre sale. A voi il trailer ufficiale in italiano.

Voto Antonio: 7,5
Voto Carla: 6,5

Voto Simona: 7

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