Easy Girl – di Will Gluck: la recensione
Easy Girl (Easy A, USA, 2010) di Will Gluck; con Emma Stone, Penn Badgley, Amanda Bynes, Dan Byrd, Thomas Haden Church, Patricia Clarkson, Cam Gigandet, Lisa Kudrow, Malcolm McDowell, Alyson Michalka.Olive, una giovane ragazza californiana, racconta una bugia innocente sulla propria verginità, ma naturalmente la notizia arriva immediatamente ai compagni di scuola. Decide di far
Easy Girl (Easy A, USA, 2010) di Will Gluck; con Emma Stone, Penn Badgley, Amanda Bynes, Dan Byrd, Thomas Haden Church, Patricia Clarkson, Cam Gigandet, Lisa Kudrow, Malcolm McDowell, Alyson Michalka.
Olive, una giovane ragazza californiana, racconta una bugia innocente sulla propria verginità, ma naturalmente la notizia arriva immediatamente ai compagni di scuola. Decide di far lavorare il pettegolezzo a suo favore, divertendosi a far circolare voci sul suo conto. Ben presto però la situazione le sfugge di mano e si rende conto delle conseguenze derivate dalle sue menzogne…
Easy Girl (ennesimo titolo italiano trasformato dall’inglese in inglese: in originale è Easy A) è la dimostrazione che spesso la furbizia al cinema non fa danni. E Will Gluck non fa nulla di male ad essere “furbo”, se ammicca allo spettatore con consapevolezza e con risultati come questi, assai riusciti.
Prendendo spunto da La lettera scarlatta, che la protagonista assieme ai compagni sta non a caso studiando durante il corso di letteratura inglese, Gluck riesce a portare in sala una teen comedy che ragiona sulla natura dei film adolescenziali ambientati nelle high school americane con sapienza, divertimento e, appunto, quella giusta dose di furbizia che in questo caso funziona senza irritare.
Citando continuamente, in modo diretto o meno, registi e pellicole che hanno fatto la storia del genere, Easy Girl si pone nei confronti del (sotto)genere in un modo non molto lontano da quello che fu Scream per lo slasher (e The Faculty allo sci-fi a tinte orrorifiche): un piccolo bignamino di stereotipi, personaggi e tematiche affrontate da un regista che sa quel che fa e ha visto tutti i film che contano, e che trasporta la sua conoscenza nei suoi personaggi.
Olive ha visto tutti i film di John Hughes e avrebbe voluto che proprio il regista da poco scomparso avesse diretto la sua vita, attende che un principe azzurro fuori dalla finestra le faccia ascoltare una canzone come John Cusack in Non per soldi… ma per amore di Cameron Crowe, ed evidentemente conosce a memoria Breakfast Club. Ma si ritrova a vivere in un mondo (o in un film…) dove c’è del cinismo come ne Le regole dell’attrazione o la sua “antagonista” bigotta sembra essere uscita fuori da Election.
Consapevole della cinematografia che ha contribuito in modo netto al genere dei teen movie, come le ragazze di Death Proof, Olive cita il cinema come colonna portante della sua vita e agisce di conseguenza, sconsigliando allo spettatore anche di non guardare la versione de La lettera scarlatta di Demi Moore (in cui praticamente l’attrice sta sempre a farsi il bagno e basta).
E in mezzo ci sta tutto quello che ci si aspetta da un film con una trama del genere: un affresco del nuovo perbenismo americano, dell’omologazione imperante, e del cattolicesimo bigotto che trasforma le persone in macchiette ridicole. Ma è anche evidente che Gluck non è uno che fa le cose per caso e riesce a rendere giustizia a questo spaccato di vita californiano con leggerezza e senza puntare il dito come un giudice.
Semmai vuole far ragionare, nel suo piccolo, sull’uso della parola come arma tagliente, come virus (le accelerazioni vertiginose del pettegolezzo che si dirama per i corridoi della scuola). E non si dimentica del mondo adulto, che non sta messo certo meglio. Easy Girl è anche un film decisamente divertente, a cui dà un valore aggiunto l’interpretazione di Emma Stone, superba nella versione originale, e che rivedremo nei panni di Gwen Stacy in The Amazing Spider-Man.
Voto Gabriele: 7
Voto Carla: 7/8