Oscar 2011: il “trailer” di presentazione e tutte le trame dei cortometraggi di fiction, d’animazione e documentari
Dal grande pubblico e dalla stampa, sono le categorie meno calcolate, forse anche meno di alcune categorie tecniche. Eppure ogni anno possono fare la fortuna dei cineasti in competizione, che possono anche trovare finanziamenti o vedersi spalancata qualche porta che conta. Le tre categorie degli Oscar relative ai cortometraggi non sono da sottovalutare, perché possono
Dal grande pubblico e dalla stampa, sono le categorie meno calcolate, forse anche meno di alcune categorie tecniche. Eppure ogni anno possono fare la fortuna dei cineasti in competizione, che possono anche trovare finanziamenti o vedersi spalancata qualche porta che conta. Le tre categorie degli Oscar relative ai cortometraggi non sono da sottovalutare, perché possono nascondere gioielli che contano e rivelano talenti.
Oggi vi presentiamo il “trailer” ufficiale delle tre categorie. Tutti i quindici corti verranno infatti presentati negli States l’11 febbraio in alcune sale selezionate e saranno poi disponibili on demand via cavo dal 22 febbraio, a cinque giorni di distanza dalla premiazione al Kodak Theatre. Di seguito, diamo un’occhiata alle trame di tutti i corti presenti nelle sezioni fiction, animazione e documentario: sembrano tutti davvero interessanti.
Miglior cortometraggio
In The Confession, il giovane Tanel Toom ci racconta la storia di Sam, un bambino di 9 anni alle prese con la sua prima confessione. Peccato che Sam non sappia quale peccato dover confessare al prete, visto che gli pare di non averne commessi, e quindi con l’amico Jacob tenta di trovare una soluzione… In The Crush, l’esordiente Michael Creagh dirige il figlio di 8 anni Oran in questa particolare storia di “gelosia”. Il bimbo infatti è innamorato della maestra di scuola: peccato che questa abbia appena ricevuto un anello dal fidanzato. Ad Oran non resta che sfidare l’uomo a duello!
Scoprite dopo il salto tutte le altre trame.
Toni quasi surreali per la trama di God of Love di Luke Matheny, corto in bianco e nero in cui un ragazzo, innamorato di una ragazza a sua volta innamorata del suo miglior amico, riceve una scatola in dono. Dentro ci sono frecce che possono far scattare amori improvvisi se si viene colpiti: proprio come il potere di Cupido… In Na Wewe (ovvero “anche te” in Kirundi), Ivan Goldschmidt ci racconta un episodio che potrebbe aver preso vita nel 1994 durante la guerra civile in Burundi. I ribelli fermano un bus e fanno scendere i civili, e vogliono dividere le tribù Hutus e Tutsis: ma chi fa parte di una e chi dell’altra? Il quinto corto, Wish 143, è diretto a quattro mani da Ian Barnes e Samantha Waite, è prodotto dalla BBC ed ha già vinto al British Independent Film Festival. La storia è quella di un ragazzino malato terminale che esprime il suo ultimo desiderio: perdere la verginità prima di morire!
Miglior cortometraggio-documentario
Con Killing in the Name, Jed Rothstein ci racconta la storia di Ashraf, il cui padre e praticamente l’intera famiglia (ben 26 membri) vengono uccisi a causa di un terrorista di Al-Qaeda che si fa esplodere. Durante il matrimonio di Ashraf. Sara Neeson in Poster Girl scava in un problema che alcuni film di fiction hanno già provato ad affrontare, ovvero quello del PTSD (disturbo post-traumatico da stress) di cui sono afflitti i soldati americani di ritorno dalla guerra. Qui Robynn Murray da cheerleader si trasforma in un sergente, una macchina da guerra che però al ritorno è costretta a fronteggiare la realtà.
Con Strangers No More, i già plurinominati Karen Goodman e Kirk Simon ci portano alla Bialik-Rogozin School, scuola di Tel Aviv in cui gli alunni provenienti da paesi di tutto il mondo devono convivere in un posto scosso dalla guerra. Il surriscaldamento globale è al centro invece di Sun Come Up, nel quale Jennifer Redfearn e Tim Metzger mostrano gli effetti del problema in Papua Nuova Guinea, nello specifico nelle Carteret Islands. Infine in The Warriors of Qiugang, Ruby Yang e Thomas Lennon (vincitori proprio di un Oscar per The Blood of Yingzhou District) ci raccontano la storia di un villaggio cinese che ha vinto una battaglia contro degli stabilimenti chimici che ne stavano contaminando le risorse idriche e i terreni.
Miglior cortometraggio d’animazione
Nell’ormai celebre Day & Night, distribuito prima di Toy Story 3, Teddy Newton s’ispira alla Linea di Osvaldo Cavandoli e ci narra il bello della diversità dell’altro e la voglia di essere sempre curiosi verso il mistero. Con un uso intelligente del 3D abbinato all’animazione tradizionale. In The Gruffalo, Jakob Schuh e Max Lang ci raccontano la storia di un topo decisamente furbetto che decide di andare a fare una passeggiata nella foresta e, grazie alla sua intelligenza, riesce a battere alcuni feroci predatori.
Con Let’s Pollute, Geefwee Boedoe, già collaboratore per la Disney e la Pixar, si rifà allo spirito dei film educativi degli anni 50 e 60 e in modo satirico ci spiega come l’inquinamento sia la nostra “eredità” e come continui a rendere forte la nostra economia, mentre prova ad insegnarci come essere migliori “inquinatori” per un futuro di maggior degrado. Shaun Tan e Andrew Ruhemann in The Lost Thing ci racconta di un ragazzo che trova una strana creatura sulla spiaggia, e decide di trovargli una casa, in un mondo che crede che ci siano cose ben più importanti a cui pensare. Per finire, nel curioso Madagascar, carnet de voyage, Bastien Dubois ci conduce in un viaggio on the road attraverso lo stato africano verso un funerale, con una combinazione di animazione in tre dimensioni e animazione tradizionale. Il risultato è come un album di bozze che prende vita.
Riepiloghiamo:
Miglior cortometraggio
The Confession – Tanel Toom (Inghilterra)
The Crush – Michael Creagh (Irlanda)
God of Love – Luke Matheny (USA)
Na Wewe – Ivan Goldschmidt (Belgio)
Wish 143 – Ian Barnes e Samantha Waite (Inghilterra)
Miglior cortometraggio-documentario
Killing in the Name – Jed Rothstein (USA)
Poster Girl – Sara Nesson (USA)
Strangers No More – Karen Goodman e Kirk Simon (USA)
Sun Come Up – Jennifer Redfearn e Tim Metzger (USA / Papua Nuova Guinea)
The Warriors of Qiugang – Ruby Yang e Thomas Lennon (USA)
Miglior cortometraggio d’animazione
Day & Night – Teddy Newton (USA)
The Gruffalo – Jakob Schuh e Max Lang (Inghilterra / Germania)
Let’s Pollute – Geefwee Boedoe (USA)
The Lost Thing – Shaun Tan e Andrew Ruhemann (Australia / Inghilterra)
Madagascar, carnet de voyage – Bastien Dubois (Francia)