Home Curiosità Courmayeur Noir in Festival – commenti a caldo su Carancho, The Disappearance of Alice Creed e Julia’s Eyes. Con Trailer

Courmayeur Noir in Festival – commenti a caldo su Carancho, The Disappearance of Alice Creed e Julia’s Eyes. Con Trailer

Dopo essere stato qui a Courmayeur come membro della giuria nel 2008, l’argentino Pablo Trapero ha portato quest’anno al Noir in Festival il suo Carancho (vocabolo intraducibile, utilizzato per indicare gli avvocati che come avvoltoi girano in cerchio sopra le vittime degli incidenti stradali, in cerca di clienti), presentato in concorso ieri sera. Con Ricardo

di simona
pubblicato 12 Dicembre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 17:08



Dopo essere stato qui a Courmayeur come membro della giuria nel 2008, l’argentino Pablo Trapero ha portato quest’anno al Noir in Festival il suo Carancho (vocabolo intraducibile, utilizzato per indicare gli avvocati che come avvoltoi girano in cerchio sopra le vittime degli incidenti stradali, in cerca di clienti), presentato in concorso ieri sera.

Con Ricardo Darín (uno degli interpreti di maggiore successo in patria, apprezzato anche all’estero grazie soprattutto a El Secreto de sus Ojos) e Martina Gusman (moglie del regista) ottimi protagonisti, il film – già presentato con successo sulla Croisette ed al Toronto Film Festival – combina dramma, azione ed emozione alternando ritmi serrati a lunghi piani sequenza, grazie ad una regia fluida e ad un sapiente montaggio. Scritto come un noir classico degli anni Quaranta e Cinquanta, in cui la trama poliziesca silenziosamente prende la forma del ritratto di un modello sociale complesso; Carancho viene portato (volutamente) sullo schermo da Trapero (produttore, co-sceneggiatore e montatore, oltre che regista) con uno stile a metà fa il documentario e la fiction televisiva à la E.R.

Gli incidenti stradali in Argentina provocano circa una ventina di morti al giorno e un enorme numero di feriti. Dietro a queste tragedie prospera il mercato delle assicurazioni, e tra gli sciacalli, l’avvocato Sosa è uno di quelli che si aggira per le corsie del pronto soccorso in cerca di clienti (The Rainmaker, anyone?). Ha perso la licenza e lavora ai margini della legalità per conto di uno studio che ha fatto della truffa ai danni di assicurazioni e vittime ha fatto la propria fortuna. L’incontro e lo sbocciare di una storia d’amore con la dottoressa Lujàn lo spinge a cercare una nuova vita, ma i debiti da pagare non finisco mai. E la violenza chiama altra violenza…


Alice Creed

In concorso anche The Disappearance of Alice Creed (La Scomparsa di Alice Creed) di J Blakeson, che avrebbe dovuto uscire lo scorso agosto nelle sale italiane (e che Cineblog ha diligentemente recensito in anteprima per voi) ma che è poi stato posticipato a data da destinarsi. La forza dell’opera prima del giovane Blakeson, girata in 24 giorni e con un budget inferiore al milione di Euro, è principalmente dovuta alla bravura dei tre principali (ed unici) interpreti della pellicola: per tutti e 100 i minuti di durata, non vedrete sullo schemo nessuno all’infuori di Eddie Marsan, Martin Compston, e Gemma Arterton. Nonostante – o forse grazie a – questo, il tempo scorre veloce, l’attenzione dello spettatore rimanesempre alta, così come la tensione, palpabile.

Due uomini, un ventenne di nome Danny e un quarantenne di nome Vic foderano l’interno di un furgone con dei fogli di plastica. Poi comprano un trapano, un materasso e varie provviste. Successivamente, in un piccolo appartamento, montano un letto, coprono le pareti con del polistirolo e sigillano le finestre con delle tavole. Una volta completato il meticoloso lavoro di preparazione, rapiscono una ragazza, Alice Creed, figlia di un ricco uomo d’affari, e scelta da Vic e Danny come passaporto per una vita migliore. Trovate qui trailer, foto e locandina.

Julia

Los Ojos de Julia (Julia’s Eyes – che in Italia approderà il prossimo maggio con il titolo Con gli Occhi dell’Assassino) è stato selezionato come film di chiusura di questa ventesima edizione del Courmayeur Noir in Festival. Prodotto da Guillarmo del Toro, con Belen Rueda (già protagonista di The Orphanage), Lluís Homar, Pablo Derqui, Francesc Orella e Joan Dalmau, il film è un horror modesto, poco originale e poco entusiasmante. Il finale sembra uscito direttamente dalle pagine di un libro harmony e forse piacerà ai romantici, ma sinceramente l’ho trovato completamente fuori contesto in un film dell’orrore.

Julia e Sara sono gemelle affette da una grave malattia degenerativa che porta ad una graduale quanto inesorabile perdita della vista, culminante con la cecità. Sara viene ritrovata impiccata in una stanza, ma Julia – con la certezza che la sorella non sarebbe mai stata capace di un simile gesto – rifiuta l’ipotesi del suicidio e decide di indagare. Inizia perciò un viaggio che la condurrà a scoprire terribili verità sugli ultimi giorni di vita della sorella, addentrandosi sempre più in un mondo di oscurità e imbattendosi in una serie di morti e scomparse inspiegabili. Dice il regista e co-sceneggiatore Guillem Morales:

Los ojos de Julia è il viaggio nell’oscurità, fisico ed emozionale, di una donna che deve affrontare le sue paure più profonde. Il progressivo isolamento della protagonista, di una donna che sta perdendo la vista a causa di una malattia, è il modo di raccontare, nella forma di un incubo orribile, la storia di un viaggio dentro di sé per accettare e superare i propri limiti.