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Tornando a casa per Natale: Recensione in Anteprima

Tornando a casa per Natale (Hjem til jul, Norvegia 2010), diretto da Bent Hamer ed interpretato da Nina Andresen Borud, Trond Fausa Aurvaag, Arianit Berisha, Sandy Lesmeister, Nadja Soukup, Morten Ilseng Risnes, Fridtjov Såheim, Issaka Sawadogo, Joachim Calmeyer, Reidar Sørensen, Cecilie A. Mosli.Il film in questione rappresenta una raccolta di alcuni brevi racconti di Levi

pubblicato 27 Novembre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 17:47

Tornando a casa per Natale (Hjem til jul, Norvegia 2010), diretto da Bent Hamer ed interpretato da Nina Andresen Borud, Trond Fausa Aurvaag, Arianit Berisha, Sandy Lesmeister, Nadja Soukup, Morten Ilseng Risnes, Fridtjov Såheim, Issaka Sawadogo, Joachim Calmeyer, Reidar Sørensen, Cecilie A. Mosli.

Il film in questione rappresenta una raccolta di alcuni brevi racconti di Levi Henriksen. In realtà, come ci dice lo stesso regista, quella di ambientare il film alla Vigilia di Natale è stata la scelta di un secondo momento, nonostante si fosse maturato che il tutto potesse funzionare esattamente allo stesso modo entro i confini di qualunque altra collocazione temporale. Tuttavia non ci sembra così “accessorio” che si sia optato per questo periodo nello specifico, e per motivi che noi abbiamo colto durante la visione del film.

Questa pellicola, dall’andamento tutt’altro che esasperato, e che definiremmo “agrodolce”, porta in scena le vicende di più persone. Tra queste compaiono un padre che non riesce più a vedere i propri figli poiché cacciato fuori di casa dalla moglie, un ragazzino protestante innamorato perso di una sua coetanea mussulmana, un medico troppo preso dal proprio lavoro per dedicarsi come si deve a sua moglie, un ex-calciatore ridotto all’accattonaggio, un uomo anziano ed una donna che soffre di un amore non corrisposto.

Come vedete, trattasi di situazioni piuttosto eterogenee, accomunate sostanzialmente dal luogo in cui si svolgono gli eventi, ossia una piccola cittadina norvegese. In un susseguirsi di eventi tristi, comici o grotteschi, ogni personaggio risponde a proprio modo. Non sappiamo nulla del loro passato, il che ci induce a viaggiare per supposizioni. Eppure ci viene dato modo cogliere cosa li turba, da quali pensieri sono attanagliati.

E’ questo che ci permette di dare un senso ad uno sguardo fugace, una parola detta oppure non detta. E anche qualora fossimo fuori strada, la storia fa in tempo a correggerci, dandoci una dimensione più veritiera – nonché più tenera, se vogliamo – circa le condizioni dei protagonisti. Come il padre fallito, che si sfoga col medico di fiducia manifestandogli la propria rabbia circa l’impossibilità di capire cosa sia andato storto con la moglie. In un primo momento sembra che la precipua intenzione sia quella di risanare il rapporto, ma… sbagliato! Era un abbraccio, un semplice ma caloroso abbraccio quello che il nostro “fallito” cercava.

O la donna focosa e prosperosa, sulle prime femme fatale, una “cacciatrice di uomini” come direbbero i più attenti all’etichetta. Salvo poi scoprire, con non poca sorpresa, che è un sentimento apparentemente genuino quello che la spinge a concedersi con così tanta animosità. Un puzzle che prende forma una sequenza dopo l’altra, e che acquista coerenza solo nel momento in cui possiamo disporre dei necessari tasselli.

Abbiamo accennato alla relativa marginalità del ricorso al Natale. Beh, se così non fosse potremmo osare rilevare come si sia caduti in uno di quei luoghi comuni tanto cari ai benpensanti, secondo cui “a Natale si è tutti più buoni!“. Perché aspettare il Natale per aprire gli occhi, cambiare vita, o, in poche parole, riconciliarsi con sé stessi e con gli altri? Eppure i nostri personaggi sono praticamente in balia degli eventi, sui quali dimostrano di non avere potere alcuno. E’ allora il Natale, Lui e Lui soltanto, a “volerci tutti più buoni”?

Non sapremmo dire, onestamente. Fatto sta che, tra qualche sporadica risata e un po’ di triste amarezza, il percorso che ognuno dei protagonisti – a prescindere dalle rispettive condizioni – si trova a percorrere, conduce alla stessa meta. Quella che solo l’Amore, quello vero, sincero e disinteressato sa mostrare. E non è difficile scorgere in ognuno dei singoli episodi, così lontani e così vicini al tempo stesso, un po’ di noi, della nostra vita e delle nostre esistenze. Per poi ricordarci, come gli ultimi istanti del film intendono evidenziare, che abitiamo tutti sotto il medesimo, unico cielo.

Se non generasse quella sorta di retrogusto che sa di “già visto”, il nostro parere sarebbe stato senz’altro ancora più benevolo nei riguardi di questa pellicola. A parte questo, se è vero – come dicono – che tutte le storie meritano di essere raccontate ed ascoltate, quella che vuole narrarci Tornando a casa per Natale non fa certamente eccezione, anzi!

Il film approderà nelle nostre sale giorno 3 Dicembre. Per voi c’è anche il trailer italiano.

voto Antonio: 7