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L’anno di Federico Fellini si chiude a tavola ma non solo

Tullio Gregory, famoso intellettuale, prefatore del libro di cui diremo, e Gloria Satta, nota giornalista e critico, hanno pubblicato sul Messaggero di Roma un’ampia anticipazione di E le stelle stanno a mangiare (dal titolo di un film d’antan in cui le stelle si accontentavano di stare “ a guardare”). Si tratta di un libro scritto

pubblicato 15 Novembre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 18:14


Tullio Gregory, famoso intellettuale, prefatore del libro di cui diremo, e Gloria Satta, nota giornalista e critico, hanno pubblicato sul Messaggero di Roma un’ampia anticipazione di E le stelle stanno a mangiare (dal titolo di un film d’antan in cui le stelle si accontentavano di stare “ a guardare”). Si tratta di un libro scritto a quattro mani da Mimmo Cavicchia e Franca Foffo. Vi chiederete chi è Cavicchia, che viene presentato come autore di ricordi. Beh, a suo modo è stata una delle colonne della capitale ai tempi in cui Federico Fellini preparava La dolce vita, film che uscì nel febbraio del 1960 e di cui si celebra il mezzo secolo di proiezioni e leggenda.

Una colonna, anzi una cornucopia umana. Ovvero, il proprietario di uno dei ristoranti più celebri dell’epoca dello star system all’amatriciana, di cui facevano parte plotoni di golosi e affamati divi di Hollywood. Qualche nome, tanto per rinfrescarsi la memoria: Frank Sinatra, Audrey Hepburn, Mel Ferrer, Tony Curtis, Liz Taylor e un sfilata di crapuloni sempre a dieta in vista del set. I ricordi di Cavicchia, a tavola e nel piccolo innocente gossip nel suo ristorante ancora oggi tappezzato di innumerevoli fotografia con dediche estasi (di stomaco) sono da segnalare perché dimostrano che dopo cinquant’anni dalla dolce vita praticata la voglia di farli rivivere questi anni di pancia e di talento non stinge, anzi persino aumenta.

Non bisogna arricciare il naso. Le esalazioni, anzi i profumi dei piatti dei leggendari attori o cineasti (come venivano chiamati allora) si mescolano alle iniziative che continuo a tornare a Fellini, alla sua storia, all’epoca dei successi e del glamour che sorse per e intorno a Marcello Mastroianni e ad Anita Ekberg, alla realtà di quella Roma in bilico tra Via Veneto e sanguinosi fatti di cronaca nera che riempivano i giornali, specialmente quelli che uscivano la sera e che non ci sono più.

Una Roma, un cinema, un costume che sono stati ripresi e studiati, nel 2010, in articoli, servizi televisivi, convegni, documentari e soprattutto libri, decine e decine spesso interessanti, e a volte deliziosamente inutili eppure significativi, specie quelli che si sono presi la briga di andare a fondo nel mondo dei paparazzi, i fotografi all’assalto che hanno contribuito a creare quella mitologia leggera sulla quale campa tanta proposta di rievocazioni.

Ci sono anche mostre importanti come quella degli Oscar Dante Ferretti e Francesca Schiavo, nei locali del Mattatoio; o quella delle immagini della Rizzoli dedicate alla città di quel periodo, pubblicate dall’Europeo, in corso a Palazzo Madama. A questo punto, mi sento di chiedere agli amici di Cineblog di consentirmi d’invitare i nostri lettori e collaboratori a due appuntamenti in cui sono coinvolto.

Il 24 novembre alle 16.30 alla Casa del cinema di Roma, Largo Mastroianni, verranno presentati il film Via Veneto Set e il libro Fellini & Fellini. Farina del mio sacco. La stessa che sarà sciorinata il 26 novembre, sempre alle 16.30, Al Blu di Prussia, in via Filangeri, Napoli. Non dico altro. Venite. Faremo un bilancio dell’anno di Fellini e di una vita che era forse dolce (e amara) e che adesso scopriamo rivelarsi in questo tempo amaro. Dalla tavola allo schermo. Dalle mostre alla bio del grande riminese e soprattutto ai retroscena del meraviglioso film che trasformò una vecchia strada in una vetrina brillante, poi appannata. Venite.