Unstoppable: Fuori Controllo – Recensione in Anteprima
Unstoppable: Fuori Controllo (Unstoppable, USA 2010) di Tony Scott con Denzel Washington, Chris Pine, Rosario Dawson, Jessy Schram, Kevin Dunn, Kevin Chapman, Victor Gojcaj, Jeff Wincott.Un film particolare questo Unstoppable. Forte di alcune premesse abbastanza promettenti, il suo approccio al genere dei cosiddetti disaster movie appare piuttosto altalenante. Luci e ombre si mescolano in un
Unstoppable: Fuori Controllo (Unstoppable, USA 2010) di Tony Scott con Denzel Washington, Chris Pine, Rosario Dawson, Jessy Schram, Kevin Dunn, Kevin Chapman, Victor Gojcaj, Jeff Wincott.
Un film particolare questo Unstoppable. Forte di alcune premesse abbastanza promettenti, il suo approccio al genere dei cosiddetti disaster movie appare piuttosto altalenante. Luci e ombre si mescolano in un calderone dal quale, alla fine, l’oscurità rischia di uscirne vincitrice. D’altra parte parliamo di una pellicola dalla gestazione un po’ travagliata, tra tagli di budget (alla fine pare che ci siano voluti intorno ai 90 milioni di dollari) e inconvenienti in fase di riprese – come il fortuito deragliamento di un treno il Novembre scorso.
In tutta onestà, non sapremmo dire se ciò abbia o meno inciso, né in che misura, sul prodotto finale. Sta di fatto che certe “forzature” cui si assiste lungo l’arco dell’intero dipanarsi narrativo, mostrano il fianco ad alcune perplessità. Tratto da una storia vera accaduta nel 2001, Unstoppable: Fuori Controllo ci porta in due Stati americani, Ohio e Pennsylvania, narrandoci le vicende di un treno che, a causa di un errore umano, comincia la sua folle corsa senza meta, e senza qualcuno che lo controlli.
Tutto parte, come abbiamo appena accennato, da un’ingenua imperizia di un macchinista, il cui errore mette in moto uno scenario da potenziale disastro. Il treno in questione, infatti, porta con sé alcuni vagoni trasportanti del fenolo fuso, una sostanza altamente tossica. Se a questo si aggiunge la cospicua quantità di materiale combustibile di cui sono pieni i 39 vagoni, i rischi risultano facilmente configurabili anche per coloro i quali sono totalmente estranei a questo settore.
Attraverso alcuni eventi che non staremo qui a raccontarvi, i due che ci dovranno mettere una pezza sopra sono Denzel Washington e Chris Pine. Destino vuole che proprio in questa sciagurata occasione, quest’ultimo si trovi al suo primo giorno di lavoro. Tra i dubbi, le incertezze e (perché no?) la rabbia per un ragazzo così giovane che ricopre il ruolo di capo-treno grazie anche a delle presunte conoscenze, Washington lo accompagnerà durante questa sua prima esperienza.
Metà del film serve a fornirci un vago quadro dei due personaggi. Dopo una certa diffidenza iniziale, infatti, i due si aprono, scoprendosi affini relativamente alle loro situazioni personali in famiglia. Il viaggio diventa quindi un modo per conoscersi e per farceli conoscere, dal quale emergono due uomini dal passato alquanto tribolato. I protagonisti hanno entrambi dei panni sporchi da lavare in famiglia, chi con la propria moglie, chi con le proprie figlie.
Niente di tutto ciò viene però approfondito, relegando questo aspetto ad un puro orpello narrativo che, comunque, poco potrebbe avere a che fare con il centro delle vicende. Ciò che ci ha lasciati un po’ interdetti sono certe scelte al limite del credibile. Di certo non cerchiamo la realtà nei film (qualcuno diceva che la realtà è ben più strana della finzione), ma la verosimiglianza non ci dispiace affatto. Alcune situazioni appaiono, a nostro parere, talmente estreme da suscitare ilarità.
Considerato il tipo di trattazione, non ci prodigheremo nel segnalarvi i singoli episodi, ma l’impressione che abbiamo avuto è che l’entità della loro scarsa proponibilità cresca gradualmente fino a raggiungere un certo apice poco prima che il film volga a conclusione. Peccato perché, a dispetto di una struttura pressoché scontata in ogni sua parte, certe scelte di regia, tipicamente afferenti al genere d’appartenenza, le abbiamo gradite.
Salvo una fase iniziale che funge, giustamente, da introduzione, una volta messo in moto il vero fulcro narrativo è tutto un susseguirsi di musiche (orchestrate dal buon Harry Gregson-Williams) e inquadrature incalzanti, con il risultato di dare vita a sequenze (perdonateci l’ossimoro) piacevolmente “disturbanti” – frutto essenzialmente di repentini passaggi da primo a primissimo piano, mescolati in un montaggio altrettanto frenetico.
Insomma, nel volerci consegnare quell’atmosfera di ansia e palpitazione, Scott riesce quasi a portare a termine tale obbiettivo. Peccato solo che certi episodi, come già rilevato, incidano non poco su questo specifico aspetto, attenuando un discreto lavoro di regia se non addirittura vanificandolo, laddove si opta per scelte narrative un po’ troppo “estreme”.
Non già la potenziale tragedia su larga scala, che si fonde con quella personale dei due protagonisti, quanto poche ma rilevanti situazioni di cui avremmo fatto volentieri a meno. Un film, insomma, che riesce a intrattenere, ma che resta vincolato a questo solo intento. Piacevole per alcuni versi, poco apprezzabile per altri. A nostro parere potrebbero trovarsi davvero a loro agio solo coloro i quali nutrano una smodata passione per i film a sfondo catastrofico, salvo davvero non riuscire a digerire (come noi) taluni spunti.
La pellicola approderà nelle sale dopodomani, venerdì 12 Novembre. Ecco a voi il trailer italiano.
Voto Antonio: 6
Voto Carla: 5