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Michael Mann parla dei suoi tre progetti in cantiere

Michael Mann, noto ai più per la serie cult anni ’80 Miami Vice e per pellicole come L’ultimo dei Mohicani, Heat, Collateral e Nemico Pubblico, si è confessato ai microfoni della testata Financial Times. Dall’intervista sono emersi ben tre progetti sui quali Mann interesserebbe focalizzarsi. Di seguito e dopo il salto, vi riportiamo alcuni stralci

pubblicato 26 Ottobre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 18:58

Michael Mann, noto ai più per la serie cult anni ’80 Miami Vice e per pellicole come L’ultimo dei Mohicani, Heat, Collateral e Nemico Pubblico, si è confessato ai microfoni della testata Financial Times. Dall’intervista sono emersi ben tre progetti sui quali Mann interesserebbe focalizzarsi. Di seguito e dopo il salto, vi riportiamo alcuni stralci delle sue dichiarazioni.

Il primo riguarda la storia di un fotoreporter di guerra, tale Robert Capa, che insieme a Henri Cartier-Bresson fondò la Magnum Photos. Jez Butterworth si sta occupando della sceneggiatura. La parola a Mann.

[Il film, ndr.] Riguarda una tumultuosa relazione d’amore che Capa ebbe con Gerda Taro. Nato col nome di Endre Friedmann, Capa fu un ungherese trasferitosi a Parigi. Lui e Gerda inventarono una nuova persona, che fu un romantico fotoreporter americano. Si conobbero a Parigi come rifugiati – disprezzati e soli in un periodo della storia europea che era un susseguirsi di conflitti.

Il secondo, a nostro avviso più interessante, progetto, riguarda un racconto medievale inerente ad una battaglia che si combatté ad Agincourt nel quindicesimo secolo, tra Inghilterra e Francia. L’ispirazione sembra essergli sopraggiunta a seguito della visione della Sainte-Chapelle di Parigi. Da amante dell’Architettura quale è, Mann non poteva fare a meno di trarre spunto da tutto ciò. Leggiamo cosa afferma a riguardo, ma dopo il salto, mi raccomando!

Siamo stati a vederla e mi ha letteralmente spazzato via. Da allora divenne: “Posso condurre io stesso un pubblico ad una prospettiva medievale?”

L’ultima idea rappresenta una sorta di ritorno ad un genere che lui sembra apprezzare, diciamo. Dovrebbe intitolarsi Big Tuna, ossia un gangster-movie che narra la storia di Tony Accardo, potente boss mafioso di Chicago in un periodo in cui quell’organizzazione dominava, nonché del suo più giovane successore Sam Giancana.

Qui appare un uomo anziano che fu l’indiscusso boss al tempo in cui la mafia di Chicago era la più potente d’America. Diventa una classica tragedia sulla megalomania e sull’arroganza.

Allora, cosa ne pensate? Quale dei tre vi affascina di più?