Home Toni Servillo al Roma Film Fest 2010 e il summit mancato tra i direttori

Toni Servillo al Roma Film Fest 2010 e il summit mancato tra i direttori

Doppia storia al 5° Festival di Roma. La prima riguarda Toni Servillo che, come attore, regista, artista e direttore d’orchestra (in un concerto-show all’Auditorium dove si terrà il Festival), domina incontrastato la scena dello spettacolo. La città pullula di manifesti del film Gorbaciof di Stefano Incerti che debuttò alla Mostra veneziana, un’interpretazione, quella di Servillo,

pubblicato 8 Ottobre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 19:39


Doppia storia al 5° Festival di Roma. La prima riguarda Toni Servillo che, come attore, regista, artista e direttore d’orchestra (in un concerto-show all’Auditorium dove si terrà il Festival), domina incontrastato la scena dello spettacolo. La città pullula di manifesti del film Gorbaciof di Stefano Incerti che debuttò alla Mostra veneziana, un’interpretazione, quella di Servillo, che conferma talento e intelligenza dell’attore campano. Al quale voglio molto bene. Assistetti anni fa al suo debutto nell’avanguardia teatrale- eravamo un sorta di pattuglia sperduta- e mi fa piacere di vederlo al contro dell’attenzione.

I giornali adesso intitolano: “Eva Mendes e Servillo star di Roma”. Lo sapevamo che Toni sarebbe salito in alto dovunque avrebbe messo piede, compreso in quel cinema che aveva come il fumo negli occhi l’avanguardia, specie se “sudista”. E anche Mario Martone ha avuto la stessa capacità, e non fortuna, di emergere. Toni star ci rincuora al Festival. Per chi comincia bene, non tutto è perduto, anzi è terra di conquista. Auguri a Toni, al Festival e naturalmente ad Eva e a tutti i personaggi e film della rassegna che è in programma dal 28 ottobre al 5 novembre.

Seconda storia. Accendo la radio in auto, of course, all’ora della messa in onda di “Hollywood Party”. Beh. Subito una sorpresa. Subito un’idea, nel giorno della visita del premier cinese Wen Jibao. Tendo l’orecchio. A condurre c’è Steve Della Casa, direttore artistico del Roma Fiction Fest, presidente della Film Comission del Piemonte,sceso a Roma con la sua regione centotrenta anni dopo la presa di Porta Pia da parte dei bersaglieri venuti giù dalla Mole. Con lui c’è Piera De Tassis, direttrice di “Ciak” e anche lei direttrice, guida il Roma Film Fest. C’è anche Murtas, sardo ben noto, proveniente dall’ex Regno sabaudo di Sardegna romano d’adozione.

Ma il dialogo è tra i vertici, e va avanti tra elencazione del ghiotto programma, notizie e notizioline, e poi tante battute battutine in cui i due direttori fanno a gara, distinguendosi per ironia ed eleganza. Che atmosfera vera, d’idillio. Li ascoltiamo con piacere. Nell’ascoltarli affiora l’idea intonata a questi tempi di globalizzazione in cui nel nostro Paese si fa a gara nel dirci porci e rimediare con i bucatini alla pajata.

L’idea di una occasione forse perduta. Quella di fare proprio a “Hollywood Party” un summit. Quella dei direttori dei più importanti festival nazionali. Come sarebbe stato bello ascoltare, in trasmissione, Marco Muller, direttore per il suo penultimo anno a Venezia. Tanto per spiegare che la concordia festivaliera è piena e che ci attende un futuro migliore. Sarebbe stato bello anche far intervenire Gianni Amelio, direttore del Festival di Torino. Giusto per conoscere, in uno scambio tra gentiluomini, le soluzioni che i capi delle vetrine festivaliere hanno in testa per uscire da vecchie polemiche.

Un invito lo avrebbe meritato Giovanni Spagnoletti, direttore alla Mostra di Pesaro. Vecchie polemiche, sempre nuovo, purtroppo. Eccole: i film italiani, a che punto siamo sul piano della qualità? Come mai vincono poco o assai stentatamente? Quali risorse e iniziative si possono mettere in campo per ev evitare intromissioni, minacce del potere governativo, tagli, interventi a gamba tesa?

Peccato. Sarà per un’altra volta. In Italia, non c’è nessuno che faccia una sola parte in commedia. Un summit avrebbe fatto chiarezza, chissà, mentre già si accendono le luci al Roma Film Fest a cui andrò pregustando fin da adesso il ricco menù.

Festival di Venezia