Home Curiosità Una sconfinata giovinezza – Pupi Avati, Francesca Neri e Fabrizio Bentivoglio presentano il film

Una sconfinata giovinezza – Pupi Avati, Francesca Neri e Fabrizio Bentivoglio presentano il film

A 72 anni Pupi Avati si scopre un regista capace di raccontare una storia d’amore, un racconto di un rapporto reso impossibile da una terribile malattia come l’alzheimer. Dopo oltre quaranta lungometraggi infatti per la prima volta è proprio l’amore incondizionato a diventare il protagonista, non è mai troppo tardi. Ma Una sconfinata giovinezza è

pubblicato 5 Ottobre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 19:47


A 72 anni Pupi Avati si scopre un regista capace di raccontare una storia d’amore, un racconto di un rapporto reso impossibile da una terribile malattia come l’alzheimer. Dopo oltre quaranta lungometraggi infatti per la prima volta è proprio l’amore incondizionato a diventare il protagonista, non è mai troppo tardi. Ma Una sconfinata giovinezza è anche molto di più.

Sebbene il film inizi con una dichiarazione di come la storia raccontata sia frutto di immaginazione, è lo stesso Avati a sottolineare come sia la storia dell’anziana coppia formata dalla Neri e da Bentivoglio, sia i flashback dell’infanzia di quest’ultimo, sono in gran parte frutto della sua personale autobiografia, compreso la vicinanza con questa terribile malattia che non lascia scampo.

Il film è stato realizzato sotto la supervisione di alcuni importanti ricercatori medici nel campo dell’alzheimer e il lavoro di Fabrizio Bentivoglio e di Francesca Neri, secondo la loro diretta testimonianza, si e trasformato in un vero e propria empatia nei confronti di chi realmente vive l’incubo di un male così terribile.

Avati presenta un film molto difficile, come sempre accade quando si tocca un tema così delicato, e lo definisce immediatamente un film imperfetto che si stacca da quello che aveva in mente prima di iniziare a girare. Il suo commento è stato “Se riuscissi a realizzare un film esattamente per come lo ho in mente quando mi viene l’idea, allora sarebbe il mio punto d’arrivo. Fino a quando faccio film che considero imperfetti allora avrò uno stimolo per realizzarne altri. E’ una minaccia!”.

Foto | Carlo Prevosti

Una sconfinata giovinezza
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