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Oscar 2011: Eamonn Bowles della Magnolia contro la scelta italiana di non candidare Io Sono l’Amore

Del “caso americano Io sono l’Amore” ve ne abbiamo parlato tempo fa. Accolto da critiche entusiastiche, e da un interessante box office, il film di Guadagnino era dato da molti come il favorito numero uno per rappresentare il Cinema italiano agli Oscar 2011. Come tutti sappiamo, la scelta è poi ricaduta su La Prima cosa

pubblicato 1 Ottobre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 19:53



Del “caso americano Io sono l’Amore” ve ne abbiamo parlato tempo fa. Accolto da critiche entusiastiche, e da un interessante box office, il film di Guadagnino era dato da molti come il favorito numero uno per rappresentare il Cinema italiano agli Oscar 2011. Come tutti sappiamo, la scelta è poi ricaduta su La Prima cosa Bella di Paolo Virzì. Una decisione che non ha fatto piacere prima allo stesso Guadagnino, che l’ha commentata in maniera ‘politica’, associando il compleanno del Premier Silvio Berlusconi al regalo fatto alla Medusa, e dopo soprattutto a Eamonn Bowles, Presidente della Magnolia, che ha distribuito con successo il film negli States. Queste le infuocate parole di Eamonn Bowles:

“Ogni anno c’è qualcosa di frustrante, ma quello che è accaduto quest’anno è particolarmente irritante. E’ veramente sorprendente che Io sono l’Amore sia stato snobbato. Considerando il livello di questo film credo che qualsiasi persona ragionevole l’avrebbe nominato, ma ovviamente ci sono altre considerazioni che riguardano la circoscrizione italiana”.

Ammettendo di non aver visto il film di Virzì (e allora che parla a fare?), Bowles si scatena così contro l’esclusione di Io sono l’Amore dalla corsa a Miglior Film Straniero, annunciando però che la pellicola, proprio per via del successo ottenuto in patria, delle ottime critiche ricevute e della prova della solitamente straordinaria Tilda Swinton, verrà lanciata per concorrere alla statuetta di Miglior Attrice, Miglior Film, Miglior Fotografia, Musica, Costumi e Scenografia. Categorie che il film di Virzì non potrà mai raggiungere. E allora perché non provare a puntare su due possibili ‘cavalli’, uno come ‘candidato ufficiale’ e l’altro talmente forte da poter correre da solo? Questo, probabilmente e in sintesi, il pensiero partorito dai giurati nostrani che hanno incoronato La Prima Cosa Bella e non Io sono l’Amore. Ora, a mente lucida, come non essere d’accordo con la loro decisione?

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