Milano Film Festival 2010 – Chantrapas: la recensione in anteprima e il trailer
Chantrapas (Chantrapas) Regia di Otar Iosseliani con Nika Endeladze, Pierre Etaix, Fanny Gonin, Tamuna Karumidze.Nicolas sogna di fare il regista ma la sua passione si deve scontrare con la rigida burocrazia che regola anche le opere artistiche realizzate nel suo paese, la Georgia. La libertà creativa non è garantita e, su stile tipicamente sovietico, deve
Chantrapas (Chantrapas) Regia di Otar Iosseliani con Nika Endeladze, Pierre Etaix, Fanny Gonin, Tamuna Karumidze.
Nicolas sogna di fare il regista ma la sua passione si deve scontrare con la rigida burocrazia che regola anche le opere artistiche realizzate nel suo paese, la Georgia. La libertà creativa non è garantita e, su stile tipicamente sovietico, deve essere sottomessa al bene dello stato. La censura in Georgia è infatti un retaggio dell’Unione Sovietica che ancora lavora attivamente per conservare lo stato delle cose ed evitare che si possano creare delle opere non conformi dalle norme del regime. Dopo aver subito pesanti critiche, Nicolas decide di lasciare il suo Paese per andare a lavorare in Francia dove spera di trovare la libertà che sogna. Ma nemmeno nella terra della libertà e della democrazia però Nicolas troverà lo spazio per esprimere la sua arte.
Otar Iosseliani si cimenta con un film estremamente metacinematografico che attraverso la commistione tra realtà e fantasia tipica del suo cinema riflette sul valore dell’arte (cinematografica), sulla libertà di espressione di un artista e su come il potere costituito possa castrare l’estro anche del più volenteroso tra i giovani artisti. Non a caso il film si apre con un cortometraggio realizzato dallo stesso Iosseliani e mai proiettato pubblicamente nel quale si racconta la storia di tre amici dallo spirito contestatore.
Il regista georgiano gioca a simulare una partecipazione emotiva da autobiografia ma costruisce un film che vorrebbe essere un inno contro ogni tipo di censura, non solo quella ideologica dei comunisti georgiani, ma anche quella artistica della Parigi che dovrebbe ispirarsi al concetto di libertà, fraternità e uguaglianza.
Con ironia sottile Iosseliani compie un viaggio andata e ritorno nel mondo dell’arte non compresa, dopo tutto il titolo Chantrapas in francese suona vagamente come chantera pas, ovvero qualcosa che non riuscirà nel suo scopo. Il significato russo della parola Chantrapas era usato alla fine del diciannovesimo secolo per le lezioni di canto che le famiglie aristocratiche di San Pietroburgo impartivano ai giovani. I maestri di canto, spesso italiani, utilizzavano due definizioni per i loro allievi, i Chantera erano i bambini dotati musicalmente, mentre i Chantera pas erano quelli senza alcuna dote per quelli senza possibilità musicali.
Il povero Nicolas, da questo punto di vista, è sì vittima della censura, ma è anche un dolce esempio di inettitudine artistica, perché non a tutti è realmente dato il dono di saper utilizzare il mezzo cinematografico (in questo caso), ma ha la capacità (come ha sottolineato lo stesso Iosseliani) di volgere a proprio favore il fallimento e riportare la sua storia in un altro paese.
Splendido l’onirico finale con citazione esplicita al cinema di Jean Vigo.
Voto Carlo: 7
Chantrapas non ha ancora una data di uscita in Italia. Il film di Otar Iosseliani sarà presentato in anteprima per l’Italia, martedì 14 alle ore 20.30 al Milano Film Festival. Qui sotto trovate il trailer.