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Baby Boss: Recensione in Anteprima

Arriva anche nelle sale d’Italia il travolgente Baby Boss Dreamworks.

pubblicato 9 Aprile 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 00:28

Tom McGrath, regista dei primi tre Madagascar e di Megamind, torna ad incrociare l’animazione Dreamworks grazie a Baby Boss, adattamento cinematografico del best seller di Marla Frazee da subito campione d’incassi una volta uscito nelle sale d’America. Un titolo per famiglie perfettamente centrato per piacere sia ai genitori che ai figli, raccontato dal punto di vista di un bimbo di 7 anni che dal giorno alla notte vede la sua perfetta vita cadere in frantumi. A causa dell’arrivo di un fratellino. Peccato che questo bebè non sia tanto ‘normale’, perché indossa giacca e cravatta, ha in mano una ventiquattrore, parla e si muove in taxi.

Una novità che scompagina l’esistenza di Tim, fino a quando non scoprirà che Baby Boss è in realtà una spia segreta in missione per salvare le famiglie di tutto il mondo dall’avvento di un temibile nemico: gli adorabili cuccioli di cane. Stranamente alleati dopo essersi fatti la guerra, i due dovranno sventare un complotto che vede coinvolti anche i loro genitori.

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E’ un vincente mix di fantasia, scaltra comicità e ritmo l’ultima fatica Dreamworks, che va di fatto a concentrarsi sui fragili rapporti che prendono vita tra fratelli all’interno di una famiglia. Gelosia e affetto sono sentimenti che si scontrano, immancabilmente, con lo sceneggiatore Michael McCullers e il regista McGrath che stravolgono il best seller della Frazee (il fratello maggiore, in quel caso, proprio non c’era), dando vita ad un piacevole divertissement animato che semina con astuzia sorrisi ed emozioni. Riferimenti pop a pioggia tra musica e furbe cine-citazioni, con i giganteschi occhioni di Tim e di Baby Boss (lavoro eccellente sulle sue mille espressioni) a riempire lo schermo mentre l’azione si fa con gioia accompagnare da fantasiose visioni d’infanzia che mutano l’animazione stessa.

Tralasciando lo straordinario cast di doppiatori originali, che va da Alec Baldwin (Baby) a Steve Buscemi (il malvagio Francis E. Francis), passando per Jimmy Kimmel e Lisa Kudrow (gli ignari genitori di Tim e il bebè), Miles Bakshi (Tim) e Tobey Maguire, nella parte del narratore, il film di McGrath ha il pregio di non stancare mai, chiedendo a chi osserva di staccare serenamente la spina del cervello per poco più di novanta minuti. Pretendere altro, da un titolo come questo venuto al mondo essenzialmente per rallegrare, significherebbe uscire fuori strada, con la prima parte superiore alla 2°, forse zavorrata dai continui inseguimenti e dall’innesto di un energumeno en-travesti decisamente poco accattivante. Scialbo, ed è sorprendente vista l’importanza solitamente vestita, anche il villain principale, per una pellicola che di fatto vive sui suoi due protagonisti/antagonisti, fratelli e nemici/amici.

Tra fabbriche di neonati da raggiungere tramite ciuccio interstellare e multinazionali di cuccioli pronte ad annientare la natalità infantile (ah, il Capitalismo), gang di bimbi in stile Avengers, salvifici squadroni di sosia di Elvis Presley e genitori boccoloni a cui poter resettare persino il cervello, McGrath e McCullers pensionano logica e buonsenso per dar sfogo ad un duplice mondo ricco di colori, creatività e illogicità, per poi virare sull’amore familiare a cui nessuno, nemmeno il bimbo in giacca e cravatta dal cuore più algido, può davvero resistere.

[rating title=”Voto di Federico” value=”6.5″ layout=”left”]

Baby Boss (animazione, 2017, Usa) di Tom McGrath; con Alec Baldwin, Steve Buscemi, Lisa Kudrow, Jimmy Kimmel, ViviAnn Yee, Eric Bell Jr., Miles Christopher Bakshi, Tobey Maguire – uscita giovedì 20 aprile 2017.

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