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Box Office Story: quando l’Oscar sbanca anche il botteghino

A 24 ore dal tanto chiacchierato Oscar come Miglior Film piovuto tra le mani di The Hurt Locker, dedichiamo la nostra Box Office Story agli ultimi 30 anni di Academy, puntando la nostra attenzione proprio sugli incassi realizzati dai titoli premiati con l’ambitissima statuetta. Il 1980 è l’anno che incorona a sorpresa Robert Redford con

pubblicato 9 Marzo 2010 aggiornato 2 Agosto 2020 03:40



A 24 ore dal tanto chiacchierato Oscar come Miglior Film piovuto tra le mani di The Hurt Locker, dedichiamo la nostra Box Office Story agli ultimi 30 anni di Academy, puntando la nostra attenzione proprio sugli incassi realizzati dai titoli premiati con l’ambitissima statuetta. Il 1980 è l’anno che incorona a sorpresa Robert Redford con il suo Gente Comune, capace d’incassare 55 milioni di dollari solo negli Usa, battendo in volata titoli come The Elephant Man (26 milioni di dollari sul suolo americano), La ragazza di Nashville (67 milioni) e Toro Scatenato (23 milioni). Il 1982 è l’anno della sorpresa Momenti di Gloria, che incassa 58 milioni di dollari negli Usa, battendo a sorpresa I predatori dell’arca perduta (209 milioni solo negli States) e Sul lago dorato (120 milioni), mentre con il 1983 ecco che a trionfare è il biopic kolossal Ghandi, anche se con ‘solo’ 52 milioni di dollari in tasca, ovvero una miseria rispetto ai 359 incassati negli Usa da E.T. e ai 177 di Tootsie.

Il 1984 è l’anno che riporta l’Oscar al film con gli incassi più alti tra i titoli presenti nella cinquina, ovvero Voglia di Tenerezza (108 milioni di dollari incassati), fatto che si ripete l’anno dopo con Amadeus (54 milioni di dollari) ma non nel 1986, con La Mia Africa (87 milioni di dollari incassati negli Usa), che batte Il Colore Viola (94 milioni). Con il 1986 Platoon non ha concorrenti forti, dal punto di vista del botteghino, dall’alto dei suoi 138 milioni di dollari incassati, al contrario de L’ultimo Imperatore, capace di vincere l’Oscar 12 mesi dopo con solo 43 milioni di dollari incassati negli Usa, battendo titoli come Attrazione fatale (156 milioni), Stregata dalla Luna (80 milioni) e Dentro la notizia (51 milioni di dollari).

Il 1988 riporta l’Oscar del Miglior Film al titolo con l’incasso maggiore, ovvero Rain Man (172 milioni di dollari incassati solo negli States), ripetendo il tutto 12 mesi dopo con A Spasso con Daisy (106 milioni di dollari) ma non nel 1990, quando Balla con i Lupi (184 milioni di dollari) straccia Ghost (primo in questa speciale classifica con 217 milioni di dollari raccolti). Nel 1991 Il silenzio degli Innocenti stravince agli Oscar, con 130 milioni di dollari incassati, perdendo invece la sfida del botteghino nei confronti de La bella e la Bestia (145 milioni di dollari), particolarità che non si ripeterà nei due anni successivi, quando prima Gli Spietati (101 milioni di dollari incassati) vince la statuetta ma perde al botteghino contro Codice d’Onore (141 milioni di dollari) e poi Schlinder’s List (96 milioni di dollari incassati) viene bissato al box office da Il Fuggitivo (190 milioni di dollari).


Il 1994 è l’anno del boom di Forrest Gump, dominatore incontrastato anche in cassa con 330 milioni di dollari raccimolati solo negli Usa, seguito da Braveheart, vincitore dell’Oscar con i suoi 75 milioni di dollari in saccoccia, ovvero 100 in meno rispetto ad Apollo 13, e da Il Paziente Inglese, premiato ed uscito dal box office americano con in tasca 78 milioni di dollari, ovvero 70 in meno rispetto a Jerry Maguire, candidato ma uscito sconfitto. Nel 1997 non c’è praticamente partita con il Titanic dei record, 11 statuette ed il più alto incasso di sempre, con 600 milioni di dollari incassati solo negli Usa, seguito dalla sorpresa Shakespeare in Love, capace nel 1998, con 100 milioni di dollari incassati, di battere Salvate il Soldato Ryan, che di milioni di dollari ne aveva incassati 217.

Nel 1999 sono addirittura due i film ad avere incassato di più rispetto al premiato American Beauty (130 milioni di dollari), ovvero Il Miglio Verde (136 milioni di dollari) ed Il Sesto Senso (296 milioni di dollari) , mentre nel 2000 Il Gladiatore trionfa in entrambe le ‘classifiche’, con 187 milioni di dollari incassati solo sul suolo americano. Con il 2001 la statuetta finisce tra le braccia di Ron Howard e del suo A Beautiful Mind (170 milioni di dollari), premiato a dispetto dei 313 milioni di dollari incassati dal primo capitolo del Signore degli Anelli, fatto che si ripeterà l’anno successivo, con i 170 milioni di dollari incassati dal vincitore Chicago, a dispetto dei 340 del 2° capitolo del Signore degli Anelli.

Al terzo tentativo, nel 2003, Peter Jackson si rifà con gli interessi, sbancando Academy e botteghino, con 377 milioni di dollari incassati solo negli States, mentre nel 2004 è praticamente un testa a testa quello che vede in corsa Million Dollar Baby, 100 milioni di dollari incassati, e The Aviator, 102 milioni di dollari. Il 2005 è l’anno degli “incassi mini”, con nessun titolo nella cinquina finale capace di sbandierare un totale che superi i 100 milioni di dollari americani, tanto da veder vincere a sorpresa Crash, 54 milioni di dollari incassati, contro Brokeback Mountain, 83 milioni di dollari, favoritissimo alla vigilia.

Nel 2006 il film dall’incasso maggiore torna a far sentire la propria voce, con The Departed premiato e felice con i suoi 132 milioni di dollari, fatto che non si ripeterà l’anno successivo, con Non è un paese per Vecchi, 74 milioni di dollari raccolti negli Usa, vincitore davanti a Juno, 143 milioni di dollari. Se l’anno scorso, infine, è stato The Millionaire a trionfare, battendo Il Curioso caso di Benjamin Button anche al botteghino interno, 141 milioni di dollari vs. 127 milioni di dollari, quest’anno, il 2010, rimarrà alla storia come l’anno che ha visto vincere il film con l’incasso più basso di sempre, The Hurt Locker. Meno di 15 i milioni di dollari incassati dal film, addirittura 8° nella top10 degli incassi tra i 10 film nominati al Miglior Film, con solo An Education e A Serious Man capaci di fare peggio, e distante ben 706 milioni di dollari dal mostro Avatar, grande battuto di questa 82° edizione. L’Academy, mai come in quest’ultima occasione, ha spento la calcolatrice e non ha minimamente tenuto conto del botteghino, facendo vincere la guerra ad una minuscola formichina, capace di battere un Tirannosauro sulla carta inarrivabile. Che la qualità abbia davvero vinto sulla quantità? Ai posteri l’ardua sentenza, aspettando gli Oscar e i relativi incassi del 2011.

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