Home Curiosità Chris Columbus parla di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: Il Ladro di Fulmini e del perchè il film non sia uscito in 3D: ecco la conferenza stampa romana

Chris Columbus parla di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: Il Ladro di Fulmini e del perchè il film non sia uscito in 3D: ecco la conferenza stampa romana

Ieri ve l’abbiamo recensito in anteprima, oggi diamo la ‘parola’ al suo regista, Chris Columbus. Parliamo di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: Il Ladro di Fulmini, in uscita per l’Italia il 12 marzo e presentato ieri alla presenza del celebre regista, a due passi da Piazza di Spagna, a Roma. Columbus ha risposto alle

pubblicato 4 Febbraio 2010 aggiornato 2 Agosto 2020 05:01



Ieri ve l’abbiamo recensito in anteprima, oggi diamo la ‘parola’ al suo regista, Chris Columbus. Parliamo di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: Il Ladro di Fulmini, in uscita per l’Italia il 12 marzo e presentato ieri alla presenza del celebre regista, a due passi da Piazza di Spagna, a Roma. Columbus ha risposto alle domande dei giornalisti presenti con il suo consueto spirito, senza sottrarsi nemmeno ai paragoni più difficili, che accostano le avventure del giovane Percy Jackson a quelle di Harry Potter o di Frodo nel Signore degli Anelli: “Quando mi dicono che Percy assomiglia un po’ a questi personaggi, sorrido e dico che secondo me può essere vero, anche se si tratta di film molto diversi. Sia Percy che Harry Potter che Frodo sono dei personaggi che hanno dei problemi, dei difetti, e nonostante questi difetti o forse grazie ad essi riescono a vivere le loro avventure e a crescere. Percy Jackson è un ragazzo che soffre di dislessia e di disturbo dell’attenzione, due problemi abbastanza comuni ai giovani di oggi, e queste sue difficoltà hanno un ruolo importante nella storia”.

Trovandosi in una delle capitali del mondo classico, il riferimento alla mitologia per Columbus è altrettanto inevitabile: “Sono sempre stato affascinato dalla mitologia classica, fin da piccolo. Sono un fan del film del 1963 Giasone e gli Argonauti e ricordo benissimo la scena in cui i protagonisti combattono l’Idra. Oggi abbiamo la possibilità di ricreare i personaggi mitologici con un dettaglio straordinario, cosa che negli anni ’60 non si poteva fare: l’Idra che ho raffigurato nel mio film è un po’ un omaggio a quel tipo di cinema, ma con tutto il valore aggiunto della tecnologia più avanzata. “La mitologia ha resistito ai secoli perchè è un fenomeno culturale straordinario, con dei diversi livelli di lettura: il primo è quello classico che i ragazzi studiano a scuola, ma ce n’è sicuramente anche un’altro più oscuro e drammatico che ancora oggi coinvolge e appassiona anche gli adulti. “Comunque ci tengo a sottolineare che questo film non vuole essere un’opera educativa ma semplicemente un momento di divertimento e di evasione per i ragazzi e per le famiglie: essendo anch’io un genitore ci tenevo a creare un prodotto che si può apprezzare a tutte le età. Mi piacciono i film che affrontano questioni sociali e penso che siano importanti in questo momento difficile ma, appunto perchè ci troviamo in una congiuntura economica difficile, sono necessario anche i film di evasione che permettono alla gente di sorridere e distrarsi”.



Ma qual è la ricetta per creare una serie di film di successo, come Columbus ha già fatto con la saga di Harry Potter?
“Tutto comincia dal trovare l’attore giusto per essere il protagonista. Quando ho conosciuto Logan Lerman ho capito subito che sarebbe stato lui. E’ stato per me un onore lavorare con questo ragazzo, e vedo una lunga carriera davanti a lui, non solo da star del cinema, ma grande interprete, perchè ha tutte le qualità. Ha reso Percy Jackson un personaggio credibile, ti porta ad identificarti e a simpatizzare con lui”. “Il secondo ingrediente sono sicuramente gli effetti speciali, il cui utilizzo è, in alcuni casi, molto delicato. Quando un attore si trova infatti a lavorare molto tempo con il green screen, si trova senza punti di riferimento e può diventare meno credibile. Ecco perchè abbiamo ricostruito sul set quanti più elementi possibili: abbiamo ricreato l’intero Partenone in modo che, anche se l’Idra contro cui i ragazzi combattono è digitale, i nostri attori hanno comunque avuto un ambiente di riferimento reale”.

E la saga di Percy Jackson è altrettanto fedele al libro rispetto alle avventure del maghetto con gli occhiali? Secondo Chris Columbus, “quando abbiamo lavorato al primo Harry Potter, tutto era molto diverso. Si trattava di una serie di libri che avevano già avuto un successo planetario e quindi, nello scrivere la sceneggiatura, ci sentivamo gli occhi del mondo addosso. La pressione non veniva tanto dall’autrice J.K. Rowling, quanto dai fans che avevano paura di quello che avremmo aggiunto o tolto rispetto al libro. Con il secondo episodio e ancora di più con il terzo, questa pressione si è un po’ allentata. Lavorando a Percy Jackson, fortunatamente, non l’ho avvertita affatto: mi sono concentrato sul mio lavoro che è creare la miglior esperienza cinematografica possibile. Per esempio nel libro non c’è il combattimento con l’Idra e non c’è la scena in cui Percy controlla delle enormi colonne d’acqua, sono momenti che ho aggiunto io seguendo la mia creatività”.

A questo punto quindi è lecito aspettarsi nuove avventure cinematografiche del teenager figlio di Poseidone? Mi piacerebbe dire già di sì, ma non voglio sfidare il destino. Dipende molto dal successo che avrà questo film, ma di sicuro a me piacerebbe moltissimo continuare a lavorare con questi attori e sul tema della mitologia”.
Durante la proiezione per la stampa, si sono sentite risate e applausi quando i protagonisti hanno scoperto che il mondo degli inferi si trova…ad Hollywood. Un modo satirico per attaccare il mondo dello showbusiness? Ancora una volta Chris Columbus non si nasconde: “Di sicuro Hollywood può essere l’inferno se il tuo film non ha successo. Io ho scelto di non vivere lì, se non per i pochi mesi cui ci sono costretto per lavoro. Ho scelto di vivere a San Francisco con i miei quattro figli, e ci sto benissimo. Quindi lo confermo, la scelta di collocare l’inferno ad Hollywood non è affatto casuale
”.

Non mancano infine le considerazioni relative alle nuove tecnologie e alle prospettive più attuali del cinema: “Abbiamo ragionato a lungo se far uscire o meno il film in 3d, ma ci sarebbero voluti altri 4 mesi per la post produzione e abbiamo deciso di non aspettare, anche perchè sono in uscita altri film con tematiche legate alla mitologia, come Clash of the Titans, e ci tenevamo ad essere i primi. “Film come Avatar, Up e Coraline hanno dimostrato che il 3d non è più un esercizio stilistico ma è ormai da considerate un importante strumento espressivo per il cinema del nostro tempo. Mi auguro di vedere sul grande schermo anche dei musical e dei film drammatici in tre dimensioni e sono sicuro che ci arriveremo presto”.