Il quarto tipo – La recensione in anteprima
Il quarto tipo (The Fourth Kind) Regia di Olatunde Osunsanmi, con Milla Jovovich, Elias Koteas, Will Patton, Corey Johnson, Hakeem Kae-Kazim, Enzo Cilenti, Alisha Seaton, Daphne Alexander, Tyne Rafaeli, Mia McKenna-BruceIl film inizia con Milla Jovovich che, sguardo in macchina, si rivolge direttamente agli spettatori in sala. Attenzione, quello che il pubblico di appresta a
Il quarto tipo (The Fourth Kind) Regia di Olatunde Osunsanmi, con Milla Jovovich, Elias Koteas, Will Patton, Corey Johnson, Hakeem Kae-Kazim, Enzo Cilenti, Alisha Seaton, Daphne Alexander, Tyne Rafaeli, Mia McKenna-Bruce
Il film inizia con Milla Jovovich che, sguardo in macchina, si rivolge direttamente agli spettatori in sala. Attenzione, quello che il pubblico di appresta a vedere rappresentato sullo schermo è ispirato a una storia vera, tanto reale che il regista ha voluto inserire all’interno del film alcuni estratti da footage realizzato dai veri protagonisti dell’incredibile vicenda che sarà di lì a poco raccontata. Viene in questo modo violato uno dei tabù fondamentali del cinema, l’occhio che guarda la macchina infatti rappresenta un punto di rottura capace di far crollare un impianto narrativo di fiction. La consuetudine vuole che un attore si rivolga direttamente al pubblico solo in alcune specifiche situazioni, come accadeva nel teatro greco, sia per esplicitare un pensiero sia per creare un’ellissi nel racconto.
In questo caso Milla compie un lavoro differente, offrendo una chiave di lettura del film ancora prima che questo inizi. L’esplicitazione dello statuto delle immagini, ovvero che gli inserti filmati in bassa qualità, vorrebbe spingere lo spettatore a riconoscere questi “documenti” come veri, avvicinando l’intero film al concetto di docu-fiction. In pratica il film dichiara di essere una fiction che ricostruisce un fatto vero, e documentato, cercando di spingere lo spettatore a un grado di immedesimazione molto alto, come è ormai una moda consolidata da The Blair Witch Project al recente Rec2.
La storia, prendetela come fiction o come realtà a seconda di come lo preferiate, vuole che nel 2004 il regista Osunsanmi sia casualmente venuto a conoscenza della storia terrificante che ha visto protagonista una psicologa dell’Alaska. La donna, grazie ad alcune sedute di ipnosi regressiva, avrebbe scoperto un fatto inquietante. Gli abitanti della cittadina di Nome sarebbero infatti stati analizzati da esseri non umani per ogni notte negli ultimi anni e poi forzati a dimenticare quello che è successo. Moderna Cassandra, la voce della donna viene presa per quella di una pazza, ma qualcosa la fuori c’è. I want to believe!
Ovviamente si parla di alieni, di Ufo e di abduzioni. Per meglio chiarire di cosa si parla basti ricordare che esiste una scala di misura per gli incontri con gli extraterrestri. Il primo tipo è il semplice avvistamento, il secondo è quando esistono delle prove, il terzo è un contatto visivo e diretto con con gli extraterrestri, il quarto e più terrificante è quello che comporta un “rapimento”.
Le premesse per un film che possa definirsi “interessante” ci sono tutte, sia per chi vuole un film da pelle d’oca, sia per chi vorrebbe scavare un po’ nelle nuove frontiere del linguaggio cinematografico. Peccato che quasi tutte le promesse non vengano mantenute e il film scivoli via mediocremente senza lasciar solco.
Il gioco che prevede una insolubile confusione tra realtà e finzione (esplicitato da una dichiarazione “vera” sul finire del film), amplificato negli Usa da una massiccia campagna virale attuata attraverso siti internet e brevi estratti video diffusi in rete (che si è persa come sempre nell’importazione in Italia), non regge. Il doppiaggio contribuisce ad aumentare la sensazione di falsificazione dei video e i titoli di coda che contemplano al dottoressa Abigail Tyler non convincono certo della sua reale esistenza. Ne esce un film risolto a metà, che convince poco e non riesce a dare quella spinta di novità al genere horror che aveva promesso.
Voto Carlo: 5,5
Voto Federico: 6,5
Voto Carla: 6