Courmayeur Noir in Festival: Shinjuko Incident – L’affaire Farewell
San Suk Si Gin (Shinjuko Incident), di Derek Yee – ConcorsoNel 1990, Steelhead emigra clandestinamente dalla Cina in Giappone per cercare la sua fidanzata Xiu Xiu. Per sopravvivere, Steelhead e il suo amico fraterno Jie si prestano a ogni tipo di lavoro umile e malpagato. La vita nel quartiere cinese di Shinjuku è dura per
San Suk Si Gin (Shinjuko Incident), di Derek Yee – Concorso
Nel 1990, Steelhead emigra clandestinamente dalla Cina in Giappone per cercare la sua fidanzata Xiu Xiu. Per sopravvivere, Steelhead e il suo amico fraterno Jie si prestano a ogni tipo di lavoro umile e malpagato. La vita nel quartiere cinese di Shinjuku è dura per i forti conflitti etnici con i giapponesi e per i soprusi dei mafiosi del posto. Steelhead convince i suoi amici a organizzarsi e ad aiutarsi reciprocamente. Trovata Xiu Xiu, l’uomo scopre che si è sposata con un giovane ed emergente boss della yakuza, Eguchi, con il quale decide di allearsi per gestire le attività del quartiere e per ottenere la cittadinanza nipponica. Qui trovate due trailer.
Prodotto da Jackie Chan stesso, il film vede la star orientale cimentarsi nel primo ruolo drammatico della sua carriera. A dispetto di quanto ci si sarebbe potuti aspettare, abituati come siamo a vederlo in ruoli leggeri e in divertenti commedie d’azione, Jackie Chan convince e ci regala un’interpretazione intensa e misurata. Accanto a lui troviamo Naoto Takenaka, Daniel Wu, Xu Jinglei, Masaya Kato e Fan Bingbing. Tutto il cast (in parte cinese ed in parte giapponese – sarebbe bene vedere la pellicola in lingua originale, per cogliere le differenze linguistiche) è di ottimo livello in un film che ha il sapore di una produzione hollywoodiana, anzichè di Hong Kong. In Italia arriverà grazie a Minerva Pictures. Voto Simona: 7,5
L’Affaire Farewell, di Christian Carion – Concorso
Mosca, 1981. Il colonnello Grigoriev (nome reale: Vladimir Vetrov) del KGB, disgustato dalla decadenza irreversibile dell’Unione Sovietica, decide di fare qualcosa di importante per cambiare il mondo. Al contrario di chi fugge e chiede asilo negli Stati Uniti o in Europa, il colonnello resta all’interno del sistema passando agli occidentali informazioni capitali per lo spionaggio sovietico. Il suo referente è Pierre, un ingegnere francese che si trova invischiato in un gioco più grande di lui ma che alla fine accetta di fare da tramite con i servizi francesi. All’operazione viene dato il nome in codice Farewell, “Addio”: sarà uno dei momenti cruciali che porteranno alla fine della Guerra Fredda e all’avvento della Perestrojka – nel film solo preannunciata. Nella storia sono coinvolti anche François Mitterrand e Ronald Reagan, quest’ultimo riluttante a cooperare con un socialista francese e dei ministri comunisti.
Il regista Christian Carion, già candidato all’Oscar nel 2006 con Joyeux Noël – Una verità dimenticata dalla storia, ci tiene a sottolinearlo: L’Affaire Farewell non è un documentario. Si basa su fatti realmente accaduti e documentati, ma vi sono anche elementi nati dall’immaginazione del regista stesso e dello sceneggiatore Eric Raynaud. La pellicola, pesantemente osteggiata fin dall’inizio della lavorazione dalle autorità sovietiche, non vedrà mai il buio delle sale russe. Presentato al Festival di Toronto, ha debuttato nelle sale francesi all’inizio di settembre, portando in scena un inedito Emir Kusturica nel ruolo del protagonista. Per la prima volta interprete anzichè regista, senza nessun tipo di preparazione attoriale alle spalle, Kusturica sfoggia una naturalezza ed un’intensità lodevoli. Accanto a lui ci sono Guillaume Canet, Alexandra Maria Lara, Philippe Magnan, Fred Ward e David Soul, oltre a Willem Dafoe nel ruolo del capo della CIA e Diane Kruger in un brevissimo cameo. Voto Simona: 7,5