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Courmayeur Noir in Festival: 25 Kilates – Hidden – Zombieland

25 Kilates (25 Carats), di Patxi Amézcua – ConcorsoLa grande città, l’habitat perfetto per ficcanaso, truffatori, ladri, spacconi, mafiosi e poliziotti corrotti. Abel è un tipo solitario, il suo lavoro consiste nel recupero crediti di morosi con metodi sbrigativi. Kay ruba auto e fa da palo durante qualche piccola rapina. Suo padre, Sebas, è un

di simona
pubblicato 10 Dicembre 2009 aggiornato 2 Agosto 2020 07:14



25 Kilates (25 Carats), di Patxi Amézcua – Concorso

La grande città, l’habitat perfetto per ficcanaso, truffatori, ladri, spacconi, mafiosi e poliziotti corrotti. Abel è un tipo solitario, il suo lavoro consiste nel recupero crediti di morosi con metodi sbrigativi. Kay ruba auto e fa da palo durante qualche piccola rapina. Suo padre, Sebas, è un ricettatore sempre coinvolto in imbrogli e pieno di debiti. Garro è un ispettore della brigata anti-rapina di dubbia onestà. Ci sono poi rapinatori kosovari, alcuni scagnozzi messicani, un sicario turco. Una fauna variopinta di delinquenti nella giungla d’asfalto che è la grande città, tutti stanchi della vita che conducono, tutti desiderosi di fare l’ultimo colpo, il grande colpo. Una borsa piena di gioielli potrebbe essere la soluzione.

Nato a Pamplona ma residente a Madrid, sceneggiatore di professione e regista esordiente, Patxi Amézcua ha girato il suo film a Barcellona, mescolando castigliano e catalano nei dialoghi. L’azione avrebbe originariamente essere ambientata a Madrid, ci dice il regista, “ma dopo aver terminato di scrivere lo script mi sono reso conto che la storia avrebbe funzionato ugualmente bene in qualsiasi città, avrebbe potuto essere ambientata a Roma, Londra o Parigi, non ci sarebbero state differenze.”

Courmayeur Noir in Festival: 25 Kilates – Hidden – Zombieland




Il ritmo dell’azione è serrato e ben calibrato fra film d’azione, noir, poliziesco e commedia, con continui colpi di scena e risvolti inaspettati della vicenda, animata da un mosaico di personaggi di nazionalità e cultura differente. Il cineasta spagnolo dice di aver cercato di ideare una combinazione tra un certo realismo, che è elemento tipico della cultura cinematografica americana, e l’esplorazione delle relazioni tra i personaggi, che invece è caratteristica tipicamente europea. Ottimi gli interpreti Francesc Garrido, Manuel Morón, Joan Massotkleiner, Héctor Colomé, Maria Lanau; in particolare la protagonista, Aida Folch, che oltre ad aver talento è anche molto graziosa e a tratti ricorda (nonostante abbia qualche anno in più) la Natalie Portman di Leon. Voto Simona: 6,5

Skjult (Hidden), di Pål Øie – Concorso

Kai Koos (detto KK) torna nella piccola cittadina dalla quale era scappato diciannove anni prima, perché la crudele madre adottiva è appena morta e gli ha lasciato in eredità la casa nella quale era cresciuto. Vorrebbe sistemare tutto in fretta per andarsene il prima possibile ma in quell’abitazione accadono cose strane che riportano alla luce oscuri segreti e un senso di morte. Il passato che voleva dimenticare riemerge e la sua breve permanenza si complica.

Il regista e sceneggiatore Pål Øie aveva a disposizione Kristoffer Joner, attore di grandissimo talento (la sua interpretazione è davvero superba) oltre ai suggestivi scenari naturali dei boschi e delle cascate nel cuore della norvegia. Ma ha sprecato tutto realizzando un film a tratti scontato ed a tratti incomprensibile, con influenze Lynchiane (la stanza d’hotel, la ragazza alla reception) e – dice qualcuno – una sequenza copiata da La Casa con la scala nel buio di Lamberto Bava. Qualche salto sulla sedia lo si fa, grazie al sempre sfruttatissimo effetto sorpresa ed alla manipolazione delle più ataviche paure (il buio, per esempio). A conti fatti però, Hidden è una bella occasione andata perduta, con un incipit interessante e la giusta atmosfera, ma senza una storia sufficientemente solida per sostenere la pellicola. Voto Simona: 4

Zombieland (Benvenuti a Zombieland), di Ruben Fleischer – Concorso

Da qualche mese il mondo è stato invaso dagli zombie, la popolazione ormai è decimata. Tra i pochi superstiti a non esser diventanti morti viventi, c’è il nerd Columbus che segue scrupolosamente una serie di regole ferree per sopravvivere e raggiungere la casa dei suoi genitori. Sulla strada incontra Tallahassee, una specie di cowboy fuori dal tempo esaltato dall’atmosfera da fine del mondo ed esagitato sterminatore di zombie. Il suo unico desiderio è poter mangiare ancora una volta un morbido Twinkie. E poi al cammino si aggiungono Little Rock e Wichita, due sorelle diffidenti che hanno imparato anche loro a sopravvivere.

Dissacrante, cinico, esilarante e semplicemente geniale. Zombieland ha conquistato tutti con le sue battute al vetriolo e i suoi poco convenzionali ed involontari cacciatori di Zombie. Divertentissimo ed assolutamente godibile anche alla seconda visione, speriamo che parte dell’humor non vada persa con la traduzione italiana. Woody Harrelson, Jesse Eisenberg, Emma Stone e Abigail Breslin, sono perfetti nei rispettivi ruoli ed il cameo di Bill Murray è assolutamente da antologia! (C’è già chi suggerisce una possibile nomination all’Oscar come attore non protagonista). Una recensione più dettagliata sarà on-line prossimamente. Voto Simona: 8,5