Torino Film Festival 2009: Bomber – Jalainur
Bomber – di Paul Cotter (Festa Mobile – Figure nel paesaggio) Ross ha una ragazza con cui ci sono dei problemi; proprio quando ha preso un impegno con lei, si ritrova a dover accompagnare i genitori in un viaggio. Un viaggio che il padre, lo scorbutico Alistair, sta programmando da una vita… Questo piccolo film
Bomber – di Paul Cotter (Festa Mobile – Figure nel paesaggio)
Ross ha una ragazza con cui ci sono dei problemi; proprio quando ha preso un impegno con lei, si ritrova a dover accompagnare i genitori in un viaggio. Un viaggio che il padre, lo scorbutico Alistair, sta programmando da una vita…
Questo piccolo film inglese è girato da Cotter con pulizia e capacità tecniche, nonostante il budget risicato. E risulta simpatico, alla fine. C’è un perché Alistair vuole fare assolutamente questo viaggio, ovviamente, e lo si scopre verso la fine; ma oltre a questo, a rendere interessante il film sono i tre personaggi protagonisti.
A risultare più simpatico è il personaggio di Valerie, la madre: pulita, discreta, ma che ha anche le battute più “spinte”, e pronunciate da lei hanno un effetto esilarante. Come sono esilaranti altre situazioni e gag (Ross indiavolato che tenta di “assediare” il furgoncino con dentro i genitori…). Se c’è una cosa che Cotter dovrebbe limare sono però proprio alcuni tempi comici: battute e ritmi devono sempre essere controllati col cronometro per ottenere l’effetto risata.
Jalainur – di Zhao Ye (Concorso)
Il film racconta il viaggio verso casa di un operaio che è appena andato in pensione. Attraversa la Mongolia, guardando fotografie e ricordandosi della famiglia. Ma a fargli compagnia c’è un operaio più giovane che ha lavorato con lui nell’ultimo periodo del suo lavoro…
Immancabile come poco altro, ecco in concorso il film cinese che sembra diretto da extraterrestri per extraterrestri. Scherzi a parte, il film di Zhao Ye avrà una trama e uno sviluppo che si potrebbe scrivere su un foglio A4, ma diventa addirittura impresa ardua per lo spettatore seguire e comprendere quello che sta guardando.
Un viaggio verso casa di cui ci si disinteressa subito, visto l’andazzo del ritmo: che questa volta, piaccia o no, è esageratamente lento anche per i più volenterosi. I paragoni con Jia Zhang-ke non sono campati in aria, visto lo sguardo sul paesaggio: il regista di 24 City è dietro l’angolo, ma di un’altra strada…