Berlino 2017: The Dinner – recensione del film di Oren Moverman
Il disfacimento di due famiglie tra ipocrisie e capovolgimenti di fronte. The Dinner di Oren Moverman racconta una storia forte e proprio per questo difficile da controllare
Paul (Steve Coogan) alla cena col fratello Stan (Richard Gere) proprio non vuole andare; non ne vede la ragione, e poi già sa che sarà difficile arrivare indenne alla fine. Il romanzo di Herman Koch lo aveva già trasposto Ivan Cotroneo: ora ci pensa Oren Moverman a portare entro i confini statunitensi questa storia intergenerazionale che si svolge pressoché interamente in interni. Una cena che cambia la vita di due famiglie, il cui disfacimento prende forma sotto gli occhi dello spettatore, sebbene si tratti semplicemente della manifestazione di un processo ben avviato, e da tempo.
Paul è un professore di Storia frustrato, che non tollera più l’indifferenza di una generazione che della materia che insegna non sa più cosa farsene: «la Storia è finita. Tutto accade in questo momento: la Storia non può competere coi social», dice ad un certo punto. Poche ore in cui vengono fuori verità terribili, che mettono a dura prova tutti, nessuno escluso, mostrando ciascuno per ciò che è. Moverman opta per un andamento quasi lirico, alternando piani temporali anche con troppa disinvoltura, forse proprio ad enfatizzare che la cena non è che la punta dell’iceberg. Scandita dalle portate, dall’aperitivo al digestivo, The Dinner è la fiera dell’ipocrisia, ed allora non resta che intendersi su come porsi dinanzi ad un simile scenario.
Lo spettacolo di queste maschere che cadono, frantumandosi in maniera assordante, coinvolge inevitabilmente lo spettatore, che assiste a capovolgimenti di fronte continui per via dei dilemmi morali di cui si fa portavoce ciascun personaggio. Il punto è che i figli di Paul e Stan si sono macchiati di un crimine atroce, ma soprattutto un’azione oltremodo deprecabile; senonché in ballo c’è la candidatura a Governatore di Stan, mentre ancora i media non sanno che il video apparso su YouTube riportante il pessimo accaduto ha a che vedere proprio con i due ragazzini a lui imparentati. Come agire allora? Meglio convocare una conferenza stampa d’urgenza e spiattellare tutto ai microfoni o provare ad aiutare i due giovani in altro modo?
The Dinner ha dalla sua l’essere tutt’altro che conciliante, anzi, colpisce duro e mette a nudo una parte dell’uomo con la quale nessuno vorrebbe confrontarsi. Ma se coloro che si muovono all’interno di questo dipinto sono personaggi negativi, di certo non lo diventano in quanto qualcuno ne ha forzato i profili. Lo sviluppo, al contrario, è verosimile, e quantunque certe uscite lascino interdetti, non si è portati a ritenere che un approdo del genere abbia poco a che vedere con quelle persone lì, in quella specifica situazione. Si potrebbe anche parlare di colpe dei padri che ricadono sui figli, ma si tratta di implicazioni bibliche che non si attagliano così nettamente a quanto avviene nel film, per quanto gira che ti rigira…
L’ironia di Paul sa essere agghiacciante, anche per via della naturalezza con cui viene fuori, il che rende il personaggio di Cogan ancora più interessante, tondo: la sua apparente schizofrenia è infatti superata solo dalla sua intelligenza, componenti che contribuiscono in maniera determinante a certe implicazioni molto scomode, il che fa paura se vogliamo. Quanto si assiste certo è crudele, e non mancano alcuni acuti eccessivi, forse addirittura fuori luogo, ma torniamo a dire che non vi è nulla di gratuito nella dissoluzione che si va consumando nell’arco di una cena, più flashback. D’altra parte i figli, le cui azioni sono motore di tutto in fin dei conti, appaiono poco, questo a rimarcare che magari sarà pure vero che la cattiva gestione da parte dei genitori stia a monte anziché a valle o in punti intermedi.
Discorsi su cui non si può glissare così facilmente e che anzi, al contrario, The Dinner incoraggia, per una storia che fa leva sulla Morale, su un criterio attraverso cui leggere affermazioni, risposte e atteggiamenti di questi quattro genitori alle prese con qualcosa di più di una semplice bravata. Peccato solo che a fare presa siano pressoché solo questi risvolti morali, mentre per il resto il film resta molto distaccato, vittima di questo suo tentativo di non prendere alcuna posizione, mossa saggia ma condotta in maniera non proprio impeccabile. Anche per questo la durata si avverte tutta, oltre che per una malcelata ridondanza, agevolata dai continui salti temporali che non si legano nemmeno a fronte di un ritmo che li vorrebbe un tutt’uno ben più omogeneo.
[rating title=”Voto di Antonio” value=”6″ layout=”left”]
The Dinner (USA, 2017) di Oren Moverman. Con Richard Gere, Laura Linney, Steve Coogan, Rebecca Hall, Chloë Sevigny, Charlie Plummer, Adepero Oduye, Michael Chernus, Taylor Rae Almonte, Joel Bissonnette, Seamus Davey-Fitzpatrick e Dominic Colon.