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Segreti di famiglia: recensione in anteprima

Segreti di famiglia (Tetro – U.S.A., Argentina, Italia, Spagna 2009) di Francis Ford Coppola con Vincent Gallo, Maribel Verdú, Alden Ehrenreich, Klaus Maria Brandauer, Carmen Maura, Rodrigo de la Serna, Leticia Brédice, Mike Amigorena, Sofía Castiglione, Francesca De Sapio.Il diciassettenne Bennie arriva a Buenos Aires per trovare suo fratello Tetro, che dieci anni prima aveva

pubblicato 20 Novembre 2009 aggiornato 2 Agosto 2020 09:14

Segreti di famiglia (Tetro – U.S.A., Argentina, Italia, Spagna 2009) di Francis Ford Coppola con Vincent Gallo, Maribel Verdú, Alden Ehrenreich, Klaus Maria Brandauer, Carmen Maura, Rodrigo de la Serna, Leticia Brédice, Mike Amigorena, Sofía Castiglione, Francesca De Sapio.

Il diciassettenne Bennie arriva a Buenos Aires per trovare suo fratello Tetro, che dieci anni prima aveva abbandonato la famiglia (di origini italiane ma residente a New York) per trasferirsi in Argentina. Qui viene accolto benissimo da Miranda, la compagna del fratello, ma quando incontra Tetro lo trova decisamente cambiato: freddo e distante, l’uomo non sembra voler avere proprio più nulla a che fare con la famiglia…

“Strano Scarpette Rosse? E cosa dire allora de I racconti di Hoffmann?”, risponde Tetro a Bennie quando il ragazzino inizia a ricordare i momenti passati assieme quando ancora il fratello viveva con la sua famiglia. Questa semplice battuta contiene più di un senso sul nuovo film di Coppola, ad iniziare dalla dichiarazione d’amore del regista verso il cinema europeo.

Michael Powell e Emeric Pressburger sono i numi tutelari di questo discorso, visto anche lo spezzone del loro film del 1951 che viene mostrato all’interno di Segreti di famiglia, ma Coppola guarda anche al cinema europeo in toto come un cinema d’autore, indipendente. Quel cinema che all’epoca non potè (più) fare dal momento che gli proposero Il Padrino, e che oggi insegue con tanta voglia di ricominciare da capo.


segreti di famiglia vincent gallo

Un’altra giovinezza è il primo capitolo della nuova strada intrapresa da Coppola che sta ricercando un cinema libero dalle major per potersi esprimere in piena e totale libertà. E tuttavia il film gli risulta troppo filosofico, troppo pieno di sovrastrutture per risultare libero come avrebbe voluto; in questo senso Segreti di famiglia è l’opera che permette a Coppola di uscire fuori, realizzando un film d’ampio respiro, d’autore, personalissimo e mai avaro di emozioni.

E tuttavia non si pensi che, essendo il film la seconda fatica della sua “nuova vita artistica”, Segreti di famiglia sia una cesura così incredibile rispetto a tutto quello che Coppola ha fatto ed era prima, anzi. L’aver presentato il film alla Quinzaine des réalisateurs è di certo una dichiarazione d’intenti plateale, coraggiosa e a suo modo commovente: ma in Segreti di famiglia ritornano temi, ossessioni e stili che i cinefili riconosceranno subito.

Ad esempio non è impossibile riconoscere un po’ di Rusty James in Benny: “Voglio essere lui”, ripeteva Matt Dillon riferendosi al fratello Mickey Rourke, che di conseguenza ha qualcosa di Tetro. Certo, Motorcycle Boy torna dalla famiglia, mentre Tetro sfugge dai parenti in ogni modo: il gioco dei rimandi sta anche in questo. Ma tant’è: le due coppie di personaggi vanno a braccetto. E’ poi un caso che siano entrambe pellicole fotografate in un meraviglioso bianco e nero, che presentano a tratti anche dei colori?

tetro vincent gallo segreti di famiglia

In Rusty il selvaggio gli unici elementi colorati erano i pesci e qualche fotogramma nel finale; qui il colore è quello della memoria, con le sequenze che sono ricordi personali. Il percorso che Bennie fa nel film è quello di un chiarimento definitivo su quelli che, come recita appunto il (pessimo) titolo italiano, sono i segreti della sua famiglia. Custoditi per ora, ovviamente, nella testa e nei ricordi di Tetro, che ha scritto una pièce teatrale a riguardo.

Un testo che rappresenti la storia di suo padre, della sua famiglia, scritto in codice affinché nessuno possa entrare nella sua storia inenarrabile. Ma Tetro corre ai ripari, visto che di questa storia che non dovrà essere pubblicata mai non ha scritto il finale. Starà a Bennie tentare di decifrare quel testo, e di iniziare ad addentrarsi nei segreti che hanno fatto scappare Tetro da New York.

Coppola rappresenta con uno stile coinvolgente ed appassionante questo percorso che Bennie vuole affrontare, e solo nella parte finale si lascia andare a momenti più onirici e visionari, che però sono giustificati da un cambiamento nel rapporto tra i due fratelli che a suo modo sconvolgono il ragazzino, interpretato da Alden Ehrenreich, faccia, espressioni e bravura alla Di Caprio giovane.

tetro film segreti di famiglia

Ovviamente però l’attenzione maggiore viene riposta su Tetro, meraviglioso personaggio contraddittorio, freddo, sensibile e a tratti furioso (inquietante il suo sguardo che richiama alla memoria quello di Gary Oldman in Dracula), condannato alla tristezza eterna per aver causato l’incidente in cui ha perso la vita sua madre. Lo interpreta un affascinante e azzeccatissimo Vincent Gallo, capace di regalare sguardi ed espressioni a questo genietto della scrittura e del palco che per ora deve accontentarsi di manovrare le luci di scena; luci dalle quali è fortemente attratto, proprio come Rusty nel finale del film del ’83.

Si è parlato di teatro, e Segreti di famiglia regala spazio anche per una riflessione sul palco e sulla scena come luogo di meraviglia, espressione e addirittura verità, a patto che sia completato però dalla scrittura. Solo un finale dell’opera potrà infatti regalare a Bennie e Tetro la pace e la chiarezza ricercata per anni e anni.

Francis Ford Coppola realizza quindi con Segreti di famiglia un film complesso, coltissimo, ma mai freddo e programmatico, bensì vivo, emozionante, attentissimo ai suoi personaggi. Un atto d’amore verso il cinema che Coppola ha amato e ama ancora oggi, e un nuovo tassello del suo nuovo percorso artistico. Ma, soprattutto, un nuovo capitolo della sua intera filmografia: un capitolo che pesca nei ricordi personali del regista, visti i riferimenti autobiografici, per finire sullo schermo con le capacità tecniche e stilistiche di un arzillo regista di 70’anni, ma con la passione sincera di un esordiente che vuole narrare al mondo la sua storia.

Voto Gabriele: 9
Voto Carlo: 8,5

Al cinema dal 20 novembre. Qui trovate il trailer italiano.

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