Venezia 2009: Comencini & Comencini
E’ stato proiettato in questi ultimi giorni il film di Francesca Comencini Lo spazio bianco con Margherita Buy. Giornali e massmedia registrano ben dieci minuti di applausi a scena aperta. Mi fa piacere. Francesca non è più una ragazza, è una regista ancora giovane che ha svolto parte della sua attività in Francia, dove si
E’ stato proiettato in questi ultimi giorni il film di Francesca Comencini Lo spazio bianco con Margherita Buy. Giornali e massmedia registrano ben dieci minuti di applausi a scena aperta. Mi fa piacere. Francesca non è più una ragazza, è una regista ancora giovane che ha svolto parte della sua attività in Francia, dove si era trasferita; ed è tornata da qualche anno in Italia, realizzando numerosi doc.
Adesso ripropone un racconto con attori, presentando una storia di donne sole di cui spero non si parlerà solo in questo periodo di Mostra. Dicevo che mi fa piacere il successo veneziano, in attesa della controprova nelle sale. La liceale Francesca la conobbi quando lavoravo con Luigi Comencini, il bravo regista di “Pane, amore e fantasia” e di tanti altri film, oltre che di doc e programmi per la televisione (tra cui “L’amore in Italia”, uno dei più importanti, a cui mi onoro di avere partecipato come sceneggiatore). Una bella famiglia.
Ora che con c’è più Luigi la famiglia comprende, oltre alla moglie Giulia (una donna intelligente, sensibile), oltre alla più piccola Francesca, la primogenita Paola, che è scenografa e costumista; Cristina, regista e scrittrice ben nota; ed Eleonora che lavora come produttrice televisiva. Un gruppo di persone cresciute nel cinema e per il cinema, con il padre familias sempre molto prudente verso le quattro figlie quando gli esternavano i loro desideri di lavorare e vivere del mondo (spesso labile e deludente) del ciak.
Di famiglie di cineasti così numerose, e polivalenti, non ce ne sono molte. Era una tradizione del nostro cinema, ovvero una sorta di bottega raccolta di solito intorno a un padre. Oggi continuano le famiglie ma con risultati alterni (Tognazzi, De Sica, D’Amico, Girolami, Leone, etc) , e lo scenario è comunque cambiato. Le ditte si sono disfatte. La modernità segue altre vie.
Il cinema non è luogo di botteghe ma di supermercato. Il cinema nasce fuori dalle pareti di casa, visita i plastificati,burocratici uffici delle tv.Ecco. L’affermazione di Francesca ci ricorda la tradizione e rilancia, mi auguro, non tanto il vecchio cinema di famiglia quanto il cinema che mantenga la sua autonomia creativa e di factory.